28 gennaio 2017, finale dell’Australian Open. Serena Williams batte la sorella Venus con un doppio 6-4 e vince il suo Slam numero 23. Circa tre mesi dopo annuncia di essere incinta di venti settimane. Un rapido calcolo ci porta a conoscenza del fatto che la campionessa statunitense ha vinto uno Slam con un figlio un grembo. Una figlia in realtà, Olympia, che darà alla luce l’1 settembre. Serena racconterà poi di aver quasi rischiato la vita durante il parto, per il quale si è reso necessario un cesareo d’emergenza. Tornerà in campo nel marzo del 2018, a Indian Wells, e disputerà una finale già a luglio dello stesso anno, a Wimbledon. La prima di cinque sconfitte consecutive, quattro delle quali in tornei dello Slam, uno score che in carriera non aveva mai conosciuto.
La maledizione si interrompe il 12 gennaio sul centrale di Auckland, avversaria la connazionale Jessica Pegula. Serena vince in due set, 6-3 6-4, e solleva il 73esimo trofeo di una carriera cominciata oltre 20 anni fa. A fine partita con la mano destra regge il trofeo, con la sinistra tiene in braccio la piccola Olympia. Lei c’era già, anche se un po’ nascosta, tre anni fa a Melbourne. Oggi è un po’ intimidita dagli scatti dei fotografi ma si palesa in tutto il suo splendore. Il contesto perfetto per il ritorno alla vittoria di una campionessa che, dovesse essere sfuggito a qualcuno, a settembre compirà 39 anni.
LA PARTITA – L’inizio è un po’ complicato per Serena, che affronta una giocatrice molto potente (qualcuno ricorderà la netta sconfitta di Giorgi a Washington un anno fa, in occasione del primo trofeo vinto da Pegula). La meno famosa delle due statunitensi trova subito il break sfruttando un rovescio lungo di Serena e addirittura si procura quattro palle del 3-0 pesante; Serena si rimbocca le maniche, le annulla tutte e da quel momento perderà appena sette punti nei successivi otto turni di servizio.
Non sarebbe giusto definirla una partita dominata, piuttosto la 38enne ne rimane in pieno controllo colpendo relativamente pochi ace – appena due in tutta la partita – ma giocando in modo molto aggressivo in risposta, così da impedire a Pegula di generare potenza con i colpi di rimbalzo. Sono emblematici i due rovesci spezza-racchetta con i quali Serena conquista rispettivamente il break che la porta a servire per il primo set e poi chiude il parziale. Anche il punto conclusivo della partita è un rovescio vincente, giocato dopo aver preso il comando dello scambio con il servizio. Serena può finalmente alzare le braccia al cielo e guardare con rinnovato ottimismo al futuro. Questo titolo regala a Serena anche il sorpasso ai danni di Bertens in classifica, che unito al forfait di Bianca Andreescu all’Australian Open significa che la statunitense potrà beneficiare dell’ottava testa di serie: in soldoni, niente top player fino ai quarti di finale.
NIENTE TROFEO PER IL ‘SERENIACKI’ – Appena dopo aver festeggiato con in braccio Olympia e aver annunciato l’intenzione di devolvere l’intero montepremi guadagnato alle vittime degli incendi australiani, Serena è tornata in campo per giocare la finale di doppio in coppia con Caroline Wozniacki, al penultimo torneo della sua carriera. Le due grandi amiche sono state sconfitte in due set dalla coppia statunitense Muhammad/Townsend, ma chissà che l’Australian Open non possa regalarci un’ultima apparizione ufficiale per il ‘Sereniacki‘. Nel frattempo, sfruttando le quattro partite giocate in doppio – che assieme alle cinque di singolare fanno un totale di nove completini indossati – Serena Williams ha deciso di metterli tutti all’asta, ovviamente per scopi benefici.