Daniela Zuncheddu da Fluminimaggiore, paesino sardo di poco più di 3.000 anime del Sud della Sardegna – provincia di Carbonia-Iglesias, fra Arbus e Buggerru (nomi che più sardi non si può!) -, è la dimostrazione vivente che la capacità di essere genuini e spontanei a volte paga assai al di là delle ordinarie aspettative.
Sono già usciti diversi articoli – anche su questo sito – per raccontare la vicenda di questa signora innamorata – platonicamente eh – di Roger Federer, che era volata fino al Masters 1000 di Madrid in compagnia del marito per andare a veder giocare il suo idolo temendo – come tanti – che potesse essere una delle ultime opportunità per farlo. Mi divertiva l’idea di conoscerla e parlarle. E l’ho fatto. Scoprendo così una donna deliziosa che deve avere colpito anche Roger Federer per la sua sana straordinaria e naturale simpatia.
UBALDO: Partiamo dall’inizio Daniela…
DANIELA: A marzo Sky annuncia che Roger Federer avrebbe giocato al Roland Garros e subito dopo che per preparare quello Slam si sarebbe iscritto anche a Madrid. Io avevo visto Roger nel 2012 a Roma… ma volevo rivederlo. I tornei sono costosi… raggiungere altri posti sarebbe stato più caro. Abbiamo preso un volo low-cost e così siamo andati a Madrid…
U: Sì ma non solo, lei si è portata anche un gran cartello giallo che ormai tanti hanno visto, un cartello mica tanto banale, c’era di tutto, la scritta ‘Roger would you like to have dinner with me tonight. I‘ll cook. Roger, vuoi venire a cena con me stasera? Cucino io‘, ma ci ha messo di tutto, la bandiera della Svizzera, I Quattro Mori simbolo della Sardegna, in basso il logo della Barilla sponsor di Roger… Ma come le è venuto in mente il tutto? Qual era l’obiettivo?
D: Era farsi vedere in tv dai nostri ragazzi, nient’altro. Anche nel 2012 avevo portato un cartello (e me lo avrebbe poi fatto vedere, nota di UBS), a sfondo bianco, con la bandiera dei 4 Mori e la scritta ‘Roger the King of Tennis’… mentre l’anno scorso ero andata all’Arena di Verona per un concerto di Baglioni e anche lì avevo preparato un cartello… sempre bianco, sempre i 4 Mori, e la scritta ‘Tu sei il nostro gancio in mezzo al cielo’ con a destra una foto-ritratto di Claudio.
U: Ormai lei nel suo Paese sarà diventata notissima, ma aveva pensato che avrebbe raggiunto tutta questa popolarità anche nazionale?
D: Figurarsi, non ci avrei mai pensato. Così come non avrei mai creduto di incontrare davvero Roger, di poter mangiare allo stesso tavolo con lui, con l’altra grande campionessa di sci (Mikaela Shiffrin), con il signor Luca Barilla. Noi quattro da soli, capisce? Per me era già stato raggiunto l’obiettivo, quello di farmi inquadrare e vedere dai miei figli. Il colore giallo ha aiutato… il cartello l’ho acquistato qui al paese da un cinese per 40 centesimi… L’ho arrotolato con uno di quei nastri che servono a fermare i capelli perché non si sciupasse e siamo partiti. E poi è successo quel che lei sa già, la Barilla che mi cerca, che mi trova, che a metà giugno mi fa recapitare a casa un cofanetto tutto blu che contiene della pasta e soprattutto una maglietta Uniqlo firmata da Roger Federer 2019. Non potevo desiderare di più!
U: Ma quest’amore per il tennis e per Federer come è nato?
D: Oggi ho 50 anni, sono nata a Genova e venuta qui in Sardegna con il mio secondo marito, mi piaceva il tennis fin da piccola, vedere Paolo Canè, Agassi, la Sabatini, la Graf, la Sanchez, ma sono sempre stata appassionata e andavo qui ai campi a giocare quasi tutti i giorni prima di aprire la pizzeria (che si chiama ‘A modo nostro…’ perché ci faccio quello che voglio! Un locale piccolo piccolo, 40 coperti… E mio marito, ex calciatore, fa il pizzaiolo da 5 anni… e siamo ancora vivi!). Naturalmente fra le varie pizze c’è anche la pizza Roger! Una pizza margherita con gorgonzola, speck e radicchio… sì una pizza strong, forte come lui! (e giù una bella risata, nota di UBS). Lei non mi crederà, ma è una delle più vendute, diciamo una delle prime tre. Per me però è la numero 1! Mica do retta all’ATP io. In paese gli amici mi prendono in giro, dicono che non mi si può parlare se lui ha perso, se gioca male, che non so più ragionare se abbiamo perso (e dice abbiamo, lei gioca con lui evidentemente; nota di UBS). La patita sono io, sono molto passionale, a volte si scatena l’inferno, non mi faccia dire… anche se sono una signora dico anche le parolacce! Non mi posso limitare…
U: Lei ha detto che giocava a tennis? C’è un campo a Fluminimaggiore, un maestro?
D: Il tennis… qui c’è un piccolo circolo… ha due campi in cemento. No, non sono tutti per Roger, chi per Rafa, per Nole. La quota sociale? Mi pare 20 euro l’anno… ma non pago sempre. E il maestro non c’è.
U: E poi evidentemente segue il tennis in tv, per vedere Federer…
D: Abbiamo Sky, mio marito segue sempre il calcio, tifa Juventus, quasi per sbaglio un giorno di tanti anni fa capitai su un match di tennis… giocava Federer, ne restai subito affascinata. Quel suo gioco così elegante, pulito, lineare… non andavo neanche più a giocare se c’era lui da guardare in tv. Roger è un mito, anche come persona… con quella sua Fondazione che aiuta i bambini in Africa… infatti quando l’ho incontrato ero così emozionata, e con un inglese scolastico, gli ho subito detto: “Ti prego Roger cerca di aiutare più bambini che puoi”. E meno male che c’era un interprete… Quando lui mi ha chiesto: “Daniela tu parli inglese?”, io ero così fuori di me che non sono riuscita nemmeno a dirgli che parlo il francese… in quel momento non riuscivo a parlare nemmeno l’italiano! La mia testa era nella più piena confusione… non riesco ancora oggi nemmeno a ricordare tutto quello che ci siamo detti. Ma se ci ripenso, e sapesse quante volte ci ripenso, mi viene un groppo alla gola, quasi da piangere!
U: Ok, mi dica solo se i suoi figli Sara di 26 anni e Michele di 12 giocano a tennis?
D: Lui gioca a calcio, a lui il tennis mi sa che glielo ho fatto odiare, voleva guardare i cartoni animati e io guardavo invece sempre il tennis e Federer.
U: Torniamo a ciò che ha preceduto l’incontro, all’invito Barilla per Ginevra…
D: Sì, un bel po’ di tempo dopo l’arrivo del cofanetto vengo contattata da Barilla. Per me sarebbe stata una bellissima storia già con quel cofanetto. Invece in mezzo all’estate mi chiamano e mi chiedono: “Sarebbe disponibile a una trasferta il 16 e 17 settembre?”. Mi sono consultata con mio marito e abbiamo deciso di dire di sì.
U: A fine agosto l’invito a Ginevra per ‘una lezione di cucina’. Non mi dica che non ha pensato di poter incrociare Federer, il suo idolo?
D: Beh, non posso negare di non averci pensato… ma mi sono detta, tutt’al più da lontano se ho fortuna. Ma anche quando siamo arrivati là a me hanno solo detto che avrei dovuto cucinare cinque piatti di pasta insieme allo chef Marcello Zaccaria, chef che ha accompagnato la nazionale di basket, per una giuria. E allora ho pensato lì per lì che forse avremmo dovuto esibirci davanti a personaggi tipo Cracco, Oldani, Cannavacciuolo… Quelle cose tipo Master Chef. Ma non certo per Roger Federer. Insomma avevamo accettato l’invito, assai stupiti, ed eccoci a Ginevra, qualche giorno prima che cominciasse la Laver Cup. Lì mi sono trovata all’improvviso in questo hotel molto elegante insieme allo chef Marcello Zaccaria, mi hanno fatto indossare il grembiule blu della Barilla e… eccomi a fare in realtà assai poco, tagliare i pomodori, gli asparagi… non ero preoccupata del risultato ma davanti a noi c’erano fotografi, telecamere, giornalisti, persone certamente importanti… insomma una situazione alla quale non ero certamente abituata.
U: Finché ecco spuntare Roger Federer!
D: Eh sì, credevo di svenire. Giuro. Mi ero chiesta se per caso l’avrei incontrato, quando siamo partiti per Ginevra, ma in quella situazione di confusione, con il piatto di pasta da preparare, tutta quella gente, proprio non ci pensavo. Poi mi hanno chiesto di portare uno dei piatti in una sala dove c’erano ancora più persone. Guardavo mio marito quando ho sentito una voce: “Ciao Daniela, come stai?”. L’ho riconosciuta subito, l’ho sentita tante volte nelle interviste… e me lo sono visto parare davanti, lui che sorride mentre stavo guardando da tutt’altra parte. Per poco non mi prende un colpo. Quando alla sera sono a letto e ci ripenso mi viene da piangere per l’emozione. Il momento più bello e indimenticabile della mia vita dopo la nascita dei miei due figli. Non riesco a ricordare, nonostante l’aiuto di mio marito, neppure tutto quel che ci siamo detti. Mi sono commossa, ma sono riuscita a non piangere. Volevo godermi quel momento. Mi sono detta: ‘O mi regge il corpo o la mente’. Il corpo ha retto, ma la testa è andata in confusione. Mi ha anche abbracciato, non capivo più nulla.
U: E poi?
D: Lui è stato veramente un signore. Gli ho chiesto dei figli e della moglie e lui mi ha chiesto della mia famiglia. Mi ha fatto i complimenti. Abbiamo fatto le foto, mi ha chiesto che se facevo solo pizze… e io, dopo avergli detto della pizza Roger, la mia preferita, mentre lui sorrideva con una dolcezza infinita, gli ho detto tutta confusa tramite l’interprete che “no, cucino anche carne, bistecche…”. E lui: “E il pesce no?”. E io: “Ma certo che sì, anche il pesce, in Sardegna per forza…”.
U: E di tennis non avete parlato?
D: Un po’ sì… gli ho chiesto per quanto tempo avrebbe giocato ancora e lui sorridendo: “Per quanto vuoi che giochi? Un anno? Due?”. “Per sempre!”, gli ho risposto. Il giorno che smetterà per me sarà un giorno tristissimo. Quasi un lutto.
U: Non ricorda altro?
D: Non ricordo tutto, ma non gli ho chiesto nulla di Wimbledon… non ci siamo ripresi ancora noi, figurarsi lui! Non mi pareva carino ricordarglielo… Ho parlato anche con Mikaela, così semplice, così carina, davvero un bel personaggio.
U: Ma la cenetta quanto è durata e quanti eravate?
D: Il tavolo era apparecchiato per cinque, ma eravamo in quattro, Roger, Mikaela, io e il signor Luca Barilla… poi c’era un posto vuoto che ho capito doveva servire per far posare lì il piatto e fotografarlo. Lui si è seduto a tavola e ha detto “buon appetito!”, identico a quello dello spot. E poi gli ho dato quel che mi ero portata per lui, sperando di incontrarlo: una Sardegna in sughero e dei dolcetti sardi.
U: E lui come ha reagito?
D: Mi ha detto “sarò felice di fare colazione con questi dolcetti”.
U: E Luca Barilla in tutto questo?
D: Che persona squisita! Mi ha detto “sono lieto di fare la sua conoscenza Daniela”, e io gli avevo risposto: “Anch’io signor Presidente”. E lui: “Io sono Luca, mi chiami Luca, non presidente”. Una persona importante eppure semplice semplice. Mi sa proprio, da come ne parlava, che anche lui… adori Federer!