Il comunicato stampa dell’ITF è di quelli che lasciano sbalorditi. Il ventiquattrenne cileno Nicolas Jarry, n. 78 ATP e top 40 lo scorso luglio, è stato sospeso in via provvisoria ai sensi dell’articolo 8.3.1(c) del Programma Antidoping in attesa della formulazione delle accuse nell’udienza prevista dallo stesso Programma.
Lo scorso 19 novembre, in occasione delle Finals di Coppa Davis a Madrid, Jarry ha fornito un campione di urine, poi inviato a un laboratorio di Montreal riconosciuto dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Le analisi hanno rilevato la presenza dei metaboliti SARM LGD-4033 (Ligandrol) e Stanozololo, proibiti dal Programma; in quanto “sostanze non specificate”, il risultato positivo del test comporta obbligatoriamente la sospensione provvisoria.
L’accusa di violazione del Programma nei confronti di Jarry è del 4 gennaio e la sospensione ha effetto da martedì 14, a distanza di dieci giorni come indicato dalla disposizione di cui alla citata lettera (c), lasso temporale durante il quale i risultati delle analisi sul campione B o non sono ricevuti oppure hanno confermato quelli effettuati sul campione A. Il comunicato ci informa infine che, al momento, il tennista non si è ancora avvalso del diritto di avanzare richiesta motivata al presidente del tribunale indipendente convocato per il suo caso affinché la sanzione della sospensione non sia applicata.
Il 19 novembre, Jarry era sceso in campo contro Guido Pella per il tie del Cile contro l’Argentina rimediando una sconfitta per 6-4 6-3. Con lo stesso punteggio, ha perso due giorni dopo da Kohlschreiber. Non è andata meglio all’ATP Cup: battuto tre volte in altrettante apparizioni, ha visto allungarsi la striscia negativa a dodici match, con l’ultima vittoria che risaliva alla finale di Bastad in luglio contro Londero. Da quest’anno allenato da Dante Bottini, Nicolas è riuscito a tornare al successo – tristemente effimero – al primo turno di qualificazioni ad Adelaide. Eliminato al turno successivo, si trova ora ad affrontare da sfavorito un confronto ben più duro.
Beatriz Haddad Maia era risultata positiva a sostanze simili, mentre l’ultimo caso eclatante che ha coinvolto un giocatore del Tour risale a due anni fa, con l’assunzione involontaria di una sostanza proibita da parte di Thomaz Bellucci, risultato positivo proprio a Båstad. Allora, abbiamo dovuto sopportare quelli che, a sproposito, si sono riempiti la bocca di silent ban; nel caso di Jarry, almeno, non corriamo questo rischio.
La risposta di Jarry alle accuse:
“Vorrei sfruttare questa opportunità per spiegare ciò che mi è appena successo. Lo scorso novembre, mentre giocavo in Coppa Davis per il Cile, mi sono sottoposto a due esami delle urine. Il primo era pulito ma il secondo ha rilevato due sostanze vietate. I livelli di queste sostanze sono così incredibilmente bassi che equivalgono a miliardesimi di un grammo, livelli così bassi che nessuna sostanza avrebbe potuto darmi alcun beneficio per il miglioramento delle mie prestazioni. Vorrei farvi sapere che non ne ho mai preso deliberatamente o intenzionalmente sostanze proibite nella mia carriera di tennista e sono completamente contrario al doping. Pertanto, dedicherò questi prossimi giorni e settimane interamente a stabilire da dove provengano queste sostanze in modo che il mio team legale ed io possiamo chiarire questo situazione completamente. Questo ha colto me e i miei cari alla sprovvista e quello che mi piacerebbe fare, al di là di dimostrare la mia innocenza (nessun dubbio al riguardo), è usare quello che mi sta succedendo come esempio per tutti i giovani atleti, in modo che casi come questo non accadano mai più.
Lo dico perché sembra assolutamente un caso di contaminazione incrociata per l’uso di multi-vitamine prodotte in Brasile, che il mio medico mi ha raccomandato di prendere garantendomi che fossero prive di sostanze vietate. Io e il mio team legale lavoreremo molto duramente per dimostrare la mia innocenza e per questo ho offerto la mia piena collaborazione all’International Tennis Federation (ITF)”.