In pieno autunno, nel mese delle foglie cadenti, per il tennis è tempo di primavera. C’è aria di freschezza e giovinezza ad ottobre, che vede sbocciare i giovanissimi Jannik Sinner e Coco Gauff. O meglio, i due teenager si erano già messi in luce nel corso dell’anno ma è soprattutto nel finale di stagione che riescono ad alzare ulteriormente il loro livello – già sbalorditivo – e a proseguire la scalata al successo.
Cominciamo dal nostro Jannik. Il 18enne di San Candido, allenato da Riccardo Piatti, si fa notare all’inizio dell’anno per la vittoria inaspettata del Challenger di Bergamo. È l’inizio di un percorso in cui, a piccoli passi, l’altoatesino continua a migliorare e a salire di livello. Supera così per la prima volta un turno in un torneo ATP, a Budapest, per poi issarsi nuovamente in finale al Challenger di Ostrava. Tennis intraprendente e determinazione di ferro sono le caratteristiche che cominciano a trasparire dalle performance in campo di Sinner che, a Roma (prima partecipazione a un Masters 1000), rende subito onore alla wild card ricevuta superando il primo turno dopo aver salvato un match point contro Steve Johnson. Viene fermato poi da Stefanos Tsitsipas.
Conquista un secondo titolo al Challenger di Lexington ma, soprattutto, supera le qualificazioni allo US Open per entrare così per la prima volta in carriera nel draw principale di un major, dove lo aspetta l’ex n. 3 del mondo e tre volte campione Slam Stan Wawrinka. Sinner dimostra di saper tenere testa anche a un giocatore di tale caratura, tant’è che trascina lo svizzero al quarto set. Alla fine è Stan a vincere (6-3 7-6(4) 4-6 6-3 lo score), ma l’esperienza a New York si rivela un momento chiave nella maturazione del giovane italiano.
Nel mese di ottobre, dunque, arriva il primo vero importante salto di qualità: Jannik scende in campo più determinato che mai e, ad Anversa, si regala perfino gli scalpi di Gaël Monfils e del dirompente Francis Tiafoe, per ritrovare Wawrinka in semifinale ed essere sconfitto nuovamente. Un risultato sorprendente che conferma ancora una volta il grandissimo margine di miglioramento e il vasto potenziale dell’allievo di Piatti. A fine febbraio Jannik si trovava intorno alla posizione n. 325; a fine ottobre entra in top 100. Ma non finisce qui. È tempo di NextGen Finals a Milano e Sinner vi partecipa con una wild card. Sarà un trionfo.
L’azzurro è particamente perfetto in campo. Nel Round Robin supera Tiafoe (ancora), Mickael Ymer ma perde con Hugo Humbert. Poi, in semifinale, ha la meglio su Miomir Kekmanovic e, nel round finale, liquida senza colpo ferire la pratica De Minaur – n. 18 del mondo – con un perentorio 4-2 4-1 4-2. A 18 anni e due mesi – il più giovane degli otto NextGen in gara – è lui la stella di Milano. Eppure Sinner non si accontenta. Profilo basso, tanta voglia di lavorare e migliorare, sempre. Jannik non vuole dunque mancare l’ultimo appuntamento stagionale, a lui particolarmente caro, poiché si svolge nel suo Alto Adige. Al Challenger di Ortisei Jannik mette in campo un tennis ancora più maturo, che non smette di essere propositivo, tant’è che giunge alla finale senza concedere neanche un set. Domina Lucas Miedler, Roberto Marcora, Federico Gaio, Antoine Hoang e, in finale, Sebastian Ofner. Continua così la scalata verso l’eccellenza. Ora è n. 78 in classifica; nel 2018 era n. 763. Un exploit che l’ATP premia decretandolo “Newcomer of the Year“. Non solo. Sinner è il più giovane giocatore a terminare l’anno nella top 80 dopo Rafa Nadal nel 2003, che chiuse la stagione da n. 47 a 17 anni.
Gli ingredienti del successo di Sinner? Tempra invidiabile, calma serafica, un tennis da urlo, tanta educazione e umiltà, volontà di ferro e un sodalizio, quello con Riccardo Piatti, che funziona alla grande. E poi il buonumore. Il giovane azzurro, nonostante appaia molto serio, posato e timido, ha più volte rivelato un grande senso dell’umorismo, autoironia e voglia di scherzare. Lo dimostra il simpatico e imprevedivibile siparietto in cui Jannik e Maria Sharapova (che, insieme a lui, si allena da alcuni mesi nell’Accademia di Piatti a Bordighera) cantano e ballano per festeggiare l’arrivo del Natale, filmati dallo stesso Piatti. Insomma, l’anno 2019 si chiude col sorriso per Sinner. Ed è solo l’inizio. Il ragazzo è certamente destinato a sorridere e a cantare di gioia ancora a lungo.
NEL MONDO DI COCO
Anche il circuito femminile ha la sua ventata di giovinezza e Cori Gauff, detta Coco, ne è l’esempio più lampante. Un vero fenomeno (almeno per ora), Coco. La 15enne americana (nata il 13 marzo 2004 ad Atlanta), dal tennis devastante, “irriverente” eppure già solido, non ha paura di nulla, supportata da una condizione fisica e mentale impressionanti per la sua giovane età. Ma Coco è un personaggio anche fuori dal campo. Estremamente matura e umile nel gestire la pressione e perseguire la scalata al successo, Gauff diventa popolare in breve tempo, specie negli Stati Uniti, dove ancora si attende l’erede di Serena Williams. L’anno scorso si era messa in luce nei tornei juniores, dopo aver raggiunto la finale dello US Open nel 2017 e la vittoria al Roland Garros nel 2018. Nel 2019, a Wimbledon, un’ulteriore rivelazione, anche tra i grandi”. Per la prima volta nella sua carriera in erba, è proprio sui prati verdi di Church Road che riesce ad esordire nel tabellone principale di un major dopo aver superato le qualificazioni. Ed è un inizio col botto perché, al primo turno, dall’altra parte della rete c’è uno dei suoi idoli, la pluri-campionessa ed ex n. 1 del mondo Venus Williams. Ebbene, Coco non si scompone e le rifila un doppio 6-4.
Verrà poi fermata agli ottavi dalla futura vincitrice del torneo, Simona Halep, in forma smagliante. Insomma, un inizio dei più promettenti, l’avvio di una carriera destinata a brillare a lungo. Allo US Open non sfigura. Anzi. Avanza fino al terzo turno, superata poi dalla campionessa uscente Naomi Osaka. Coco è bravissima anche nella disciplina del doppio, tant’è che vince già ben due titoli con l’amica e connazionale McNally, a Washington e a Lussemburgo.
Ma come nel caso di Sinner, è nel mese di ottobre che la sua crescita viene premiata dalla vittoria di un titolo, quello dell’Upper Austria Ladies di Linz. In Austria, Coco conferma il suo enorme potenziale fisico, tecnico e mentale. Entrata in tabellone come lucky loser, la statunitense non si lascia sfuggire una bella occasione e supera Voegele, Kozlova, la n. 1 del seeding Kiki Bertens, Petkovic in semifinale per poi ripetersi in finale, al terzo set, con la campionessa del Roland Garros 2017 Jelena Ostapenko. A 15 anni e 7 mesi, Coco Gauff può vantare già un primo titolo WTA. Per trovare una ‘prima’ vincitrice così giovane nel circuito bisogna tornare alla prima affermazione di Nicole Vaidisova, nel 2004 a Tashkent.
Anche per Coco Gauff sembra solo l’inizio. Il 2020 è alle porte e i giovanissimi, oltre ai semplici ‘giovani‘, sono in agguato.