“Spero che le cose possano andare bene”. Esordisce così un tranquillo Rafa Nadal dietro ai microfoni nel “Media day” a due giorni dall’inizio delle ATP Finals. Dopo il ritiro precauzionale prima della semifinale a Bercy contro Shapovalov a causa di un piccolo stiramento al muscolo retto addominale destro, era in forse la presenza stessa del fenomeno di Manacor in quel di Londra. Sciolta la riserva e raggiunta la capitale mercoledì, ha iniziato ad allenarsi nella stessa giornata sui campi coperti del Queen’s. Come d’abitudine, tuttavia, mette le mani avanti e getta più ombre che luci sulla sua condizione: “Devo però vedere come reagisce il tutto quando carico come devo per essere competitivo al 100%. A quel punto, sapremo qualcosa di più su ciò che potrà accadere. Ho l’illusione e la speranza di potercela fare. Ma non sono in grado di dire quello che potrà succedere”.
Pare che non ci sia alcun problema per la maggior parte dei colpi e si allena ad alta intensità nel gioco da fondo. Ben diverso, come si sapeva, è l’impatto dello stiramento sul movimento della battuta. “Ieri [giovedì] ho servito piano. La parte positiva è che non si tratta di uno strappo, altrimenti non potrei neanche essere qui” spiega Rafa ricordando il tipo di infortunio. “In situazioni del genere, bisogna vedere come evolvono le cose. Cerchiamo di fare le cose nel modo più prudente possibile per tentare di arrivare pronti a lunedì”. L’esordio di Nadal, chiamato anche a difendere il numero uno del mondo, è appunto previsto per lunedì sera contro Sascha Zverev che, seppur per motivi completamente diversi, può essere considerata l’altra incognita del Gruppo Agassi.
Coach Moya si era già dichiarato soddisfatto del primo allenamento alla O2 Arena di giovedì . “Credo che sia andato bene” ha detto. “Stiamo facendo passi nella direzione giusta e li stiamo facendo poco alla volta. La nostra filosofia è essere cauti, però sappiamo che abbiamo ancora quattro giorni davanti. In linea di massima, sarà pronto per gareggiare”.
Prudenza è la parola d’ordine, in campo e nelle dichiarazioni. “Non possiamo commettere alcun passo falso e perfino facendo le cose al meglio c’è sempre la possibilità che vada male” ricorda Nadal. “Il problema è in una zona di conflitto quando si tratta di servire. Ieri ho provato ma con grande cautela. Si tratta di intensificare gradualmente lo sforzo sulla zona e, a mano a mano che ci si sente a proprio agio, aumentare ancora”. Ciò che si appresta a fare una volta lasciata la sala stampa, per poi valutare giorno per giorno. Rafa ci tiene comunque a rassicurare che tutto il resto va bene, ribadendo che non ha alcun problema nel giocare da fondo.
“Mi sento al meglio e non ho nessun tipo di dolore. E nemmeno in battuta, al livello di intensità con cui ho servito ieri, avverto fastidi”. L’ottimismo, forse inavvertitamente espresso in tale misura, è subito rimesso al proprio posto: “Bisogna però essere realisti. Quando hai una piccola lesione muscolare, il tempo fra sabato scorso e oggi, venerdì, è meno di una settimana. Dobbiamo essere prudenti, non mi sento a disagio, però non ho servito. Quando lo farò al 100%, e non succederà fino a domani, vedremo come reagirò”.
Un trofeo che ancora non ha azzannato, due finali (2010 e 2013, perse rispettivamente da Federer e Djokovic) e diverse assenze, l’ultima lo scorso anno. Mentre Roberto Bautista Agut, prima riserva, vorrebbe giocare ma certo non a spese di un infortunato compatriota, Rafa non può che concludere sulla falsariga tenuta fino a questo momento, un continuo ondeggiare fra atteggiamento positivo e pessimismo: “I medici sono fiduciosi che le cose vadano per il meglio. Io posso parlare delle mie sensazioni che sono buone in questo momento, però con queste faccende muscolari sapete che un brutto movimento o un passo falso possono rovinare tutto”.
Sono 640 i punti di vantaggio su Nole a cinque incontri dalla chiusura della stagione. 200 punti in palio per ogni match vinto nel girone, 400 per la vittoria in semifinale e altri 500 per il “Maestro”. Nadal dovrebbe quindi raggiungere la finale da imbattuto per rendere vano ogni sforzo di Djokovic, il quale a sua volta non può fermarsi prima della finale se vuole avere chance di competere per la vetta del ranking. Per il dettaglio di tutti gli scenari vi rimandiamo a questo pezzo.