Dai nostri inviati a Basilea, Lorenzo Colle e Cesare Novazzi
La “Race to London” aggiornata
[1] R. Federer b. [3] S. Tsitsipas 6-4 6-4
FMentre all’esterno Basilea è pervasa da un caldo insolito per la stagione, sotto il tetto della St. Jakobshalle le cose continuano ad andare allo stesso modo da quasi quindici anni. Roger Federer, prima testa di serie e campione in carica, supera Stefanos Tsitsipas al termine di una prestazione quasi perfetta e centra infatti la quindicesima finale in terra natia, la tredicesima consecutiva (nel 2016 non partecipò). Roger allunga inoltre a 23 la striscia di successi consecutivi qui a Basilea (non perde dalla finale del 2013 contro del Potro) e per la sedicesima volta in carriera supera la soglia delle cinquanta vittorie in stagione (record all time davanti a Jimmy Connors con 14 e Ivan Lendl con 12).
Sin dall’inizio si capisce quale sarà lo spartito del match. Federer prende subito l’iniziativa e, anche quando attaccato, si rifiuta categoricamente di arretrare cogliendo spesso di sorpresa Tsitsipas con colpi in controbalzo profondissimi. Il greco non gioca male, ma è semplicemente oscurato dall’avversario. Con il servizio salva tre palle break nel terzo game, ma nel quinto è costretto a capitolare alla sesta chance. Federer si muove leggero e picchia duro con entrambi i fondamentali. Il rovescio è solido, mentre il dritto fa letteralmente ammattire Tsitsipas. Un paio di dolcissime stop volley infiammano l’arena. Persino i giornalisti in tribuna stampa sussultano (e esultano) più di una volta. Federer naviga dunque tranquillo verso il 6-4 che chiude il primo set. Il pubblico si concede una ola entusiasta
In avvio di secondo Roger continua a giocare sulla sua nuvola e strappa immediatamente il servizio a Tsitsipas. Il greco si tiene in scia con la battuta, ma in risposta non riesce mai a rendersi pericoloso. L’unica chance di break arriva incredibilmente sul 5-4, quando un doppio fallo e un nastro sfortunato rischiano di giocare un brutto scherzo a Federer. Ancora una volta è il servizio a cavare d’impiccio il campione basilese nel momento del bisogno. Sull’ultimo punto l’arena esplode e Roger è libero di godersi il caldo abbraccio della sua gente (e non solo).
In finale Federer affronterà Alex De Minaur (nessun precedente tra i due): “Non sarà facile, è uno dei giocatori più veloci del circuito. Se mi ricorda Hewitt? Non sono un fan di questo genere di paragoni, ma indubbiamente ci sono delle somiglianze. Difende bene e sa sfruttare a suo favore la potenza dell’avversario, ma domani contro di me dovrà anche cercare di fare lui la partita.”
De Minaur ha superato per la quarta volta su quattro confronti Reilly Opelka. I due contendenti hanno giocato una partita decisa da pochi punti nei classici momenti cruciali del tie break. L’ha spuntata l’australiano, in tabellone grazie ad una wild card, che ha avuto il merito di prendersi più rischi, soprattutto in risposta. “Ho cercato di rispondere con i piedi dentro al campo per non dare troppo angolo a Reilly perché quando serve spesso devi andar a prendere la palla in tribuna. Ho anche cercato di non farmi colpire, sono stato fortunato!” Allo statunitense, numero 37 del ranking mondiale rimane la magra consolazione di aver servito 113 ace in tutto il torneo, superando il precedente record di 94 ace che apparteneva a Karlovic dal 2007. De Minaur irrompe con questa vittoria in top 20, precisamente al numero 18. Il periodo di crisi patito qualche mese fa sembra definitivamente superato e lo confermano i due titoli conquistati nella seconda parte di stagione a Atlanta e Zhuhai.
Inizia Opelka al servizio e con due ace si porta 1 a 0. Già dai primi game lo statunitense cerca di aggredire ogni palla, mentre l’australiano è bravo a variare i colpi. Man mano che si seguono i servizi, De Minaur si abitua al servizio dell’avversario ed al settimo gioco azzecca un paio di risposte, trovando il break con un passante di diritto. Opelka però reagisce e pareggia 5 a 5 con una buona risposta. Si approda dunque al tie break. De Minaur anticipa bene con rovescio il servizio dell’americano e scappa sul 4 a 0, chiudendo con un lob d’istinto di rovescio su un diritto violento dell’americano.
Nel secondo set De Minaur è in controllo sui propri turni di servizio, Opelka regge bene con il diritto e raggiunge l’avversario nuovamente al tie break. Tocca allo statunitense esaltarsi con il rovescio che fino ad ora non aveva funzionato: due passanti stretti in corsa gli valgono due mini break e la vittoria del secondo set.
Il terzo set si snoda senza particolari sussulti fino al tiebreak decisivo, giudice imparziale della partita. L’australiano esaspera maggiormente l’anticipo in risposta, mentre Opelka va fuori giro sia con il rovescio che con il diritto spedendo De Minaur sul 4 a 0. Opelka riesce ad accorciare fino a 5 a 2, ma De Minaur intercetta con timing perfetto un drittone dell’avversario e si guadagna due match point, il secondo dei quali regala la vittoria all’australiano
Alcune dichiarazioni a fine partita “Reilly ha servito molto bene per tutto il torneo, sapevo che avrei dovuto rispondere a qualsiasi costo per non cedere alla frustrazione. Sono stato bravo a non perdere campo. Nel secondo set stava giocando meglio e ho capito che dovevo mettergli ancora più pressione. Affrontare Roger qui a Basilea è una tra le migliori sfide si possano affrontare e non posso essere più contento di così”