da Parigi, il nostro inviato
J.W. Tsonga b. [10] M. Berrettini 6-4 6-2
Finisce peggio di come era iniziato il mercoledi parigino per i colori azzurri: dopo la sconfitta a ora di pranzo di Fognini, arriva quella a tarda sera di Matteo Berrettini. Il romano, apparso stanco psicofisicamente, come ha confermato lui stesso nel post partita, non è riuscito a esprimere il suo tennis, sovrastato dall’estro e dalla potenza di Tsonga. Come spesso gli accade, Jo è in grado di dare il meglio di sé quando gioca in Francia, dove ha vinto dieci dei suoi diciotto titoli. Sicuramente Matteo ha sprecato una grossa occasione ma non è il tempo di fare drammi: restano comunque vive le chance per il romano di qualificarsi alle ATP Finals di Londra.
Alla vigilia si poteva immaginare che Jo-Wilfried Tsonga, 35 ATP ma ex cinque del mondo, avrebbe venduto cara la pelle A 34 anni il francese è ancora un giocatore in grado di trovare grandi giornate, in particolare su questo tipo di campi (ha vinto questo torneo nel 2008 e fatto finale nel 2011). Soprattutto è difficile da affrontare, essendo anche estremamente capace di coinvolgere nella partita i diecimila della Accors Hotel Arena. Le ottime notizie erano quantomeno arrivate qualche ora prima dell’inizio del match, quando l’azzurro aveva saputo delle eliminazioni di Bautista Agut, Goffin, Fognini (purtroppo per noi), Isner e Schwartzman, inclusi nel gruppo di coloro che avrebbero potuto superarlo in classifica al termine di questo torneo. Soprattutto, già prima di scendere in campo Matteo aveva saputo di avere la certezza matematica di chiudere la stagione tra i primi 10 del mondo: non accadeva dal lontano 1978, quando Barazzutti si qualificò per il Masters e chiuse la stagione al decimo posto.
LA SITUAZIONE FINALS – Quando il tabellone è ormai allineato agli ottavi di finale, restano solo tre i giocatori con la possibilità di scippare l’ottavo posto nella Race a Berrettini: Wawrinka e de Minaur, che vincendo il torneo supererebbero l’italiano e soprattutto il numero 1 francese, Gael Monfils, che arrivando in semifinale raggiungerebbe quota 2710 punti (più dei 2670 di Matteo). Il francese deve affrontare in ottavi Albot ed eventualmente nei quarti il vincente tra Zverev e Shapovalov: le speranze per Berrettini di scendere in campo alla O2 Arena sono quindi ancora vive, ma adesso il 23enne romano non ha più in mano il suo destino.
IL MATCH – L’esordio nel torneo delle prime teste di serie coincide con l’apertura delle tribune superiori del centrale della AccorsHotel Arena: la capienza dell’impianto è quasi raddoppiata rispetto alle prime due giornate di gara. Nonostante questo, c’è stato il quasi tutto esaurito per tutto il corso della giornata, e sebbene la sfida sia iniziata alle 22 passate, i vuoti sugli spalti sono pochissimi. Tsonga è molto amato dai parigini e sin da quando entra in campo si capisce che il tifo del pubblico sarà un ostacolo in più da superare per Matteo.
L’azzurro parte bene e subito guadagna nel game d’apertura una palla break, ma gioca lungo il dritto. Tsonga ci mette poco a far capire quanto abbia voglia di far gioire la sua gente e nel gioco successivo, sfruttando un nuovo dritto lungo di Berrettini sulla palla break, si porta sul 2-0. Il tennista romano riesce però a rifarsi sotto nel quinto game, quando converte la seconda palla break guadagnata vincendo una intensa battaglia di dritti. Si vede subito come Tsonga sia in ottima vena, reattivo e mai lento negli spostamenti, esplosivo non appena ha la possibilità di liberare il dritto. Fa qualcosa in più di Matteo, che dal canto suo soffre troppo quando non mette la prima (solo 42% di punti vinti nel primo set con la seconda) ma più in generale è stranamente poco incisivo anche col dritto. I nodi vengono al pettine nel corso del decimo gioco, nel quale Matteo annulla tre set point: i primi due con dei servizi vincenti, il terzo chiudendo con una stop volley di dritto un lungo scambio. Il nostro giocatore ha problemi ad arginare l’ottimo Tsonga sceso in campo contro di lui e nello stesso gioco arriva una quarta palla set, trasformata questa volta dal francese, grazie a un potente dritto inside-out.
Il secondo parziale vede purtroppo confermata l’inerzia presa dal match sin dalla metà del primo set: l’unica chance per l’italiano di riaprire l’incontro arriva nel primo gioco, ma Tsonga annulla ogni discorso con un servizio vincente. Matteo non riesce a imporsi con facilità nemmeno nei turni di battuta a propria disposizione: non sembra, come ormai molto spesso gli accade in campo, artefice del proprio destino. Il francese decide l’andamento dello scambio in una serata in cui gli va tutto bene, come si vede nel corso del sesto game: quando l’ex numero 5 ATP si erge a palla break, indovina una fantastica risposta di dritto incrociato che fulmina Berrettini. La partita finisce lì: il pubblico francese crea frastuono, battendo i piedi a tempo tra un punto e un altro e facendo diventare il Centrale una bolgia. Non può mancare nemmeno la classica ola, ma soprattutto a rispondere presente è l’efficacia del servizio di Tsonga (il transalpino chiude il match col 79% di punti vinti con la prima e il 59% con la seconda), che dopo pochi minuti archivia la vittoria, costringendo Berrettini ad affossare in rete un rovescio in back.
Quando incontriamo al termine del match Matteo nella zona mista, lo troviamo scorato, ma maturo: “Sono molto stanco e deluso per come è andata la partita di oggi, ma se mi guardo indietro e mi fermo a pensare ho la pelle d’oca per quello che ho fatto in questa stagione. Sapere di essere il primo italiano dal 1978 a terminare la stagione nella top 10 mi riempie d’orgoglio. Nemmeno due mesi fa era un sogno lottare per questi traguardi. Purtroppo il tennis è uno sport che ti spinge sempre a spingere più in alto l’asticella e a non guardarti mai indietro. Sono però umano e devo perdonarmi per quello che ho fatto meno bene e darmi una pacca sulla spacca per quanto di buono sono riuscito a fare.
Non devo dimenticare in questa sera triste che questa è solo la mia seconda stagione a questi livelli e che ce ne saranno tante altre. So che mi toglierò tante altre soddisfazioni e che le farò togliere agli appassionati italiani. Stasera purtroppo non avevo le energie necessarie, ho avuto una bassa percentuale con le prime e non riuscivo abbastanza a spingere con il dritto. Tsonga è un grande avversario, specie su questi campi dove ha pure vinto un titolo: ha tanta esperienza e la cosa più bella di stasera è stato il suo “sarà lunga!” rivoltomi per rincuorarmi sul prosieguo ad alto livello della mia carriera. So che ho ancora buone chance di andare a Londra, ma onestamente volevo guadagnarmi in prima persona questa settimana l’accesso: ora faccio il mio in bocca al lupo e tutti e, comunque vada, sarò contentissimo di questa stagione“.
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