Non dev’essere facile, e con ogni probabilità non lo è davvero, scendere in campo con la testa ingombra di pensieri non strettamente legati alle faccende esclusive del rettangolo di gioco. Berrettini, come se ci fosse qualcuno che ancora non sapesse, si sta giocando in questi giorni la qualificazione alle Finals londinesi, obiettivo non necessariamente facile da inquadrare per un ragazzo che aveva iniziato la stagione con prospettive luminose sì, ma pur sempre fuori dai primi cinquanta della classifica.
Eppure è ottobre e a oggi Matteo sarebbe qualificato, con buone speranze di esserlo almeno fino all’inizio della prossima settimana, considerata la tortuosa rimonta vincente inflitta a Kyle Edmund nel primo turno del 500 austriaco. Una vittoria sofferta, brutta e infarcita di erroracci, eppure di quelle che possono tramutarsi in svolta, proprio perché raschiate dal fondo del barile di una giornata poco ispirata. La pressione era tanta e i pensieri pesavano rendendo le gambe di granito, il braccio lento e la testa non lucidissima, eppure, cosa vuol dire la fiducia, Matteo ne è uscito, nonostante un set e mezzo molto al di sotto di qualsiasi cosa ci si aspettasse da lui e in verità aiutato da un avversario che, sprecate le notevoli chance avute in avvio di secondo set, non ha potuto fare a meno di pensare alle ultime sette partite giocate, tutte perdenti.
Incline all’errore con il fido dritto e innocuo in risposta, Matteo ha ceduto velocemente il primo set (complice anche l’iniziale spavento per l’infortunio alla caviglia), per poi camminare su uno scomodo cornicione all’inizio della seconda partita: in particolare, lo sventurato Kyle si sarebbe potuto staccare nel primo game (tre palle break non trasformate di cui due consecutive) e nel settimo (0-30 con Matteo al servizio), ma non essendo riuscito nell’impresa si è incupito, ha incassato un parziale di dodici punti a tre per il pareggio e ridato fiato a Berrettini, ora rinfrancato e capace di catturare con relativo agio la qualificazione al secondo turno, grazie al break avvenuto nel terzo game del set decisivo. La strada che porta a Londra prevede la prossima tappa per la giornata di mercoledì: ad attenderlo troverà Grigor Dimitrov, uno che le Finals le ha vinte, giusto per rimanere in tema. Il bulgaro ha battuto Matteo quest’anno a Montecarlo al primo turno ma Matteo è progredito tantissimo negli ultimi 6 mesi.
LE PAROLE DI MATTEO A FINE PARTITA – “Il campo è nuovo, molto ruvido… mi sono impuntato. Per fortuna sono riuscito a non mettere tutto il peso sulla caviglia e non mi sono fatto troppo male. All’inizio ero un po’ spaventato. Nel primo set ero un po’ distratto anche a causa dell’infortunio, nel secondo, quando ho sentito che fisicamente stavo bene, sono riuscito a concentrarmi sul match. Sono stato bravo a giocare bene i punti importanti. La vecchia Davis non l’ho mai giocata. Credo che possa essere un evento interessante, con tante partite ravvicinate, ci sarà da divertirsi. Il nostro girone è molto duro, ho visto le convocazioni… Sarà tosta, soprattutto a Madrid, cemento indoor, altura… a me piace però piace anche agli altri. Siamo sicuramente una squadra completa, che può dare fastidio a tanti. Alla fine dell’anno non è scontato che tutti siano al 100%, noi giochiamo Europa ed è un grosso vantaggio”.
Niente da fare invece per l’altro azzurro impegnato nel pomeriggio viennese: Lorenzo Sonego, entrato all’ultimo al posto dell’infortunato Nick Kyrgios, ha ceduto in due al qualificato ungherese Marton Fucsovics, al termine una partita in cui le ombre sono state di molto preponderanti rispetto alle poche luci. Perso il primo set a causa del break subito nel nono gioco e pur avendo avuto una palla, non sfruttata, per impattare in quello successivo, Sonego per lunghi tratti non ha trovato alcuna contromisura al servizio avverso, tornando parzialmente a galla solo nella seconda partita anche grazie al vistoso calo occorso al numero 67 ATP.
Scappato sul tre a uno all’inizio del secondo set, il tennista torinese non è tuttavia più riuscito a conservare la propria battuta, né mai a trovare il tempo sulla palla per condurre un affidabile palleggio, specie dal lato sinistro. Il duplice seiquattro incassato oggi conferma il difficile periodo vissuto da Sonego, il quale, dopo la semifinale conquistata a Kitzbuhel la scorsa estate, non ha più vinto due partite in fila nel tour maggiore. La sua annata resta clamorosa, ma pareva perfino superfluo sottolinearlo.
Risultati:
[5] D. Schwartzman b. P-H. Herbert 6-4 6-4
[Q] M. Fucsovics b. L. Sonego 6-4 6-4
[3] M. Berrettini b. K. Edmund 3-6 6-3 6-4
G. Dimitrov b. [Q] D. Dzumhur 6-3 7-5
[2] K. Khachanov b. H. Hurkacz 6-4 7-6(3)