[1] D. Thiem b. [3] M. Berrettini 3-6 7-5 6-3
Matteo Berrettini è stato eliminato nella semifinale dell’Erste Bank Open di Vienna dalla testa di serie numero 1, Dominic Thiem, al termine di una splendida partita chiusa sul 3-6 7-5 6-3 in 2 ore e 33 minuti. Rimane la soddisfazione per aver dimostrato di essere ormai vicino al livello dei migliori, oltre al sicuro ingresso in Top 10 da lunedì dopo la vittoria di ieri su Rublev, e al vicinissimo posto per le Finals londinesi dopo l’eliminazione di Bautista a Basilea – e a Torino si staranno fregando le mani all’idea che ci torni spesso anche in futuro.
Thiem è finalmente riuscito a vincere sul suolo patrio ad agosto, quando ha conquistato il 250 di Kitzbühel (torneo che peraltro preferirà alle Olimpiadi di Tokyo il prossimo anno), e ha raggiunto la sua prima semifinale viennese al nono tentativo – decimo se si considera l’eliminazione nelle quali del 2010, a 17 anni – segno che, vuoi la pressione del pubblico amico, vuoi l’albatro della nomea di specialista che si è accollato per anni, non necessariamente Thiem si senta a suo agio in questo torneo, anche se certamente l’attuale versione 2.0, più avanzata in campo, più accorta nella compilazione del calendario, e conseguentemente più efficace anche sul cemento, rimaneva un notevole Mortirolo da scalare.
Due settimane fa Berrettini aveva vinto per 7-6 (8) 6-4 sulla superficie molto più rapida di Shanghai, dove era stato più lucido nei momenti decisivi del match (i due avevano terminato con lo stesso numero di punti, segno di una maggiore sofferenza al servizio per il vincitore), affidandosi alla prima in ogni momento di difficoltà prima di piazzare un singolo, decisivo affondo. Berrettini non ha forse più la freschezza atletica di qualche settimana fa, anche perché la maggiore umidità dei campi indoor sterilizza le traiettorie dei topponi di dritto e di kick, come dimostrato dall’uscita poco brillante a San Pietroburgo del mese scorso. E infatti le vittorie di questa settimana sono arrivate grazie alla ormai incrollabile solidità al servizio e ad una tenuta mentale innata, rinforzata negli anni, e, ça va sans dire, accresciuta dai risultati, oltreché dall’importanza della posta in palio. Perciò era lecito pensare che la partita odierna avrebbe visto più attrito da fondo campo, dove forse Matteo partiva sfavorito sulla diagonale di sinistra, nonostante i grandi miglioramenti con il back.
È anche vero, però, che lo stesso ragionamento sulle rotazioni vale anche per il suo avversario, che infatti è ancora alla ricerca di un grande risultato al chiuso, ed è anche vero che Berrettini ha dominato un torneo su erba (Stoccarda) colpendo solo il 28% delle volte all’interno del campo, segno che è in grado di far valere il suo tennis di colpi da lontano anche dove i rimbalzi bassi non dovrebbero teoricamente dargliene la possibilità.
IL MATCH – 1-1 nei precedenti, Berrettini cerca la prima finale di categoria, mentre Thiem ne ha vinte tre, di cui due in questa stagione (Barcellona e Pechino). Ora, che il padrone di casa avesse il sostegno del pubblico era prevedibile, ma forse non a tal punto – e il risultato è esilarante:
Thiem ha iniziato con la chiara intenzione di attaccare il rovescio dell‘azzurro, mentre il nostro ha trovato tre prime immediate al centro, per un inizio confortevole alla battuta di entrambi. La tattica del N. 5 del mondo ha però mancato di varietà, e Berrettini si è adattato in fretta, procurandosi due palle break su un errore di dritto dell’avversario, subito concretizzata senza colpo ferire, grazie a un doppio fallo, e confermata con un altro turno a zero. Thiem è stato però bravo ad aspettare che la tempesta di prime passasse, ed è salito 30-40 con una dimostrazione dei miglioramenti sulla risposta anticipata di rovescio, per poi contro-breakkare con una combinazione magistrale fra back corto e passante di rovescio incrociato, una prima, efficace variazione per il visibilio della folla.
Berrettini ha allora iniziato a mischiare le carte a sua volta, cercando più spesso la rete con attacchi tagliati lungolinea, con cui ha vinto due punti consecutivi nel settimo gioco e mandato Thiem per le lande (fortunatamente senza conseguenze), un atteggiamento proattivo certificato dalle statistiche. Una nuova palla break è arrivata grazie ad un’altra risposta bloccata lungolinea che gli ha permesso di prendere il controllo dello scambio (anche perché la diagonale di sinistra non ha dato segni di cedimento, anzi) e di chiudere in avanti. Una risposta profonda gli ha poi permesso di riprendersi il vantaggio sul 4-3, e di allungare nonostante risposte sempre più aggressive del N. 5 ATP.
L’austriaco è stato quasi costretto ad accorciare gli scambi, perché nel braccio di ferro da fondo era costantemente piegato, eventualità a cui il giocatore più “pesante” del circuito in termini di rps (rounds per second) è poco uso, ma tale è la pesantezza attuale di Berrettini con il dritto, soprattutto con l’inside-in, ma anche con il cross di puro topspin a buttare l’avversario fuori dal campo. Una risposta aggressiva ha poi dato un set point al nostro, annullato con uno scambio intelligente da parte della prima testa di serie. Un altro è immediatamente arrivato sul terzo doppio fallo di Thiem in un momento importante, e stavolta Berrettini è stato bravo a rispondere, portando l’austriaco a mettere fuori un dritto dal centro che gli ha dato il set dopo 40 minuti.
SECONDO SET – Berrettini ha aperto anche il secondo parziale con otto punti di fila al servizio, mentre Thiem sembrava sempre più costretto a forzare per non far girare Matteo sul dritto. E invece le rimonte delle ultime settimane (ne sanno qualcosa Khachanov, Tsitsipas, e Verdasco) si sono ripalesate, con Thiem che ha iniziato a trovare più risposte verticali e ha vinto un paio di scambi di forza nel quinto gioco, salendo 0-40. Emergenza a casa Berrettini? Neanche per idea, dato che il romano non ha battuto ciglio, sfruttando la posizione arretrata dell’austriaco in risposta per chiudere il campo in avanti sulle prime due, salvando poi la terza con una prima vincente. Thiem ha però ingranato le marce alte, letteralmente parando una martellata di dritto così da causare l’errore di Berrettini, e breakkando con una risposta inside-out incorniciata da un turno di battuta a zero per il 4-2.
L’azzurro ha avuto il merito di non farsi schiacciare, e ha trascinato l’ottavo game ai vantaggi allungando gli scambi. Una volée bimane smorzata dal nastro sembrava averlo condannato, ma un altro doppio fallo esiziale di Thiem l’ha rimesso in corsa, fino all’arrivo della palla del contro-break con una poderosa risposta di dritto. Thiem ci ha anche messo del suo, mettendo due rovesci lunghi che hanno rimesso tutto in equilibrio. Il tropo di un Thiem sempre meno permeabile in risposta è però proseguito, e l’austriaco si è procurato una palla per andare a servire per il set nell’undicesimo gioco con un vincente inside-out di dritto, breakkando dopo essere riuscito a rimettere in campo una risposta coperta di rovescio su una prima esterna a 217 all’ora (simbolo di un Berrettini che non è particolarmente calato di rendimento, e infatti il saldo vincenti/gratuiti è stato di +3 per lui contro il +4 dell’avversario). Un comodo turno a 15 gli ha permesso di portare la partita al terzo dopo un’ora e 41.
TERZO SET – Il toilet break ha aiutato Berrettini a ripartire con lucidità, smistando per non consentire all’avversario di prendere il controllo dello scambio, ma Thiem ha continuato a salire di giri, offrendo poco o nulla in termini di punti gratuiti, pur colpendo letteralmente schiena al muro come da costume. Che l’inerzia fosse inesorabilmente dalla sua è divenuto fatto acclarato nel terzo gioco, quando è salito a palla break con un mattone monomane al termine di uno scambio prolungato, uno dei tanti di quella fase di partita.
Berrettini si è però cavato d’impaccio obbligandolo a colpire un passante di rovescio in corsa, ed è sopravvissuto a un ulteriore deuce con tre punti sulla prima, prima che gli ha consentito di uscire da uno 0-30 anche nel turno successivo, nonostante qualche fastidio alla caviglia destra già ammaccata contro Edmund. Il copione è rimasto lo stesso: Berrettini che faticava a tenere, mentre Thiem serviva celere senza più sbagliare (l’azzurro ha anche tentato un passante a una mano da fuori del campo, ma senza sorprendere the Dominator). L’equilibrio si è infine rotto nel settimo game: Berrettini ormai in apnea ha sbagliato due dritti, prima che Thiem salisse a doppio break point con un rovescio in fotocopia del precedente. Il romano si è salvato nuovamente su queste, ma ne ha concessa un’altra in virtù di un dritto della prima testa di serie che l’ha sorpreso pizzicando la riga, e stavolta Thiem ha sentito l’odore del sangue, sparando un dritto anomalo che richiederà una colata di cemento sul campo viennese.
Siamo nel 2019, però, ed è meglio non alzarsi durante i titoli di coda. E infatti Berrettini si è inventato una scena post-credits salendo 0-30 al termine di un punto clamoroso, chiuso con l’ennesimo, pungolante attacco in back. L’illusione è durata poco, però, e Thiem ha tenuto con una rara smorzata ed una prima vincente. Un altro rovescio mostruoso gli ha regalato due match point nel game successivo, e, dopo il quasi pleonastico ace a salvare il primo, un passante pesante di dritto ha permesso solo una parata all’italiano, su cui si è avventato per chiudere con un ultimo rovescio. Peccato per Berrettini, ma la sensazione è che esca da questo torneo tutt’altro che ridimensionato.
QUALCHE BUONA NOTIZIA – Nella seconda semifinale, il rischio di una rimonta nella Race to London da parte di Gael Monfils è stata scongiurata da un grande Diego Schwartzman, vincitore per 6-3 6-2 in 75 minuti, e che sfiderà Thiem per conquistare il suo secondo 500 dopo Rio 2018, dimostrando un affiatamento sempre maggiore con i campi rapidi, dove ha vinto per la prima volta ad agosto, a Los Cabos.
Schwartzman ha dominato il primo set, breakkando nel terzo gioco e soffrendo solo sul 3-2, contro il solito LaMonf, istrionico e a tratti sofferente (non è chiaro quanto nel corpo o nella psiche), parso a tratti vicino al ritiro, soprattutto nel finale di primo set, quando ha ceduto nuovamente la battuta. Al di là di qualche colpo da highlight reel, va sottolineata come sempre la passività del francese, tracotante nella propria straripante fisicità e spesso sparagnino nel rimettere in gioco la palla contro un avversario che può giocare lo stesso gioco a profusione, ma con molta più chiarezza tattica.
Monfils è parso svegliarsi quando si è salvato da 0-1 15-40 all’inizio del secondo set, in un game chiuso con un dritto inside-in fulminante la cui scossa l’ha portato a palla break nel game successivo. L’argentino non si è però scomposto, ed è uscito da quella situazione per trovarsi in una partita apparentemente molto più aperta. La serenità è stata di breve durata, perché nel sesto gioco il francese ha concesso una palla break con un doppio fallo, e il suo avversario non s’è fatto scappare l’occasione di orchestrare un altro scambio da manuale per scappare fino al 5-2, per poi chiudere facilmente. Schwartzman è a sua volta teoricamente in corsa per Londra, ma avrebbe bisogno di un miracolo (vittoria domani e almeno finale a Bercy, dove incrocia l’ottavo di Djokovic) per acciuffare l’ultimo posto disponibile.
Tommaso Villa