Jelena Ostapenko
classifica 23 dicembre: n°45
Cosa dire su Ostapenko? Anche se va incontro a periodici problemi tecnici (su tutti la seconda di servizio), anche se le avversarie le hanno ormai preso le misure, anche se è una giocatrice bizzosa e un po’ lunatica, sono convinto rimanga una colpitrice di livello superiore. Dopo il picco di numero 7 nel 2017, era scesa al 22 nel 2018, per poi uscire dalle prime quaranta nella stagione appena conclusa.
Gli ultimi due tornei del 2019 li ha giocati con una nuova coach nel suo angolo, Marion Bartoli: ha raggiunto la finale a Linz e la vittoria in Lussemburgo. Segno che per il suo rendimento contano molto le motivazioni, l’applicazione e l’equilibrio mentale. Rimane comunque una tennista che è spesso andata incontro ad alti e bassi e quindi certezze sul suo rendimento è difficile averne, ma al numero 45 mi sembra sottostimata.
Garbiñe Muguruza
classifica 23 dicembre: n°36
Muguruza è stata una delle mie “scommesse” perse nell’articolo dello scorso anno, visto che ritenevo inadeguato il numero 18 con cui aveva finito il 2018. Invece ha perso altre 18 posizioni. Per me è incredibile che una due volte campionessa Slam (oltre che finalista a Wimbledon 2015), una giocatrice che è in parità nei confronti diretti con Serena Williams (3-3), sia uscita dalle prime 30 del mondo a 26 anni (è nata nell’ottobre 1993).
In luglio ha lasciato dopo quattro anni lo storico coach Sam Sumyk ed è tornata con Conchita Martinez, che era al suo angolo in occasione del successo a Wimbledon 2017. Credo che Martinez avrà soprattutto due obiettivi: sistemare l’esecuzione del dritto, che con il passare del tempo si è involuto, e aiutare Garbiñe a recuperare fiducia in se stessa. Se raggiungerà questi due traguardi, sono ancora profondamente, testardamente, convinto che Muguruza possa tornare ai piani alti del ranking.
Amanda Anisimova
classifica 23 dicembre: n°24
La seconda parte di stagione 2019 di Anisimova è stata segnata dalla morte del padre, avvenuta alla vigilia dello US Open. Il padre di Amanda era anche il suo coach e quindi per lei è stata una perdita doppia: negli affetti e nelle prospettive professionali.
Dopo l’inevitabile forfait all’ultimo Slam, Amanda ha dovuto riorganizzare la carriera, e ha trovato come coach una figura con trascorsi importantissimi: l’ex tecnico di Justine Henin e Li Na Carlos Rodriguez. Un allenatore noto per la sua grande competenza, meticolosità, ma anche famoso per essere particolarmente esigente. Li Na, per esempio, aveva raccontato di allenamenti durissimi per la parte atletica.
Anisimova è una teenager reduce da un periodo complicato che sta andando incontro a cambiamenti profondi. D’altra parte il suo potenziale è enorme, e le prove di talento che ha dato sono inequivocabili. Come andranno le cose? Di sicuro considero la collaborazione tra Anisimova e Rodriguez uno dei temi più interessanti di tutta la stagione 2020, e quindi non vedo l’ora di scoprire fino a che punto funzionerà la loro unione tecnica.
Aryna Sabalenka
classifica 23 dicembre: n°11
Sabalenka ha vissuto un 2019 anomalo: ha cominciato vincendo il primo torneo dell’anno a Shenzhen, e questo l’ha ulteriormente elevata tra le favorite dell’Australian Open. Ma poi a Melbourne è stata seccamente sconfitta al terzo turno da Anisimova (6-3, 6-2), ed è andata incontro a un lungo periodo di eclissi. È tornata a vedere la luce alla fine di settembre, quando il circuito si è spostato in Cina, e ha confermato il titolo vinto nel Premier 5 di Wuhan.
Alla fine, rispetto alle aspettative che aveva suscitato, il suo bilancio stagionale non è stato straordinario. Rimane il fatto che è una giocatrice ancora molto giovane (è nata il 5 maggio 1998), di grande potenziale. Per questo penso che nessun traguardo le sia precluso e, come avevo già fatto nel 2019, continuo a puntare su di lei.
Queste sono le “scommesse” per la stagione 2020. Prima di chiudere voglio però dedicare spazio non a una previsione, ma a un augurio. Lo scorso anno, nelle rispettive categorie, si sono affermate due giocatrici particolari: Karolina Muchova e Diane Parry. Muchova (che è nata nel 1996) è passata dalla posizione 145 alla 21 del ranking WTA. Parry (nata nel 2002) è diventata numero 1 delle classifiche Junior.
Sono lontane per età e classifica, ma quando penso a loro provo lo stesso sentimento: un misto di gratitudine e di timore. Gratitudine per il tipo di tennis che offrono: estremamente vario, rischioso, spumeggiante, che a volte non resiste alla tentazione del colpo spettacolare, concepito per il piacere del pubblico.
Timore perché quando le seguo penso sempre che il gioco che hanno deciso di adottare è così difficile che da un momento all’altro potrebbe perdere quegli equilibri che sono alla base dei recenti risultati.
Per entrambe l’anno che verrà sarà fondamentale. Per Muchova sarebbe importante riuscire a esprimersi in continuità con il suo fantastico 2019. Ma il suo tennis è molto complesso e sarei già felice se fosse in grado di proporlo in alcuni tornei, rimanendo in Top 30 a fine stagione. Se invece fosse addirittura in grado di migliorare, beh, allora significa che nel 2020 sarà tre volte Natale.
Per Parry naturalmente i traguardi sono diversi. Arriva il momento di misurarsi con più regolarità nel circuito delle adulte, con l’obiettivo di reggere il confronto a livello ITF; e poi, si spera, anche a livello WTA. Diane parte dalla posizione 331 della classifica e a lei non si chiedono risultati eclatanti: solo di continuare a progredire e lasciare aperta la speranza a noi spettatori che un giorno possa essere protagonista anche tra le professioniste, come è accaduto a Muchova. Non sarà facile.
Visto che Carla Suarez Navarro ha deciso di ritirarsi alla fine del 2020, chissà che non sia proprio Diane Parry la giovane in grado di tenere viva ad alto livello l’eredità del rovescio a una mano. (Il video che segue è di inizio 2019):