12. Sofia Kenin b. Belinda Bencic, 6-7(2), 7-6(4), 6-4 Maiorca, Finale
Quando si gioca questa finale, nel mese di giugno, Bencic e Kenin sono numero 13 e numero 30 del ranking. Finiranno la stagione alle posizioni 8 e 14, a conferma dei progressi compiuti e del valore del loro tennis, in grado di essere efficace su tutte le superfici, erba inclusa.
Un match in costante equilibrio, se si eccettua la partenza a favore di Bencic (3-0), che però Kenin pareggia rapidamente. Si arriva al tiebreak, quasi senza storia: 7-2 Bencic.
Nel secondo set, quando Belinda strappa il servizio alla sua avversaria sul 7-6, 4-4, i giochi sembrano fatti. A maggior ragione sul 7-6, 5-4, 40-30 e servizio: match point. Ma Kenin è una giocatrice irriducibile, capace di dare il meglio di sé nella lotta e nei momenti di difficoltà. Annulla il match point e poi ne salva altri due sino a rovesciare il game, e rimettendo tutto in equilibrio: 5-5. Sofia vince il secondo tiebreak della giornata e rimanda tutto al terzo set.
Il terzo set ha il tipico andamento da erba, con la prevalenza del servizio e nemmeno l’ombra di palle break per i primi otto game. Decisivo il passaggio a vuoto di Belinda nel nono gioco, che rompe definitivamente gli equilibri. 6-7, 7-6, 6-4 in due ore e 45 minuti.
Molto significativo il progresso di Sofia nel corso del match, passata dai 29 errori non forzati del primo set agli appena 4 del terzo. Altro dato rilevante (e parzialmente inatteso) è il numero dei vincenti, che dimostra l’impostazione più offensiva della Kenin del 2019: ben 52, contro i 29 di Bencic.
11. Aryna Sabalenka b. Alison Riske 6-3, 3-6, 6-1 Wuhan, Finale
Un match fra due giocatrici abituate a fare bene in Oriente. Tre tornei su cinque (in quel momento) vinti da Sabalenka in Cina; sei finali WTA (su 9 in carriera) raggiunte da Riske in Cina.
Alison, a 29 anni compiuti, sta vivendo la migliore stagione della carriera: per la prima volta Top 30, ha superato nei turni precedenti Kvitova e Svitolina. Durante la settimana ha giocato come mai prima; efficacissima in risposta e nel contrattacco, ma soprattutto con una profondità di palla impressionante: flirta costantemente con la riga di fondo, eppure riesce lo stesso a sbagliare pochissimo.
D’altra parte Sabalenka ha sconfitto Bertens e Barty sfoderando, dopo mesi di crisi, di nuovo il suo tennis di attacco poderoso. Aryna parte meglio, sale 5-1 e chiude 6-3 il primo set.
Ma dopo l’avvio difficile Riske sembra avere trovato la chiave per gestire la grande aggressività della avversaria, tanto che nel secondo set è l’unica capace di ottenere un break. Conti pareggiati con lo stesso punteggio di 6-3.
Per tenere testa alla pressione di Aryna nei primi due set, Alison ha compiuto uno sforzo enorme, e ne paga le conseguenze nel terzo set: la sua palla si accorcia e di fronte a parabole più semplici Sabalenka mette a segno vincenti a ripetizione. Il 6-1 conclusivo permette ad Aryna di confermarsi “regina” di Wuhan per due anni consecutivi.
Un match di notevole qualità, in cui entrambe le giocatrici hanno gestito ottimamente la tensione dell’alta posta in palio, come testimonia il saldo fra vincenti/errori non forzati: Riske zero (18/18) Sabalenka +15 (49/34). E forse per la prima volta in Cina, la partita si svolge nel palazzo dello sport di Wuhan praticamente esaurito: nella città di Li Na, la cornice di pubblico è finalmente all’altezza di una finale importante.
10. Ashleigh Barty b. Amanda Anisimova 6-7(4), 6-3, 6-3 Roland Garros, Semifinale
Sembra quasi incredibile, eppure è vero: nello Slam su terra battuta del 2019 approdano in semifinale una statunitense di appena 17 anni, che per la prima volta affronta la stagione europea WTA (Amanda Anisimova), e una tennista che al Roland Garros nelle cinque partecipazioni precedenti ha vinto appena due match (Ashleigh Barty).
Barty è più esperta (cinque anni di più), ma Anisimova è reduce dal successo nel turno precedente sulla campionessa del 2018 Halep, eliminata con un perentorio 6-2, 6-4. È una giornata complicatissima per giocare a tennis: pioggia e vento vanno e vengono, con scrosci e folate improvvisi che producono condizioni difficilissime e snervanti per un evento di tale importanza.
All’avvio Barty domina: 5-0 e servizio, e raggiunge anche due set point sul 40-15. Quando il set sembra irrimediabilmente perso, Anisimova reagisce: aggiusta la mira dei suoi colpi potenti e filanti e riesce incredibilmente a recuperare, sino al 6-5 e servizio. In un contesto al limite della regolarità sembra che anche le giocatrici per dare il meglio debbano ugualmente sentirsi al limite, sull’orlo del baratro. Barty si riassesta, forza il set al tiebreak, ma finisce per perderlo. 7 punti a 4 Anisimova.
Secondo set. Amanda sembra ormai inarrestabile. Sull’onda dell’entusiasmo sale 7-6, 3-0 con un parziale da KO: dodici punti a zero. A Parigi si comincia a ipotizzare una finale fra teenager: Vondrousova contro Anisimova. Ma questa semifinale è una partita che, proprio come il meteo, si sviluppa a folate: improvvisamente è il momento di Ashleigh di infilare sei game consecutivi e pareggiare i conti; da 0-3 a 6-3.
Terzo set. Di nuovo avanti Anisimova sul 2-1 e servizio, prima che Barty ottenga lo strappo decisivo: sale 5-2, non riesce a convertire tre match point sul servizio di Amanda, ma arriva all’obiettivo nel game successivo, quando ha il vantaggio della battuta. Il 6-3 raggiunto al sesto match point vale l’ingresso nella finale Slam.
Una partita fuori da ogni schema: in un clima terribilmente difficile, con in palio una posta altissima, disputata fra due giocatrici che si sono scoperte protagoniste anche sulla terra battuta. Alla fine, a prevalere è la più “esperta” Barty, che malgrado le condizioni di gioco proibitive, riesce a concludere con un saldo positivo vincenti/errori non forzati: Barty +7 (40/33), Anisimova -20 (21/41).
a pagina 3: I match dalla posizione 9 alla 7