Settimo articolo dedicato agli anni ’10 del tennis femminile, che tratterà del 2016. Per la illustrazione dei criteri adottati, rimando alla introduzione del primo articolo, pubblicata martedì 26 novembre.
ANNO 2016
Quando finisce il 2015, malgrado il Grande Slam sfuggito in extremis, la sensazione è che il tennis WTA si possa descrivere in questo modo: una sola donna al comando, Serena Williams, e alle sue spalle posizioni incerte. Un dato fra i tanti: nella stagione appena conclusa, a parte Sharapova a Melbourne, nessuna altra finalista Slam era in quel momento Top 10. Quindi nel 2015 dietro la posizione numero 1, la situazione era stata fluida, in costante evoluzione.
Ma niente dura in eterno e quindi all’avvio del 2016 ci si chiede se Serena sarà in grado di ribadire la sua leadership, a 34 anni compiuti. Anche perchè nel frattempo sono aumentate le incognite. Dopo la sconfitta contro Vinci nel settembre 2015 a New York, Williams non è più scesa in campo. Per l’inizio della nuova stagione ha deciso (come dodici mesi prima) un rientro soft: la Hopman Cup. Ma di fatto Serena a Perth gioca in totale poco più di un set prima di ritirarsi a causa del dolore al ginocchio sinistro, che periodicamente si fa sentire.
Australian Open 2016
E così Williams si presenta al via dello Slam con tanti dubbi sulla sua condizione. In realtà le performance che offre nel corso torneo si rivelano di ottimo livello. Governa la parte alta di tabellone superando Giorgi, Hsieh, Kasatkina, Gasparyan, Sharapova e Radwanska senza perdere set, e si presenta da chiara favorita alla finale.
La parte bassa del tabellone, in teoria presidiata dalle numero 2 e 3 Halep e Muguruza, vede molte più sorprese: Simona perde all’esordio contro Zhang Shuai, mentre Garbiñe cade al terzo turno contro Strycova. Dal questo lato del draw emerge allora Angelique Kerber.
Kerber ha vinto tutti i suoi match in due set, ad eccezione del primo turno, in cui ha rischiato tantissimo, salvando un match point. Sembra essere diventato il leitmotiv degli Australian Open: prima di arrivare in finale occorre essersi salvata da un match point. Era accaduto alla vincitrice Li Na nel 2014 (contro Safarova), alla finalista Sharapova nel 2015 (contro Panova), e accade a Kerber nel 2016 contro la giapponese Misaki Doi.
Tra Serena Williams e il record di 22 Slam di Steffi Graf, c’è curiosamente una giocatrice tedesca, alla prima finale Slam in carriera. La partita fra Williams e Kerber sembra già scritta: sei volte Williams ha raggiunto la finale a Melbourne e sei volte ha vinto. E i precedenti sono 5-1, con quattro convincenti successi per Serena negli ultimi quattro incontri (dal 2012 al 2014). E invece questa volta arriva la sorpresa, nel match che non è solo il più importante del torneo, ma probabilmente anche il meglio giocato.
Kerber b. Williams S. 6-4, 3-6, 6-4 Australian Open, Finale
Kerber regge bene il peso dei colpi di Serena, che fatica a chiudere gli scambi con vincenti da fondo campo. Per questo a volte Williams prova a scendere a rete, in modo da raccogliere di volo i vantaggi costruiti da fondo; ma non sempre riesce a volleare all’altezza della sua fama. È un break nel settimo gioco a diventare decisivo: Angelique chiude 6-4 il primo set.
Nel secondo set Williams sale di rendimento, si fa più incisiva e si accende il classico confronto di stili: da una parte la giocatrice che attacca, dall’altra quella che difende, e contrattacca quando possibile. Conti pari con il 6-3 di Serena.
Terzo set. Kerber si porta avanti di un break, ma viene recuperata una prima volta; si riporta ancora avanti e arriva a servire per il match sul 5-3. Di nuovo Serena ottiene il controbreak, e quando sembra essere sul punto di pareggiare tutto (con la palla del 5-5), sorprendentemente finisce per perdere il servizio per la terza volta, per il 4-6 definitivo.
Quando si disputa la partita Serena è ancora largamente la numero 1 del mondo e Kerber soltanto una inattesa sfidante, numero 6 del ranking. Ma è da qui, da Melbourne, che parte la rincorsa al primato in classifica, ed è con questa vittoria che Angelique trova la convinzione per disputare una stagione straordinaria, la migliore della carriera.
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