La qualificazione di Matteo Berrettini per le ATP Finals 2019, un traguardo che l’Italia coglierebbe 41 anni dopo la storica partecipazione di Corrado Barazzutti che nel 1978 rimediò tre sconfitte sull’indoor del Madison Square Garden, dipenderà in buona parte dai risultati di questo mercoledì a Bercy.
La situazione pre-torneo l’avevamo descritta qui, ma vale la pena fare un ripassino ipotizzando alcuni degli scenari che potrebbero emergere al termine di questa giornata. Gli attori su cui vale la pena soffermarsi, oltre a Berrettini e Zverev (che ha esordito ieri con vittoria), sono Bautista Agut, Monfils, Goffin e l’altro italiano Fognini. Queste le sfide che li vedranno impegnati:
[WC] J-W. Tsonga vs [10] M. Berrettini (non prima delle 20:30)
[9] R. Bautista Agut vs A. de Minaur (alle 15 circa)
[13] G. Monfils vs B. Paire (alle 15 circa)
[12] D. Goffin vs G. Dimitrov (alle 15 circa)
D. Shapovalov vs [11] F. Fognini (alle 12:30 circa)
Appare subito chiaro come la Francia sia cruciale per i destini di Matteo, che dovrà battere Tsonga per tenere le distanze e sperare che nel derby Monfils-Paire sia il secondo a prevalere. Sappiamo cosa non deve accadere affinché Berrettini rimanga tra i primi 8 nel caso dovesse perdere contro Tsonga, ma quale diventerebbe la sua situazione invece in caso di vittoria? Semplice: costringerebbe tutti i suoi avversari, escluso Fognini, a vincere una partita in più per superarlo. A Bautista servirebbe quindi la semifinale (dovrebbe quindi verosimilmente battere de Minaur, Tsitsipas e Djokovic), a Goffin, Monfils e Fognini la finale, precisando che Gael e Fabio si trovano nello stesso spicchio di tabellone e si incrocerebbero eventualmente ai quarti. Schwartzman, Wawrinka e Isner dovrebbero sempre vincere il titolo per passarlo.
LA PREPARAZIONE DI MATTEO – Nonostante le dichiarazioni incoraggianti prima della semifinale persa contro Thiem a Vienna, un po’ di stanchezza fisica e mentale ha iniziato a bussare alla porta di Berrettini. Anche per questo motivo, oltre a un programma di allenamenti più leggero, il team del giocatore romano ha ritenuto opportuno convocare a Parigi il mental coach Stefano Massari, che lo segue ormai da diverso tempo. L’idea è quella di togliere quante più responsabilità possibili al giocatore. “Tutti si aspettano che Matteo vinca e continui a vincere“, ha dichiarato Massari a La Gazzetta dello Sport, “ma noi abbiamo scelto un approccio diverso. Quello della gioia per i risultati ottenuti fino ad oggi. Passi avanti che sei mesi fa sembravano impensabili ora rischiano di passare per normalità“.
“La paura è un’emozione normale“, racconta il mental coach. “L’importante è non farsene travolgere, paralizzare, ma su questo siamo piuttosto tranquilli, il ragazzo è solito gestirla in termini positivi“. Si tratta di un aspetto cruciale, poiché dopo aver affrontato Thiem a casa sua, Matteo dovrà fare lo stesso con Tsonga di fronte al pubblico parigino: “Ci sarà tantissima energia nell’aria, dovrà essere bravo a girarla a sua favore. È vero, è una dimensione che lo stimola, e poi Matteo è cresciuto facendo la serie A in posti in cui ne ha sentite di tutti i colori“.
In termini tecnico-tattici, la partita contro Tsonga non dovrebbe essere troppo complessa da preparare. Il francese è un giocatore che per molti aspetti gli somiglia, ma si trova nella fase calante della sua carriera. Inutile dire come, escludendo per un attimo il fattore ambientale, questa partita abbia in Berrettini un chiaro favorito. Dopo la splendida cavalcata di questi mesi, sarebbe un peccato fermarsi sul più bello.
Il tabellone di Bercy con tutti i risultati
La Race to London aggiornata