Avrà compiuto da poco i trentadue anniCarla Suárez Navarro quando giocherà il suo ultimo incontro da professionista. Nata il 3 settembre 1988 a Las Palmas nelle isole Canarie, l’attuale n. 55 del ranking ha comunicato che il 2020 sarà il suo ultimo anno nel circuito, notizia che sorprende pur considerando alcuni problemi fisici che si sono fatti sentire durante buona parte della carriera. Carlita è ferma dal primo turno dello US Open, quando un infortunio alla schiena l’ha costretta prima al ritiro all’inizio del secondo set contro Timea Babos e poi a chiudere in anticipo la stagione; non che ciò le abbia impedito di dedicarsi ad altre lodevoli attività.
Proprio quel ritiro a New York le era costato una multa per scarso impegno – una sanzione che ha provocato una levati di scudi in difesa della spagnola. Perché Carla è senza dubbio una delle giocatrice più apprezzate e corrette del circuito, caratteristica che qualcuno non mancherà di sottolineare come difetto, confondendola frettolosamente con mancanza di agonismo o carenza di grinta.
È a Barcellona, Suárez Navarro, quando annuncia la sua decisione: “Il 2020 sarà il mio ultimo anno da professionista. Il tennis mi ha dato moltissimo, molto più di quanto potessi immaginare quando ho iniziato a giocare dodici anni fa. Comincio ad avere altre priorità nella vita e non credo che ciò possa essere compatibile con uno sport che esige tanto sacrificio come il tennis”. Undici finali di singolare disputate in carriera con due titoli in bacheca, l’ultimo al Premier di Doha nel 2016 che le è valso il numero 6 del mondo, suo best ranking. La ragazza di 162 cm dal bellissimo ed efficace rovescio monomane stava attraversando in un periodo di grande fiducia, con anche il dritto che aveva iniziato a far male alle avversarie e qualche giustificata ambizione di top 5. Ambizioni smorzate però dai problemi alla spalla.
“Il tennis attuale è estremamente esigente. Per rimanere al vertice, devi avere una preparazione atletica enorme e un impegno mentale continuo. Lo sto sperimentando da quindici anni e sono lezioni che mi hanno formato come persona e mi serviranno per tutta la vita”, continua Suárez, che ha anche vinto tre tornei di doppio in coppia con Garbiñe Muguruza. Tornerà in campo per l’inizio dell’ultimo giro di giostra al torneo di Auckland, ma non dovremo aspettarci una passerella, semplici apparizioni per incassare gli ultimi applausi.
“Voglio finire in modo professionale e perciò progetto una stagione intensa ed esigente come le precedenti. Tutto il mio team viaggerà con me e ho il preciso obiettivo di sentirmi orgogliosa della mia ultima stagione come tennista” assicura. “Questo è quanto mi chiedeva il cuore. Non mi sono fissata un’età né altro, semplicemente desidero chiudere una fase e iniziarne un’altra”. E rincara la dose: “Credo di avere la possibilità di competere un altro anno aspirando a tutto. Voglio terminare l’anno come top 10, mi farebbe molto piacere disputare i Giochi Olimpici di Tokyo e avrò sempre in testa di fare bene nei tornei dello Slam”. Proprio l’acuto nei Major le è mancato, pur vantando diversi quarti di finale (sette in totale) in tre dei quattro massimi eventi – e gli ottavi a Wimbledon.
Fisico permettendo, allora, non resta che metterci comodi per goderci gioco, traiettorie, rotazioni e, soprattutto, quel rovescio alla maniera di Carlita. E per vedere se la piccola spagnola saprà nuovamente ritagliarsi un ruolo da protagonista.