[1] D. Thiem b. [5] D. Schwartzman 3-6 6-4 6-3
Nella finale dell’Erste Bank Open di Vienna, Dominic Thiem ha vinto per la seconda volta in pochi mesi sul suolo amico, battendo Diego Schwartzman con il punteggio di 3-6 6-4 6-3 in 2 ore e 25 minuti. L’austriaco ha confermato il grande stato di forma mostrato ieri con Berrettini, e più in generale durante l’intera settimana, in cui non ha certo usufruito di un tabellone semplice – Tsonga al primo turno e Verdasco, con cui non aveva mai vinto, al secondo.
Thiem andava per il suo terzo titolo 500 in stagione, il quinto della carriera. Dopo essersi sbloccato in patria ad agosto, vincendo a Kitzbühel, ora voleva conquistare anche l’altro, più importante torneo di casa, dove aveva ottenuto le chiavi del tennis austriaco battendo Thomas Muster nel 2011 (passaggio di testimone peraltro un po’ artificioso, visto che Muster ha 26 anni più di lui e che l’Austria nel frattempo ha avuto un altro ottimo terraiolo quale Jürgen Melzer, vincitore qui nel 2009 e 2010), e dove quindi voleva chiudere il cerchio, magari in vista del bersaglio più ambito, quel Roland Garros dove the Dominator ha sfiorato il successo nelle ultime quattro edizioni.
In realtà, Thiem non era mai nemmeno arrivato in semifinale prima di quest’anno, ma ha dimostrato grandi progressi da tutti i punti di vista: tecnico (risposta anticipata di rovescio, ancora sporadica ma efficace quando impiegata), tattico (con una posizione in campo più avanzata), e mentale (le rimonte su Verdasco e Berrettini si accompagnano a quelle su Khachanov e Tsitsipas che gli hanno permesso di vincere a Pechino all’inizio del mese).
Di contro, Diego Schwartzman è indubbiamente uno dei giocatori più talentuosi del circuito, capace, dal basso del suo metro e 68, di ritagliarsi uno spazio costante fra i primi 20 giocatori del mondo. Solo in questo torneo ha messo in fila gente che potrebbe usarlo come bastone da passeggio tipo Querrey, Khachanov, e Monfils, contro i quali ha mostrato enormi progressi anche in spinta (è basso, ma certamente non minuto, se fosse un calciatore di lui si direbbe “è piccolo ma non lo sposti”), pur venendo ogni tanto tradito dal dritto con cui deve cercare torsioni estreme del busto, pena qualche errore di troppo. Anche lui ha già vinto dei 500, lo scorso anno a Rio, dove batté il giustiziere proprio di Thiem, Fernando Verdasco, e cercava una prima grande affermazione sui campi rapidi, dove ha conquistato il primo 250 della carriera ad agosto, sul cemento di Los Cabos.
PRIMO SET – Gli head-to-head dicevano 4-2 Thiem, ma 1-1 sul cemento e 0-0 al chiuso, dove Dieguito poteva certamente soffrire di meno le traiettorie cariche dei colpi da fondo e del kick dell’austriaco, consumando meno energie per colpire in salto. Schwartzman doveva vincere per cercare di rimanere in corsa per Londra (anche se le sue speranze restano al lumicino, perché dovrebbe arrivare almeno in finale a Bercy per una qualificazione diretta), e l’inizio dell’incontro l’ha indubbiamente visto più pronto e concentrato.
Thiem è partito molto freddo, insistendo sulle diagonali per aprirsi lo spazio necessario al vincente, ma come nel match di ieri ha pagato la partenza passiva contro un avversario che regala poco, e ha subito concesso due palle break con un errore di dritto. Si è inizialmente salvato con un ace e con angoli più assertivi che hanno portato all’errore l’argentino, ma un secondo unforced di dritto ha concesso una terza opportunità a Dieguito, bravo a passarlo su un approccio titubante per il vantaggio iniziale. L’amico Schwartzman (hanno raggiunto la finale in doppio a Madrid a maggio) è a sua volta partito a rilento, concedendo il contro-break a zero con un paio di errori di dritto e un doppio fallo.
Smaltite le scorie iniziale, entrambi hanno iniziato a carburare, con Thiem a caricare le traiettorie esterne per aprirsi il lungolinea di rovescio e Schwartzman a cercare profondità estreme per rubargli il tempo sulle ampie aperture. L’austriaco ha però continuato a sparacchiare con l’inside-out (9 errori nel set, a fronte di soli 3 vincenti), e, come ieri, ha pagato un po’ di prevedibilità con lo slice esterno e un doppio fallo in un momento importante per concedere una nuova opportunità nel quinto game, su cui è ancora stato passato dal dritto del N. 15 ATP.
Pubblico molto meno partigiano rispetto a ieri, dato il feeling sviluppato con entrambi durante la settimana (Schwartzman come Maradona a Italia 90), e l’argentino bravo a portare la partita sui suoi binari, binari fatti di attrito e variazioni mai banali con il back. Sotto 4-2, Thiem è stato costretto a forzare i colpi per sfondare, trovando qualche vincente alla Wawrinka…
… ma esponendosi anche ad errori e contrattacchi come questo.
Simbolo del raziocinio di Dieguito è il punto del 5-3: dopo aver incassato una risposta vincente di dritto anomalo sul servizio precedente da sinistra, ha fintato fino all’ultimo un altro kick, per poi piazzare una seconda millimetrica al centro. Disorientato, Thiem ha solo potuto cercare di usare la smorzata per uscire dagli scambi, col risultato di vedersi sgasare in faccia per tre volte il motorino di Buenos Aires per il break a zero e il 6-3 dopo 42 minuti.
SECONDO SET – Thiem ha cercato più assertività all’inizio del secondo parziale, salendo a palla break con un passante tagliato dopo una prima parata di Schwartzman, ma la scelta di rispondere da lontano su una seconda ha di fatto regalato il pallino del gioco alla testa di serie numero 5, bravo a muoverlo fino all’errore. Con il passare dei minuti, però, l’austriaco ha iniziato a trovare più precisione e varietà con i colpi, e si è procurato una seconda chance nel terzo gioco, ma Schwartzman si è difeso nuovamente nello scambio, non offrendo palle centrali su cui Thiem si potesse girare, salendo 2-1.
Il favorito del torneo ha avuto il merito di rimanere propositivo, sia con il back che soprattutto con il colpo in uscita dal servizio, conscio della prolungata inferiorità nello scambio, ma, vuoi per le fatiche della semifinale, vuoi per l’accidia del pubblico, ha tradito poca serenità con il dritto e concesso una palla break nel sesto gioco con altri tre errori, in uno status quo apparentemente incontrovertibile che lo vedeva remare sballottato a destra e a manca.
È lì che è girato l’incontro: Thiem, che nel secondo parziale ha vinto l’89% dei punti sulla prima, si è salvato con un ace esterno, e nel nono gioco è infine riuscito a concretizzare la chance avuta: con un lob ha scavalcato Schwartzman (non una grande impresa) facendogli sbagliare il tweener, prima che un rovescio lungolinea e un errore di dritto dell’argentino gli dessero la palla break. Schwartzman, abbandonato dalla prima, ha appoggiato la seconda, prestando il fianco alla risposta potente di Thiem, finalmente sospinto dal suo pubblico. Messa la testa avanti, Thiem si è finalmente liberato, e ha chiuso il set con tre punti gratuiti con la prima ed un gran punto vinto a rete, portando il match al terzo dopo un’ora e 35.
TERZO SET – Sempre più a suo agio sulla seconda di Schwartzman, Thiem si è subito procurato tre palle break non consecutive all’inizio del terzo. Schwartzman ha salvato le prime con autorità, scendendo a rete e difendendosi sulla risposta inside-in dell’austriaco, ma ha concesso il quarto game di fila con un errore di dritto.
La partita è sostanzialmente finita lì. Con Thiem in procinto di esondare, stavolta è stato Schwartzman a innervosirsi e a dover accorciare gli scambi, pena qualche errore di troppo. Sopravvissuto nel terzo gioco, nulla ha potuto contro il dritto sempre più efficiente del padrone di casa, ora sfrontato pure in avanzamento. Il risultato è stato il momento più brioso dell’incontro, ma anche quello con meno pathos. Ormai scarico sulle gambe, Dieguito ha tirato tre dritti di fila in mezzo alla rete nel nono gioco, mandando Thiem a match point, su cui the Dominator ha tirato fuori le posate buone, chiudendo nel campo spalancato prima di accasciarsi, finalmente profeta in patria.
Da sottolineare l’abbraccio finale e l’inneggio del pubblico austriaco per lo sconfitto, vero everyday man del tennis mondiale. “Non sempre sono riuscito a dare il meglio davanti al mio pubblico, quindi riuscire a vincere entrambi i tornei in Austria nella stessa stagione è un sogno che si avvera”, ha detto subito dopo il match. “Diego è un mio grande amico, e sono sicuro che ci troveremo in campo molte altre volte, sia l’uno contro l’altro che dalla stessa parte. Lui ha sempre una risposta ai miei colpi e ha avuto una percentuale alta di prime, perciò è veramente difficile batterlo, anche con il vantaggio del pubblico. La partita è girata quando ho vinto il secondo, mi dà grande soddisfazione aver vinto tre volte in rimonta questa settimana”.
Per Thiem è il sedicesimo titolo in carriera, il quinto 500 (terzo in questa stagione), e un ulteriore consolidamento di quella che, in termini di punti, è nettamente la miglior stagione in carriera. Per Schwartzman le chance di andare a Londra sono risicate, ma non è impossibile per lui finire la stagione al numero 10 del mondo (il suo best ranking è 11), e di andare alle Finals come riserva. Settimana prossima saranno entrambi a Bercy, dove esordiranno al secondo turno, Thiem con Raonic o un qualificato/lucky loser, Schwartzman con Edmund o un qualificato/lucky loser a sua volta.
Il tabellone completo
La “Race to London” aggiornata
Tommaso Villa