E anche un altra stagione è passata agli archivi sul circuito ATP. Di tennis? Macché di moda. In estrema sintesi. È stato un 2019 all’insegna delle linee geometriche. Mondrian avrebbe apprezzato molto questa tendenza. Ma non tutti ne hanno fatto un uso sapiente. Dopo anni e anni, i marchi di abbigliamento sportivo non si sono ancora messi in testa che viola, fucsia e rosa sono colori da maneggiare con cura. Federer ha preso definitivamente il controllo su ciò che si mette addosso ed era il momento che tutti aspettavano. Ecco qua il meglio e il peggio dei completi visti in questa stagione.
Top 5
5) Marin Cilic, Diego Schwartzman, John Isner – Fila (collezione Rolando)
Fila ha fatto la storia del tennis, basti pensare alle pinstripes sulla polo di Bjorn Borg nell’epica finale di Wimbledon del 1980 ma anche i completi di Guillermo Vilas e del nostro Adriano Panatta. E in questo 2019, il brand biellese oggi in mani sudcoreane, è andato proprio ad attingere nel passato tra i bozzetti del designer degli anni settanta Pierluigi Rolando, per trovare l’ispirazione per i suoi outfit. Il risultato è stato molto interessante. La collezione a lui intitolata si è distinta grazie alle sue trame geometriche, dal richiamo astrattista e bauhaus. Il completo più riuscito è stato probabilmente quello indossato da Marin Cilic durante gli US Open e Diego Schwartzman a Buenos Aires, due tornei cari ai rispettivi tennisti, con le linee colorate sui fianchi della maglietta e sui pantaloncini. Ma anche quelli “patriottici” di John Isner a Miami e ancora Schwartzmann alle finals di Davis erano notevoli. Non ci sono più i designer di una volta, viene da dire.
4) Novak Djokovic, Australian Open – Lacoste
E ha giocato sulle geometrie anche Lacoste nella prima parte di stagione nei suoi outfit creati appositamente per Novak Djokovic. In effetti, questi completi rispecchiano a pieno lo stile Nole. Sobrio e semplice. Ma anche moderno, con colori dalle tonalità accese e sgargianti. Come il blu elettrico della polo utilizzata dal fenomeno serbo nella sua vittoriosa campagna all’Australian Open. Coordinato con dei pantaloncini bianchi a fare da spezzato e delle scarpe colorate in tinta con la maglietta. Un dettaglio quest’ultimo che Djokovic si porta dietro da anni. Insomma un outfit manifesto per lui: semplicità + geometria + rigore + attenzione ai particolari = vittoria.
3) Roger Federer, US Open – Uniqlo
Si entra nelle zone calde della classifica. Si entra dunque in zona Federer. Questo 2019 segnava la prima stagione del suo matrimonio con Uniqlo, marchio di abbigliamento giapponese a basso costo. Le aspettative erano alte anche perché probabilmente Roger non aveva mai avuto così tanta voce in capitolo nella creazione dei propri completi. Ma sono state assolutamente rispettate. Agli US Open ad esempio, il maestro di Basilea si è presentato con quella che potrebbe tranquillamente essere la miglior coreana delle tante viste in queste ultime anni, in termini di eleganza e pulizia. Il colletto è a contrasto e insolitamente lungo. I colori sono i classici bianco e nero, con dettagli in rosso, a richiamare il simbolo di Uniqlo. Le due strisce sulle maniche danno un tocco più sportivo. Tutto molto sofisticato, molto federeriano.
2) Alexander Zverev e Dominic Thiem, Wimbledon e tornei pre-US Open – Stella McCartney x Adidas
Mentre in molti guardano al passato, Adidas quest’anno ha deciso di proiettarsi verso il futuro. Un futuro sostenibile utilizzando materiali completamente biodegradabili a tutela della pulizia degli oceani. Un futuro fatto di colori vivaci, colletti alti con la zip e variazioni di trame. Questa è la sintesi della collezione creata per Wimbledon e i tornei successivi in collaborazione con la stilista Stella McCartney, figlia di Paul, che da tempo collabora con il brand tedesco delle tre strisce. A portarla sul campo sono stati due tennisti giovani, dal gioco assolutamente contemporaneo e pure germanofoni, ovvero Alexander Zverev e Dominic Thiem. La versione londinese in total white era interessante e metteva meglio in mostra i giochi di trame nella maglietta ma quelle in rosso e nero sono di maggiore impatto visivo e incisività.
1 ) Roger Federer, Australian Open – Uniqlo
Una normalissima polo bianca con dei pantaloncini blu avio al primo posto? Sì ma lo avete visto quel colletto in stile hawaiano? L’anno scorso c’erano camicie con quel colletto in tutti i negozi di abbigliamento fashion di ogni fascia di prezzo. Ma sul campo da tennis non si era mai visto a memoria. In più quel blu ha davvero una bella tonalità, tenue ma non troppo. Ah è l’outfit di Roger agli Australian Open? Ma che ve lo dico a fare. Leggenda, Icona, Trendsetter.
Flop 5
5) Mikhail Kukushkin e Martin Klizan, Australian Open e US Open – Sergio Tacchini
Il gradino più basso di questa cinquina degli orrori, in antitesi con quello delle meraviglie, va ad un altro brand storico, Sergio Tacchini. Quello delle strisce bianche e blu sulla polo di McEnroe nella già citata finale di Wimbledon tanto per dire. Ma anche degli esordi di Pete Sampras e della vittoria ai championships di Goran Ivanisevic. Invece di guardare al passato e puntare sul classico come Fila, Tacchini ha osato, sia in termini di colori che disegni sulle sue polo. Fin troppo verrebbe da dire guardando le polo appioppate ai due atleti principali tennisti sponsorizzati dal brand, ovvero Mikhail Kukushkin e Martin Klizan. I fashion crimes sono molto gravi: abbinare verde acqua e fucsia, mettere due motivi diversi assieme su tutti. Chi li ha disegnati meriterebbe una punizione severa. E noi meriteremmo anche una spiegazione del significato del disegno sulla polo nella foto in alto a sinistra. Quelle in basso sono delle montagne? Sopra ci sono delle fiamme? Cosa c’entrano insieme?
4) Rafael Nadal, Indian Wells – Nike
Da quando Nadal ha fatto la comparsa sul circuito, si sono formati due partiti tra i fashionistas: quelli che pensano che lo smanicato sia accettabile su un campo da tennis e quelli che non lo pensano e non si stancheranno mai di dirlo anche se lui è abbronzato e muscoloso. Chi scrive è iscritto a quest’ultima formazione. E questo vale come premessa. Ad Indian Wells, Rafa ha declinato quest’indumento che va bene giusto nello sport con la palla a spicchi in fucsia, colore con il quale un outfit maschile risulta un pugno nello stomaco nella maggioranza dei casi. E il fenomeno iberico non è nuovo all’uso di questo tipo di colori. I bordi arancioni aggiungono un secondo colore vivace ad un completo che lo era fin troppo. Rafa vuole portare la sua Maiorca in giro per il mondo. Ma magari l’abbigliamento da spiaggia potrebbe anche lasciarlo nel cassetto.
3) Collezione Nike, Roland Garros e tornei pre-Wimbledon – Nike
Con l’uscita di scena di Federer, Nike ha deciso di rompere definitivamente con la tradizione quest’anno e dare un taglio streetwear alle sue collezioni. Che tanto di moda ora va tra i giovani. Gli esiti di questa operazione di rinnovamento sono stati alquanto discutibili. L’apice del kitsch il brand del baffo lo ha raggiunto al Roland Garros con una linea che metteva assieme stampe che non possono stare assieme (e che forse non dovrebbero nemmeno esistere in primo luogo su dei completi da tennis): fiori, api e persino scheletri con la racchetta in mano. Tutti rigorosamente in nero. La combinazione maglietta floreale, pantaloncini con le api e scarpe a contrasto gialle era forse quella più confusionaria e meno coerente vista nel circuito maschile in questa stagione. Sembra fatta da un adolescente ribelle che si veste a caso solo per infastidire i genitori. Se poi la indossa Nick Kyrgios allora tutto assume ancora meno senso (o forse lo assume in maniera definitiva).
2) Kei Nishikori, Roland Garros e US Open – Uniqlo
Se Uniqlo lascia ampia libertà creativa a Federer, dobbiamo supporre che lo faccia anche con Kei Nishikori. Peccato che il giapponese non abbia per nulla lo stesso senso dello stile del suo collega svizzero. In particolare Nishikori sembra avere un problema con la scelta e l’accostamento dei colori. I suoi abbinamenti sono schizofrenici. Al Roland Garros si è presentato con un outfit che includeva cinque (cinque!) colori: fucsia nella parte alta (fucsia è il caso di ripeterlo) della polo, bianco intervallato da una striscia nera, giallo canarino sul ventre e verde petrolio nei pantaloncini. Agli US Open i colori erano “solo” quattro: azzurro, ancora bianco e nero nella striscia della maglietta e poi un ocra veramente bruttino. Viene da chiedersi se sia daltonico. Noi però non lo siamo purtroppo.
1 ) Stan Wawrinka, finale di stagione – Yonex
Yonex e Wawrinka. Un sodalizio caratterizzato dalla vittoria, con tre titoli slam. Un sodalizio caratterizzato dal cattivo gusto. I pantaloncini a quadretti del titolo del Roland Garros del 2015 sono ancora impressi nell’immaginario collettivo come i più inguardabili degli ultimi anni. Ma anche il total fucsia con il quale ha alzato il trofeo degli US Open l’anno successivo era agghiacciante. In questa stagione sembrava che il marchio giapponese volesse risparmiare a Stan l’ennesimo obbrobrio. E invece, proprio sul finale di stagione, gli ha spedito questo completo, indossato ad esempio ad Anversa. La maglietta è rosa porcellino e ha una inspiegabile linea sul petto che prosegue anche dietro alla schiena. I pantaloncini sono color vinaccia. E, dulcis in fundo, le scarpe sono rosse. Rosa, vinaccia e rosso. Peggio di così non si poteva fare. Stan is not the man quando si tratta di stile.