Berrettini: primo italiano alle ATP Finals dopo 41 anni
Djokovic schianta Tsitsipas, trova Dimitrov
La Race aggiornata con gli otto qualificati a Londra
[2] R. Nadal b. [WC] J.W. Tsonga 7-6(4) 6-1 (dal nostro inviato a Parigi)
Pochi pronosticavano come possibile vincitore di questa edizione del Rolex Paris Masters Rafa Nadal: il maiorchino non giocava una partita ufficiale da metà settembre, quando aveva partecipato a Ginevra alla Laver Cup e sino all’ultimo la sua stessa partecipazione al torneo parigino era stata in dubbio. Vedendo il livello con con cui ha giocato le prime tre partite a Bercy, nelle quali non ha mai perso la battuta e concesso appena due palle break totali ai suoi avversari, il maiorchino ha buone possibilità di imporsi in un torneo per lui mai fortunato, nel quale in sei partecipazioni solo in una circostanza, nel 2007, ha raggiunto la finale.
Quest’anno per Rafa fare bene alla AccorHotels Arena ha una doppia valenza: da lunedì tornerà al numero 1 e più punti accumula a Parigi (con questa semifinale ne ha incamerati intanto 360), più chance ha di chiudere per il quinto anno in vetta alla classifica (come Federer, Djokovic e Connors, peggio del solo Sampras, riuscitoci sei volte). La certezza per lui della conquista di questo importante traguardo potrebbe arrivare domenica vincendo il torneo, o già domani nel caso riuscisse ad arrivare in finale e Djokovic fosse invece fermato da Dimitrov.
Intanto Rafa ha dato la seconda delusione della serata al pubblico francese, che ha riempito in ogni ordine di posto la AccorHotels Arena per vedere giocare due suoi giocatori nei quarti, come non accadeva dal 2012. Sono invece arrivate brutte delusioni per i parigini: prima Monfils ha perso contro Shapovalov in malo modo, poi Tsonga ha lottato un solo set contro Nadal. Il francese aveva vinto solo quattro delle tredici volte che aveva giocato contro Rafa, ma sul duro indoor, dove quest’anno ha vinto più partite (16) di tutti nel circuito, il suo bilancio era di 1-1.
Un primo parziale, quello tra il tennista di Le Mans e il maiorchino, rivelatosi molto equilibrato e a tratti piacevole, nel quale chi è stato al servizio non è mai dovuto ricorrere ai vantaggi per portare a casa il gioco. Davvero inevitabile il ricorso al tie-break, nel quale Rafa ha subito messo la testa avanti con un mini-break, facendo capire che non aveva alcuna intenzione di scherzare. Il pubblico prova le ola, a gridare “Tsonga Tsonga”, ma c’è poco da fare, l’unico attimo in cui il tennista di casa rientra in gara è nel sesto punto, quando un doppio fallo (l’unico della partita del maiorchino) regala il 3-3 che infiamma l’AccorHotels Arena.
Jo-Wilfried per vincere deve rischiare tantissimo, ma non sempre può andargli bene e difatti dei suoi errori col dritto prima consegnano il mini-break, poi il set al maiorchino, dopo 58 minuti di partita. Recuperare un set di svantaggio a Nadal, dopo aver speso tanto nella prima di ora di gioco, è una impresa improba per il pur buon Tsonga di questo torneo: la partita finisce lì, il secondo set non si gioca, se non per vedere qualche punto che fa spellare le mani (molto bello un tweener in prossimità della rete dello spagnolo).
Il secondo set fila via rapido e viene archiviato con un 6-1 che fa concludere una partita in cui il 93% di punti vinti da Nadal con la prima e il 25% di punti conquistati con la seconda da Tsonga spiega abbondantemente l’andamento del match. Ora il maiorchino è atteso domani da Shapovalov: il bilancio degli head to head recita una vittoria per parte, col canadese che ha vinto la partita non giocata su terra (a Montreal nel 2017).