D. Shapovalov b. [11] F. Fognini 3-6 6-3 6-3 (da Parigi, il nostro inviato)
FOGNINI SBATTE SU SHAPO, NIENTE FINALS – Inizia con una brutta notizia la grande giornata del tennis italiano: le residue speranze di Fognini di qualificarsi per le ATP Finals svaniscono nell’esordio del ligure al Rolex Paris Masters. Non era purtroppo affatto facile la partita che aspettava Fabio, per tante ragioni. Innanzitutto quello di Bercy è un torneo per lui tradizionalmente ostico: in sette partecipazioni il numero 2 italiano aveva addirittura vinto una sola partita. Inoltre l’avversario odierno, Shapovalov, è arrivato a Parigi in buona forma e gioca bene sul duro in condizioni indoor, indicazioni confermate dal primo titolo in carriera vinto a Stoccolma due settimane fa dal Next Gen allenato da qualche mese da Mikhail Youzhny. Come se non bastasse, il mancino canadese aveva inoltre sconfitto l’azzurro nell’unico precedente di Toronto, giocato l’estate scorsa.
Occorreva insomma un’ottima versione di Fognini per vedere il ligure avanzare negli ottavi, dove lo avrebbe atteso Zverev. Sul campo numero 1 della Accors Hotel Arena si è visto invece solo un tennis discreto da parte dell’azzurro, capace di vincere il primo set imponendo la maggiore solidità da fondo campo. Due passaggi a vuoto, piuttosto usuali nelle sue partite, a inizio di ciascun set sono stati pagati a carissimo prezzo dall’italiano. Shapovalov ha iniziato a essere ingiocabile al servizio, lasciando le briciole a un Fabio via via innervositosi per la frustrazione di non essere più in partita. Il canadese ha cosi finito per vincere 3-6 6-3 6-3 in un’ora e 42 minuti di gioco.
Fabio, in attesa di essere protagonista a Madrid con la maglia azzurra nelle Davis Cup Finals, chiude oggi la stagione nel circuito ATP ed è tempo di bilanci anche per lui. Il 2019 resta in ogni caso una buonissima stagione per il ligure, la migliore della sua carriera: anche più del 2018, concluso al tredicesimo posto della classifica ATP grazie alla vittoria di tre titoli. Quest’anno è infatti arrivato per il ligure il best career ranking di 9 al mondo e la prima vittoria in carriera in un Masters 1000 (a Montecarlo). Fabio è stato anche il primo azzurro dal 1979 a entrare nella top ten e il più anziano in assoluto nell’Era Open a entrare in questa prestigiosa fascia di classifica. Insomma, sono comunque tanti i motivi per Fabio per sorridere, una volta smaltita la delusione per il mancato approdo alle ATP Finals.
LA PARTITA – Dopo gli ampi vuoti tristemente visti nelle tribune nelle prime due giornate, anche il campo numero 1 della Accors Hotel Arena è finalmente pieno, restituendo una bella cornice di pubblico a un match importante, specie per le possibili implicazioni per il tennista italiano. La partita merita la bella atmosfera che si vive dagli spalti: ci sono in campo due giocatori estrosi e non attendisti. Entrambi sbagliano qualcosa in più di altri loro colleghi, ma sono anche capaci di regalare un maggior numero di spettacolari vincenti.
Esce meglio dai blocchi Fognini: nel primo game alla risposta guadagna ben quattro palle break, non riuscendo a convertirle. In verità entrambi i giocatori iniziano avendo le polveri bagnate al servizio: prima il ligure nel terzo gioco deve salvare due palle che manderebbero Shapovalov 2-1 e servizio, poi, nei due game successivi, i due tennisti si strappano a vicenda la battuta. Si sente Barrazzutti rivolgersi a Fabio: “Fallo giocare!”. Il nostro giocatore è molto concentrato, cerca di mantenersi calmo: nel sesto gioco recupera da 0-30 e si porta sul 4-2. Il capitano della nostra rappresentativa di Davis lo invita proprio al giusto atteggiamento mentale (“Forza, testa in campo!”), aggiungendo qualche piccolo consiglio sulla battuta, fondamentale così importante, soprattutto su questa superficie: “Ribalta le spalle, lancia la palla alta”. Chissà se il nostro giocatore lo ascolta, ma certamente Fognini non concede nulla sino a fine set, chiuso dopo trentasei minuti con un bel dritto incrociato.
Il secondo parziale vive il suo momento di svolta nel quarto game, quando una serie di errori gratuiti di Fognini mandano il canadese sul 15-40. La prima la annulla grazie a servizio e dritto, ma sulla seconda un suo dritto lungo manda sul 4-2 Shapovalov. Il set finisce in pratica lì: il canadese è divenuto ingiocabile alla battuta e chiude il secondo parziale con sei ace e l’87% di punti vinti al servizio. Entrambi i giocatori vanno in bagno prima di iniziare l’ultima fase della partita, è l’occasione buona per ascoltare Barazzutti rivolgersi al suo angolo dicendo preoccupato: “Shapo deve servire un po’ peggio, altrimenti è dura”.
Purtroppo non accadrà e Fabio ci mette anche del suo: sbaglia tre rovesci di fila, subendo il break in apertura. Il ligure sente di aver perso il treno vincente e si innervosisce sempre di più: prende il warning per racket abuse nel secondo game. Fabio ha solo un’ulteriore possibilità nel quarto gioco, quando sul servizio del canadese si trova 0-30, ma non la riesce a sfruttare. La partita, in pratica, finisce lì. Il ligure sembra essersi arreso quando si rivolge al capitano di Davis dicendo del suo avversario: “Se lui si ordina, finisce tra i primi due!”. Nel decimo game un nastro sfortunato porta a match point Shapovalov e l’azzurro manda tutti sotto la doccia con un rovescio lungo nel punto successivo.
LE PAROLE DI FABIO A FINE MATCH – Un Fognini più loquace del solito ha poi commentato la partita e più in generale la stagione, non tralasciando nemmeno i progetti per il futuro e qualche confessione un po’ polemica. “Riguardo alla partita va detto che lui ha servito benissimo, ma col rovescio ho sbagliato clamorosamente alla stessa maniera colpi che non sbaglio mai, errori che mi sono costati la partita, visto che lui serve così bene. Sono contento di questo 2019, ma ho sbagliato la programmazione: mi sono fidato del mio team e per due anni sono andato vicino al Masters, senza riuscirci per delle scelte sbagliate. Ho trascurato alcune volte i tornei grandi per cercare punti in quelli più piccoli. Devo molto a Franco Davin, che mi ha permesso di coronare il mio sogno di entrare nei primi 10: con me ha fatto un grande lavoro. Però, col senno di poi, non seguirei più alcuni consigli che mi sono stati dati.
Posso fare ancora meglio nel 2020: ammetto di essere abbastanza pigro alcune volte, ma senza nascondermi posso dire di avere mostrato un ottimo livello tennis nel corso della mia carriera. Ho un grande rimpianto per questi due anni, con scelte diverse e privilegiando i tornei maggiori… Vincere la Davis? Ci proveremo, ma dire che ci riusciremo è davvero impossibile al momento. Di sicuro, siamo una squadra che ha due tennisti nei top 15, Sonego ha fatto molto bene, Seppi ha grande esperienza e anche Bolelli. Ora però penso solo a staccare la spina e godermi la mia famiglia“.
Il tabellone di Bercy con tutti i risultati aggiornati
La Race to London