Australian Open 2017
Il primo Slam del 2017 è, a mio avviso, un torneo complessivamente poco appassionante. Ma capita anche in un momento particolare: le più giovani non sono ancora pronte a prendere il centro della scena, mentre per ragioni diverse le più collaudate protagoniste della età di mezzo sono venute a mancare. Azarenka (27 anni) ferma per maternità, Sharapova (29 anni) sospesa dalla WADA, Ivanovic (29) ritirata, Kvitova (26) infortunata alla mano: sono tutte assenze che si fanno sentire. In più ci sono defezioni anche fra le giovani: Stephens (frattura al piede) e Keys (operazione al polso). Se a questo aggiungiamo la scarsa forma di Radwanska e Kerber si comincia a delineare un quadro meno ricco del solito.
Forse è un caso, o forse sono condizioni di gioco che favoriscono la potenza, fatto sta che sulle otto giocatrici che approdano ai quarti di finale sette appartengono alla categoria delle tenniste forti fisicamente. In ordine di tabellone: Vandeweghe, Muguruza, Venus, Pavlyuchenkova, Pliskova, Lucic-Baroni, Konta, Serena. Solo Pliskova fa eccezione, con caratteristiche fisico-tecniche diverse.
I turni decisivi si risolvono in un successo per il tennis statunitense, e si formano queste due semifinali: Venus Williams contro Vandeweghe e Serena Williams contro Lucic-Baroni, unica non americana ancora in corsa. Ma va sottolineato anche un dato generazionale: con la 25enne Vandeweghe, sono in corsa tre ultratrentenni. Venus nata nel 1980, Serena nel 1981, Lucic-Baroni nel 1982. Per Mirjana Lucic è un record: a distanza di 18 anni da Wimbledon 1999 ritorna in una semifinale Slam, dopo avere superato dure traversie familiari.
Le semifinali vedono prevalere Serena su Lucic e Venus su Vandeweghe. E così il titolo di uno Slam torna a essere una questione di famiglia, come non accadeva da Wimbledon 2009. E siccome Venus ha 36 anni e Serena 35 si tratta anche della più anziana finale Slam dell’era Open.
Serena Williams b. Venus Williams 6-4, 6-4 Australian Open, Finale
La finale offre il sedicesimo confronto-Slam tra le sorelle Williams, e non regala sorprese. Del resto dopo le prime tre vittorie di Venus (risalenti al 1998-2001), Serena nei Major ha perso solo due volte, nel 2005 e nel 2008, e da quel momento ha sempre vinto. A Melbourne conferma ancora una volta la sua superiorità con un semplice 6-4, 6-4.
L’andamento è un po’ anomalo solo in apertura di primo set, con quattro break consecutivi. Poi la partita si assesta: due break, sempre a favore di Serena, fanno la differenza nel punteggio.
Grazie a questo successo Williams stacca Steffi Graf nel totale degli Slam. Primato assoluto? No, perché una volta raggiunta la quota 23 per Serena comincia a delinearsi la figura di Margaret Smith Court, che ha vinto 24 titoli a cavallo delle due ere (Open e pre-Open). L’inseguimento ai record per lei non è ancora terminato.
Con il successo di Melbourne, però, intanto Williams si riprende la vetta della classifica WTA, superando Angelique Kerber.
La gravidanza di Serena Williams
Nel periodo successivo agli Australian Open, Serena non comunica pubblicamente di essere incinta. Ancora a Indian Wells dichiara forfait a tabelloni già sorteggiati, attribuendo al ginocchio dolorante la causa che la induce a rinunciare al Sunshine Double.
Qualche settimana dopo però, il 14 aprile, arriva l’annuncio. Lo stop ritarda il progetto di attacco al record di Margaret Court: Serena è in dolce attesa e il suo prossimo impegno agonistico non potrà essere prima del 2018.
La finali di Charleston e Biel
Dopo lo Slam con la prevalenza delle anziane, nel proseguo della stagione arrivano segnali importanti anche dalle giovanissime. Sulla terra verde di Charleston si disputa infatti un match da record in senso opposto. La partita tra Daria Kasatkina e Jelena Ostapenko è la prima finale WTA con in campo due teenager (nate nel 1997) dopo oltre sette anni. Occorre infatti tornare a Linz, al 18 ottobre 2009, per trovare una finale con due protagoniste sotto i 20 anni. Allora aveva vinto il torneo Yanina Wickmayer (nata il 20 ottobre 1989) su Petra Kvitova (8 marzo 1990).
Ma il parallelismo non finisce qui. Nel 2009 aveva vinto Wickmayer, che in quel momento veniva considerata più forte di Kvitova. Poi però a livello Slam sarebbe stata Petra ad avere le maggiori soddisfazioni, a partire dal successo a Wimbledon 2011.
In fondo a Charleston accade lo stesso: il torneo lo vince Kasatkina, che in classifica è in quel momento davanti a Ostapenko: numero 42 rispetto a numero 66. Darya vince in modo chiaro per 6-3, 6-1 dando la sensazione di essere più matura tatticamente e mentalmente di Jelena.
Passano meno di due mesi e le gerarchie si rovesciano, con Kasatkina eliminata a Parigi al terzo turno da Simona Halep (6-0, 7-5), mentre Ostapenko vincerà lo Slam superando proprio Simona nella partita conclusiva.
La settimana successiva a Charleston, altro segnale da una giovanissima nel torneo di Biel: la diciassettenne Marketa Vondrousova sconfigge in finale la ventunenne Kontaveit. Come per Ostapenko sarà poi il Roland Garros, nella edizione 2019, a consacrare Vondrousova con la finale Slam, raggiunta ancora da teenager.
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