Spazio sponsorizzato da TAG Heuer
A margine della conferenza stampa pre-torneo delle Next Gen ATP Finals, di cui vi parleremo per esteso in questo articolo, è andato in scena un evento organizzato dal marchio di orologi TAG Heuer, partner del torneo. Protagonisti i due tennisti del lotto sponsorizzati dal brand svizzero, ovvero De Minaur e Tiafoe. “L’impegno di TAG Heuer nel tennis nasce dai giovani. Noi torniamo nel tennis dopo tantissimi anni di assenza. Lo facciamo partendo dal basso. Ma neanche tanto visto che questi ragazzi sono già tra i primi 20-30 del mondo. Quindi il nostro è uno sguardo rivolto al futuro, credendo in un tennis moderno, fresco, con delle belle facce”, sottolinea in esclusiva il direttore marketing di TAG Heuer, Andreas Albeck.
Durante questo torneo, TAG Heuer ha inoltre un impegno molto concreto. “Essere i timekeeper è il nostro lavoro. Siamo maestri della cronografia. Il tempo gioca un ruolo importantissimo. Qui a Milano si stanno creando le regole del futuro. Anche modificando i tempi delle partite” prosegue Albeck. “Inoltre, il giudice di sedia ha al polso un nostro orologio digitale e connesso all’occhio di falco che vibra quando la palla è fuori. Tutto questo in modo tale che possa concentrare la sua attenzione sul resto del gioco”. Insomma nessuna possibilità di distrarsi. Occhi puntati sull’incontro. Occhi puntati sul futuro del tennis in azione.
LA CONFERENZA STAMPA
Occhi puntati anche sulla saletta al decimo piano dell’Hotel ME Duca II Milan, con una splendida vista sullo skyline della metropoli meneghina e dei suoi grattacieli, dove si è svolta la conferenza stampa che precede le Next Gen ATP Finals. Ad accomodarsi dietro ai microfoni tocca per primi agli allenatori degli otto giocatori in gara. Il più loquace, forse favorito dalla possibilità di parlare nella sua lingua madre, è Riccardo Piatti, autentico guru del tennis mondiale, nonché allenatore di Jannik Sinner.
O, per meglio dire, il capo del nutrito staff che segue da vicino la grande promessa del tennis azzurro. A spiegare meglio l’articolata struttura del team dietro Sinner è lo stesso Piatti. “Il team è composto da me, da Dalibor Sirola, il preparatore atletico, e Claudio Zimaglia. Noi lavoriamo su Jannik. È da parecchi anni che lavoriamo su di lui a Bordighera. Poi a seconda dei periodi lo seguono diversi allenatori. Lui molte volte è andato in giro da solo. L’obiettivo che avevo era quello di fargli girare il mondo. Quest’anno è stato accompagnato sia da Massimo Volpini che da Cristian Brandi”, sottolinea il celebre allenatore comasco. Poi arriva la conferma che nella prossima stagione più o meno lo stesso team seguirà anche Maria Sharapova. E vedremo se riuscirà a riportarla ai vertici del tennis mondiale.
Zack Evenden, coach di Frances Tiafoe si sofferma sulle difficoltà del suo allievo a reggere il peso delle aspettative dopo i quarti di finale agli Australian Open. “Il problema è stato mantenere la stessa concentrazione e attenzione settimana dopo settimana per lui”, commenta Evenden. Non passa inosservata la presenza del 27enne Daniel Berta, allenatore dello svedese di origini etiopi Mikael Ymer. Qualcuno forse se lo ricorda: nel 2009 aveva vinto un po’ a sorpresa il Roland Garros Junior. Poi gli infortuni non gli hanno permesso di costruirsi una carriera da professionista. E così ha subito intrapreso una nuova strada. “Certo non è stato facile all’inizio. Ho dovuto smettere per via dei problemi fisici. Ma poi mi è sembrato tutto naturale e sono contento di essere qua con Mikael”, afferma. E contento lo è pure l’allenatore di Alejandro Davidovich Fokina, che non si aspettava di giocare le Next Gen Finals, essendo entrato dopo la rinuncia di Shapovalov.
Interessante poi il giro di opinioni sull’apparecchio che i tennisti potranno mettersi addosso per rilevare le loro prestazioni fisiche durante i match. Molti giocatori come Ugo Humbert, Casper Ruud e lo stesso Fokina si sentono infastiditi da questa tecnologia da mettersi addosso e preferiscono usarla solo in allenamento. De Minaur proprio non la sopporta. Il serbo Miomir Kecmanovic è l’unico che sicuramente la userà anche durante i suoi incontri. E Sinner? Lui già la usa da un po’, su consiglio di Piatti ovviamente. “Conoscevo già questo strumento. È molto utile. L’ho utilizzato con altri miei giocatori. Tipo Milos Raonic. Pensa che i supervisor del torneo ci ripresero perché non era concesso”, afferma il coach del tennista altoatesino. “Lo ha usato anche Jannik. Trova difficoltà perché sente che si muove. Quindi non lo vuole usare in partita. A me spiace. Magari lo farà in futuro”. Insomma, Piatti si dimostra sempre un passo in avanti quando si tratta di innovazione.
E innovazione è la parola chiave delle Next Gen Finals. A sottolinearlo, ancora una volta, è Chris Kermode, il chairman uscente della ATP. “Il primo obiettivo di questo appuntamento è lanciare e promuovere questi giovani tennisti. C’era scettiscismo all’inizio per quest’evento. Ma le passate edizioni sono andate molto bene”, esordisce Kermode. “Il secondo è testare sul campo (e non in un ufficio) una serie di nuove regole che poi possono essere adottate sul circuito. Per esempio, ormai lo shot clock è in tutti i tornei ed è stato per la prima volta testato alle Next Gen Finals. Senza innovazione, il tennis non ha futuro”. La conferma che questi giocatori possano essere il futuro del tennis arriva anche dalle Finals dei grandi dove ci sono ben 4 under 23, per la prima volta dopo 10 anni. Due di essi, Daniil Medvedev e Stefanos Tsitispas, hanno disputato le Next Gen Finals.
Sogna magari di poter essere a Torino invece che a Milano De Minaur, finalista l’anno scorso e principale pretendente al titolo. “È stato un anno incredibile. Sono molto contento dei risultati che ho raggiunto. Sono felice di essere qui a Milano. Sono arrivato in finale l’anno scorso. Non vedo l’ora di iniziare la competizione”, afferma l’australiano, costantemente preso in giro dal suo compagno di banco Tiafoe. De Minaur è attualmente n.18 al mondo e vede da vicino l’élite del tennis mondiale. Quest’anno ha vinto tre tornei: a Sydney, Atlanta e Zhuhai. Nella finale di Basilea, ha potuto confrontarsi contro Roger Federer, a casa sua. “Giocare contro Roger in finale è stata un’esperienza incredibile. L’ho fatto piangere. Anche perché non è abituato a vincere a Basilea!”, ironizza The Demon, che mette l’accento sull’importanza di questo torneo nella sua crescita. “L’anno scorso il finale qua è stato dolceamaro. In fondo ho perso. Ma mi ha dato fiducia per l’inizio di questa stagione. Ho vinto ad esempio per esempio il mio primo titolo in casa Sydney, che ha significato molto per me”.
Chi spera di accumulare ulteriore fiducia al PalaLido è il nostro Jannik Sinner. La sua stagione fino ad ora è andata oltre più rosea aspettativa. La maturità in campo di questo adolescente lentigginoso dai capelli rossi impressiona tutti. “Quest’anno abbiamo alzato l’asticella del livello di gioco. Sono stato anche forte mentalmente. Ho scalato molte posizioni in classifica. Sono felice di affrontare gli altri sette migliori giovani tennisti oltre a me”, dice Jannik. Certo molto soddisfacente ma anche molto faticosa. Meno male che questo sarà il suo ultimo impegno. “Non ho contato i tornei. Ma ne ha giocati molti. E disputato molte partite. Ho preso un sacco di aerei”, spiega il baby prodigio di San Candido.
Un ultimo sguardo sul tennis azzurro lo getta Tiafoe, che dovrà affrontare l’Italia in Coppa Davis a Madrid con i suoi Stati Uniti. “È stato un anno incredibile per il tennis italiano. Fabio ha giocato molto bene e Berrettini si è addirittura qualificato per le Finals. Matteo è un mio amico sono felicissimo per lui. Jannik avrà un grande avvenire”, enfatizza l’esplosivo tennista afroamericano. Anche lui, senza girarci troppo attorno, suggerisce come ormai il richiamo di una vacanza è fortissimo. “È un onore giocare in Davis. Forse non è il massimo a questo punto della stagione. Non mi sarebbe dispiaciuto andare in vacanza. Ma dobbiamo competere per il nostro paese”. Prima però c’è da pensare alle Next Gen Finals, che non sono proprio un’esibizione.