La devastazione provocata dagli incendi che stanno imperversando in tutta l’Australia in questo inizio di 2020 sta sconvolgendo tutto il mondo e sta anche preoccupando non poco i tennisti e tutta la macchina organizzativa che tra poco più di due settimane dovrebbe mettere in scena il primo torneo dello Slam dell’anno.
Gli incendi che stanno costringendo a evacuazioni di massa anche nello stato del Victoria, di cui Melbourne è la capitale, sono ancora abbastanza lontani da Melbourne Park, ma da qualche giorno il vento ha iniziato a portare la coltre di fumo verso i grattacieli della città e i campi da tennis, tanto da ridurre notevolmente la visibilità e causare un nettissimo peggioramento della qualità dell’aria.
Il numero due del mondo Novak Djokovic ha parlato dell’argomento dopo la sua vittoria alla ATP Cup contro Kevin Anderson ed ha confermato come al momento non si possano escludere misure drastiche come lo spostamento di alcune giornate di gara: “Non ho parlato personalmente con Craig Tiley [il presidente di Tennis Australia e Direttore dell’Australian Open n.d.r.], ma alcuni membri del mio staff lo hanno sentito, e mi è stato assicurato che la situazione è sotto costante monitoraggio nella speranza che si vada verso un miglioramento. Credo che le cose dovrebbero migliorare, ma se non dovesse succedere e la qualità dell’aria dovesse essere compromessa a Melbourne o Sydney, credo che Tennis Australia dovrà creare delle regole specifiche in proposito. Ovviamente si tratta di decisioni molto difficili da prendere, c’è un programma da rispettare per l’Australian Open, ma la salute deve venire prima di tutto per quel che mi riguarda. So che in Cina, per esempio, giochiamo in condizioni molto difficili dal punto di vista della qualità dell’aria. Chiedete a chi volete, uomini o donne: la Cina è il luogo peggiore in termini di qualità dell’aria. Si tratta di una situazione inedita per me, qui a Brisbane non ci sono problemi di sorta, non ho parlato con giocatori che sono a Sydney, in ogni modo speriamo che si tratti di un problema transitorio. Tra una settimana, 10 giorni abbiamo una riunione del Players’ Council e ovviamente la situazione verrà discussa se il problema dovesse persistere”.
Sulla possibilità di ritardare l’inizio del torneo per attendere un miglioramento delle condizioni dell’aria, Djokovic è però molto scettico: “Ovviamente se la situazione dovesse essere estrema si prenderanno in considerazione tutte le ipotesi, ma in questo momento credo si farà di tutto per rispettare il programma previsto”.