Dalla sua creazione, molti tennisti hanno approfittato dell’account Instagram “Behind The Racquet” per raccontare le loro storie difficili. L’ultimo a “impossessarsi” dell’account ideato da Noah Rubin è stato il numero uno di doppio, Juan Sebastian Cabal. Il colombiano, vincitore di due Slam quest’anno (Wimbledon e US Open) in coppia con il connazionale Robert Farah, ha raccontato del grave infortunio al ginocchio che nel 2005 mise di fatto fine alla sua carriera di singolarista. Con l’aiuto e l’incoraggiamento dei medici e dei fisioterapisti, una sorta di “seconda famiglia”, Cabal è però riuscito a tornare in campo e a conquistarsi la prima posizione del ranking ATP di doppio.
“Stavo giocando un future in Messico nel 2005. Era l’inizio del secondo set quando, rincorrendo una palla, ho sentito qualcosa di molto doloroso al ginocchio. Il mio avversario gioca una normale volée incrociata e mentre mi muovo per raggiungerla, il mio piede rimane bloccato e la gamba si gira dalla parte sbagliata. Non riuscivo letteralmente a muovermi e sono stato costretto a ritirarmi. Sono tornato subito in Colombia per fare una radiografia e tutti gli esami del caso. È stato molto difficile sentire che l’infortunio avrebbe reso necessario un intervento chirurgico. Una settimana e mezza dopo era tutto fatto. Ci è voluto davvero molto tempo per recuperare: circa sei mesi senza nessuna attività fisica. Ci sono voluti circa nove mesi prima che potessi tornare a correre.
Ho combattuto per tornare a giocare qualche incontro di singolare dopo, ma alla fine ho definitivamente chiuso con il singolo nel 2013. Il fatto di essere riuscito a tornare a competere è stato incredibile. Ho avuto un folto gruppo di medici e fisioterapisti che hanno lavorato con me ogni giorno. Mi hanno incoraggiato ogni giorno a provare a me stesso che potevo tornare ad alto livello. Mi hanno spiegato che loro potevano fare tutto ciò che era in loro potere, ma che il recupero dipendeva dal mio impegno. Sono diventati il mio team, quasi la mia famiglia. Con tutte le ore di lavoro, motivazione e incoraggiamento, loro erano quelli che mi scrivevano per primi dopo una grande vittoria, i ragazzi che davvero conoscono me e il mio gioco.
Devo molto del mio attuale successo a quello che hanno fatto per me. Non mi sarei mai aspettato che cambiare dal singolo al doppio avrebbe cambiato la mia vita. Giocando i tornei e rendendomi conto che il mio ginocchio non recuperava bene dopo lunghi incontri di singolare, ho capito che dovevo fare un cambiamento. Dovevo trovare una soluzione per riavere il mio corpo al 100%. Non è stata poi una decisione così difficile, perché se volevo continuare a giocare a tennis, dovevo per forza lasciare il singolare. Questo mi ha permesso di mettere più impegno nel singolare e lottare per giocare le Olimpiadi nel 2012. Non è stato facile per le persone intorno a me, come ad esempio gli sponsor, però hanno continuato a supportarmi e oggi festeggiamo tutti insieme”.