dal nostro inviato a Madrid
A tre anni di distanza dalla sua ultima partecipazione (semifinale del 2016 persa dai britannici contro l’Argentina a Glasgow), Andy Murray è tornato a giocare in Davis. Il rientro non è stato dei più comodi, tanto che allo scozzese sono servite 2 ore e 51 minuti per avere la meglio contro il sorprendente olandese Tallo Griekspoor. Ecco le parole di Andy nella conferenza stampa post match.
Come ti senti Andy? Come sta reagendo il tuo fisico?
Sicuramente è stato un match fisicamente duro e già al momento dell’ingresso in campo non mi sentivo benissimo. Adesso vediamo come risponde il fisico e quale sarà la programmazione per i prossimi giorni. Non è che voglio avere riposo, ma al momento non ho idea di come mi sentirò domattina. Ho avuto una conversazione con Leon (il capitano), la decisione se farmi giocare è sua. Vedremo anche domattina come vanno le cose e come si evolvono i match oggi.
Potresti spiegare un po’ come hai preparato il match?
Griekspoor era una sorpresa. Abbiamo guardato un po’ di suoi incontri, le sue statistiche, ma non c’è stato molto tempo per fare una review approfondita. Di solito nei tornei ATP principali questo non succede, nei prossimi match non dovrebbe succedere. Quando sono entrato in campo sapevo che non ero al meglio ed ero nervoso. Gioco da 14 anni e so come funziona, alcuni ragazzi in Davis si esaltano, poi se gli avversari si prendono rischi e ad esempio servono le seconde a 180 km/h…
C’è stato un momento in cui pensavi di non farcela?
Sul 5-4 15-30 nel terzo set è stato difficile. Anche nel tie break sono stato sotto ma spesso in carriera ho trovato modi per vincere anche non giocando bene, e oggi è stato uno di questi. Sono riuscito a mettere in campo qualche buona difesa e sono orgoglioso di essere riuscito a vincere.
Pensi di avere preso il match un po’ alla leggera?
No, non credo. Ci sono stati diversi fattori, non è come quando si ha 25 anni, adesso quando si è passato un po’ di tempo senza giocare match competitivi ci vuole un po’ di tempo per prendere il ritmo. Poi ultimamente ho avuto un problema al gomito e mi sono dovuto fermare, ho anche finito per andare in sovrappeso di 4 kg, e questo non aiuta negli spostamenti. Poi adesso che sono di nuovo padre voglio anche dedicare del tempo a mio figlio, le priorità sono diverse. In generale siamo stati il team che è arrivato per primo qua a Madrid, abbiamo avuto modo di allenarci, provare le condizioni del campo e stare insieme.
DOMANDA UBITENNIS: ieri in conferenza stampa avevi affermato che una delle tue preoccupazioni per il nuovo formato della Davis era anche la partecipazione del pubblico: oggi come ti è sembrato? L’arena era più piccola, ti è piaciuta?
Si sono rimasto senz’altro soddisfatto, l’atmosfera era eccellente e mi è piaciuto giocare in questo ambiente. Alla fine non conta quanta gente è presente ma l’atmosfera. Avere 6000 persone in un’arena da 15.000 non è un granché. Molto meglio un contesto come quello odierno in cui l’atmosfera era più “intima” e si sentiva il calore del pubblico. Meglio un’arena piccola ma piena che una grande mezza vuota. Mi è piaciuto anche vedere che c’era una bella partecipazione sia dal Regno Unito che dall’Olanda.
Parlando del nuovo formato che ne pensi? Ieri Rafa ha detto che la pressione è diversa rispetto al passato. E del fatto che il Canada ha perso ha tavolino il doppio con gli USA?
Una volta le partite al meglio dei 5 consentivano di partire più liberi, qua si gioca al meglio dei 3, la superficie è veloce ed è un incentivo a giocare aggressivi. Non c’è spazio per gli errori, forse è più divertente per gli spettatori, ma più stressante per i giocatori. Rispetto al fatto che il Canada si sia ritirato nel doppio credo che non sia positivo, non ci sono match senza importanza, credo che avrebbero dovuto giocare anche perché avevano tempo per recuperare.
Rispetto al futuro quali sono i tuoi obiettivi?
Mi piacerebbe sicuramente essere a Tokyo alle Olimpiadi, mi piace il clima del team e competere per il mio paese. Poi alla fine del 2020 vedrò come mi sentirò.