Quasi sembrava che quest’anno saremmo stati risparmiati; invece, eccoci ripiombare nell’ineludibile periodo dell’anno senza tennis se non quello delle repliche in TV o quello fai da te insieme a un altro disperato in crisi di astinenza, spesso più attento ai due “seconda categoria” che si allenano sul campo di fianco che al proprio servizio: proprio adesso devono giocare quei due? Sembra che facciano schioccare i loro colpi solo per umiliarci. Molto meglio tornare a casa per scrivere di… quello che accade tra l’ultimo torneo e l’inizio della preparazione in vista della stagione successiva: le vacanze! Pronti allora a scartabellare fra le immagini di tennisti su spiagge bianchissime e quasi deserte, di palafitte che si ergono su un’acqua limpida che sembra quella in bottiglia senza lo svantaggio della plastica e di escursioni in posti magici, mentre l’aria plumbea e fradicia imbratta i vetri delle tue finestre. Sì, molto meglio.
#NOTTHEMALDIVES – L’hashtag scherzosamente lanciato da Madison Keys non è casuale. Giocare a tennis per lavoro probabilmente non è lo stesso che starsene in un cubicolo davanti allo schermo del PC o in catena di montaggio; tuttavia, quando infine arrivano le agognate ferie e si mette una decina di ore di volo tra sé e la routine condita dalle solite facce, anche per un pro non dev’essere il massimo incontrare dei colleghi nel luogo di villeggiatura prescelto. In questi giorni, al Waldorf Astoria Maldives Ithaafushi, ci sono sia David Goffin che Daniil Medvedev.
Quasi ci sembra di vedere David, iperattivo e ansioso di smaltire il bagel rimediato da de Minaur nell’ultimo match di stagione, che cerca di coinvolgere il russo: “Ehi, Bear, c’è anche Fernando Verdasco su uno di questi atolli. Lo chiamiamo e organizziamo delle sfide? Ti presto una delle mie racchette”. E, anche più chiaramente, vediamo Daniil spiegargli che gli 80 incontri di quest’anno possono bastare e che deve lasciare in pace Nando, il tutto senza abbandonare la posizione sull’amaca né aprire bocca, ma usando un solo dito, da grande comunicatore qual è.
IL VERO VIAGGIO È PER VACANZA – Ha chiuso la deludente stagione a fine settembre, Sloane Stephens, campionessa a Flushing Meadows due anni fa. Secondo una ricostruzione improbabile basata su qualche foto, Sloane è stata dapprima impegnata al National Campus della USTA a dispensare ai ragazzini aspiranti professionisti preziosi consigli (“Se volete diventare numeri uno, servono sacrifici e lavoro duro tutto l’anno; se vi accontentate di vincere uno Slam, invece…”). Ha anche chiesto all’amica Madison Keys di raggiungerla dopo averla rassicurata che non si trattava di dover giocare. Non che Maddie avesse dubbi al riguardo e ha commentato furba: “L’unica persona per la quale vado sul campo fuori stagione”. Terminato quell’impegno, Sloane si è rifugiata a Maui, nelle Hawaii.
CARPAZI DIEM – Dopo un anno a volare da una parte all’altra del globo, prendere un altro aereo non sembrava una cosa saggia a Petra Kvitova. Meglio allora cogliere l’occasione per rilassarsi nella vicina Slovacchia, precisamente sugli Alti Tatra.
L’ISOLA MISTERIOSA – L’olandese Kiki Bertens ha approfittato del viaggio per festeggiare il compleanno del suo compagno, con il quale pochi giorni dopo si sarebbe sposata. Non ci rivela però la destinazione della vacanza ormai conclusa. Un attimo… ma quella non è la stessa piscina ora occupata da Goffin?
UN’IDEA ORIGINALE – Sì, anche Serena Williams ha fatto una capatina alle Maldive. Quella frase, “mi sentirete ruggire”, potrebbe essere semplicemente un richiamo all’abbigliamento oppure una promessa. Per non correre rischi, preferiamo evitare tentativi umoristici.
LA SPA CHE VENNE DAL FREDDO – Ecco finalmente qualcuno che si tiene lontano da equatore e tropici: Aryna Sabalenka sceglie Mosca e un centro benessere. Male non sembra farle.
I SCREAM – Opta per il freddo anche Elise Mertens. “Quale posto migliore dell’Iceland per mangiarsi un ice cream” deve aver pensato la compagna di doppio di Aryna. Sembrano esserci opzioni più logiche ma, se è stata davvero l’ultima occasione di mangiarne uno prima della preparazione invernale come suggerisce l’hashtag, va benissimo farlo in Islanda. Il giovanotto mezzo assiderato e sul punto di urlare perché gli si è incollato il gelato seriamente gelato alle labbra è Robbe Ceyssens, presumibilmente full time boyfriend e part time coach.
SULLE ORME DI PETRA – Alti Tatra anche per Belinda Bencic, che ha celebrato il ritorno in top ten dopo oltre tre anni di assenza con un ritorno alle origini, dal momento che la Slovacchia è la terra natia dei suoi genitori.
DELIRIUM BREMENS – Conquistata dallo Sri Lanka, Angelique Kerber condivide una delle poche foto scattate durante le vacanze. L’ex numero uno del mondo crede infatti che sia “più importante godersi l’avventura mentre succede che non attraverso le lenti di un telefono”. Il suggerimento “meno foto” postato su Instagram ricorda un po’ il “meno clienti” di Jerry Maguire. I social-dipendenti fingono di darle ragione, ma sotto sotto pensano “la tennista di Brema sta delirando”.
PARTIAMO DALLE BASI – Fare “il morto” nel Mar Morto non è particolarmente impegnativo (a causa del sale, non del nome), ma non ci sentiamo di biasimare la giovane Amanda Anisimova che ha scelto il punto più basso della Terra per lo slancio verso le zone più alte della classifica.
TRUE COLORS – “… le emozioni emergono più intense in bianco e nero. Il colore è una distrazione in un certo senso, appaga l’occhio ma non raggiunge necessariamente l’essenza delle cose”. Stefanos Tsitsipas, anch’egli in Islanda, perfettamente calato nel ruolo di Maestro.
UNA CLASSIFICA CLEMENTE – Direttamente dal Parco Nazionale del Serengeti, ecco l’ex n. 10 del mondo Lucas Pouille con la moglie Clemence. Lo ammettiamo, si è sposato a nostra insaputa. Al contrario, la sua pur fugace top ten ci tormenta ancora.
LE TOP 5 – La regina della WTA resta nel natio Queensland: ecco Ashleigh Barty in golfistica azione (un chiaro ossimoro) sull’Isola di Hamilton. È a millecento chilometri dalla sua Ipswich ma, trattandosi dell’Australia, probabilmente la considera vicina.
Karolina Pliskova si abbuffa di piadina sulla spiaggia di Rimini. A una più attenta occhiata, si tratta di cocomero. Forse, allora, non è nemmeno la riviera romagnola.
Recuperata sul filo di lana una stagione che rischiava di essere davvero deludente dopo lo sfavillante inizio in Australia e candidata a miglior giocatrice dell’anno, Naomi Osaka in versione quarterback si gode sole e mare cristallino senza dilungarsi in commenti.
Non possono mancare i ringraziamenti speciali a Darren Cahill quando c’è di mezzo Simona Halep, qua in versione particolarmente leggera.
Parigi, Milano, le Alpi svizzere: eurotrip più che meritato per Bianca Andreescu. Partita fuori dalle prime 150 e arrivata al 5° posto WTA con uno Slam in saccoccia e un saldo vittorie-sconfitte di 48-7, il tutto nonostante quattro mesi persi per infortunio, non ha certo bisogno di qualcuno che le dia una spinta sul campo da tennis. Viceversa, per quanto riguarda l’altalena…
AND THE WINNER IS… – Sarà che ha finito con anticipo la stagione tennistica, sarà che la stessa è stata ben inferiore alle (peggiori) aspettative, ma Garbiñe Muguruza ha voluto mettersi alla prova affrontando la più alta vetta dell’Africa, il Kilimanjaro. Fantastico. In realtà, è successo per sbaglio. Garbiñe stava navigando (in rete, non in barca) tra le spiagge africane alla ricerca di quella giusta dove sfoggiare l’ultimo bikini. Che, se il fisico perfetto non l’ha aiutata più di tanto in campo, almeno gli sforzi in palestra e i sacrifici alimentari non siano stati del tutto vani. Insomma, Mugu cerca una spiaggia e trova il Kilimanjaro. È un po’ come acquistare un CD su una nota piattaforma web: “Se ti è piaciuto questo, potrebbe interessarti quest’altro”. Quanti clic ci vorranno per passare dai Dead Kennedys agli Aqua?
“Abbiamo attraversato cascate, fiumi ghiacciati, burroni, notti gelide” scriveva nei suoi post. “Durante un’arrampicata, piangevo quando la guida mi ha detto di non guardare in basso lo strapiombo di 300 metri”. Da paura, quasi quanto servire un match point all’avversaria con la seconda battuta. Poi, finalmente, la vetta: 5.895 metri. Ma la temperatura scendeva rapidamente, 12 gradi sottozero, e così la spedizione si è rimessa subito in cammino verso il campo base: “22 ore consecutive, giorno e notte. Un grazie speciale alla mia guida per avermi tenuta sveglia quando sono collassata sul ghiacciaio”. Beh, se non è stata una vacanza questa… Nella loro hit “Africa”, i Toto sostengono spericolatamente che il Kilimanjaro si erge come l’Olimpo al di sopra del Serengeti. Chiederemo conferma a Garbiñe; magari ha anche visto Pouille passare là sotto.