Non si vedeva una versione così spumeggiante di Fabio Fognini dalla trasvolata primaverile di Montecarlo, azzardiamo volentieri, e tale brillante prestazione, offerta contro un avversario affezionatissimo delle superfici veloci come Popyrin, vale a coltivare ancora la speranza di occupare, in extremis, un posto alle Finali londinesi.
Fognini, che la settimana scorsa aveva suscitato più di qualche preoccupazione a causa dell’allarmante condizione fisica esibita nel tremendo KO patito contro Janko Tipsarevic, ha studiato per meno di due game il tremendo archibugio di cui è dotato l’australiano, non mettendoci molto ad assimilarne angoli e traiettorie e banchettando spesso in risposta con diciotto punti vinti nel primo set (addirittura il 47%) e i break nel terzo e nel settimo gioco, più che sufficienti a far fruttare un’insolita prestazione al servizio adornata dall’88% di realizzazione con la prima in campo e quattro punti concessi in totale, fino alla primizia dei tre, dicasi tre, ace in fila che hanno chiuso la partita inaugurale.
Aperto il secondo set in maniera ancora positiva con tanto di break nel terzo gioco, la rapidissima conclusione di un match mirabile sembrava dietro l’angolo, ma a Fabio un refolo di vento può essere sufficiente per distrarsi almeno un po’, e tale refolo si è manifestato nel quinto game della seconda frazione: partendo dallo 0-30 sul proprio servizio, a un passo dal baratro, Popyrin è riuscito a conservare la battuta anche grazie a una chiamata del giudice di sedia molto contestata da Fognini, che da quel momento, specie durante l’intervento del fisioterapista richiesto subito dopo dal ventenne di Sydney, ha preso a inscenare un soliloquio gravido di epiteti poco carini nei confronti dell’arbitro e del mondo del tennis tutto.
Come diretta e prevedibile conseguenza, l’incontro ha cessato di essere il focus principale del numero due azzurro, che ha subito, all’interno di un parziale sfavorevole di tre game a zero, contro break e sorpasso. Per fortuna, la splendente giornata vissuta in risposta e un armamentario tecnico di molto superiore a quello del rivale hanno prodotto il decisivo scatto negli ultimi tre game dell’incontro, utile a spingere Fogna al secondo turno contro chi emergerà vincitore dal derby serbo tra Laslo Djere e Filip Krajinovic. Sperando che Giovanni Teoli, opportuno osteopata visto al fianco di Barazzutti e Sanguinetti nel box del numero 12 ATP, riesca a tenere a bada ancora per un po’schiena e piede destro dell’acciaccatissimo Fabio.
A fine match Fognini è apparso soddisfatto e sereno: “È la prima volta che vengo a Basilea, il campo è molto grande ed è bello giocare qui. Oggi ho incontrato una giovane promessa che fa del servizio la sua arma migliore, ormai tutti i giovani sono così. Ho quasi 33 anni e mi diverto ancora a giocare contro chi sta emergendo, a volte vinco a volte perdo. Però il nostro sport sta cambiando, ormai tutti i giovani fanno solo punti al servizio e, per quanto mi riguarda, non sono molto contento… è uno stile che non mi piace, non è il mio tennis né credo sia così bello da vedere”.
Sul momento positivo del tennis italiano: “Fino ad oggi sono stato io il punto di riferimento, ora ci sono Matteo, Lorenzo e Jannik ed è giusto così, è molto importante avere un ricambio generazionale. La Race to London? Attualmente sono undicesimo, non è facile, devo giocare bene e sperare che i miei avversari non facciano meglio, però penso al mio gioco. Se non andrò a Londra, starò con la mia famiglia perché è la mia vita ed è molto importante. A fine novembre poi ci sarà la Coppa Davis a Madrid, è un altro appuntamento importante e voglio fare bene”.
Risultati:
R. Albot b. D. Lajovic 2-6 6-3 6-4
R. Opelka b. C. Garin 7-6(5) 7-6(10)
[5] F. Fognini b. [Q] A. Popyrin 6-2 6-4
T. Fritz b. [2] A. Zverev 7-6(7) 6-4
R. Gasquet b. J-I. Llondero 6-1 7-6(4)
[3] S. Tsitsipas b. A. Ramos 6-3 7-6(6)
[4] R. Bautista b. [WC] M. Copil 6-4 7-5