Per rendere l’idea di cosa sia stata la prima giornata di qualificazioni a Melbourne, tornano utili le parole di Dalila Jakupovic: “Non avevo mai provato qualcosa del genere e mi sono davvero spaventata. Avevo paura di collassare, non riuscivo più a camminare, mi sono stesa sul campo perché da terra avevo la sensazione di respirare meglio“. La slovena è stata costretta al ritiro, dopo quasi due ore di battaglia (e un set vinto) contro Stefanie Vogele. Il video non lascia spazio a interpretazioni.
La qualità dell’aria, evidentemente, non è tale da consentire il regolare svolgimento delle partite. Tanti tennisti sono andati in difficoltà, pur portando a termine il loro impegno. E un paio di raccattapalle sono svenuti davvero. A non convincere i giocatori è stata la scelta di procedere regolarmente in una giornata in cui, a prima mattina, l’amministrazione comunale di Melbourne aveva invitato i cittadini a non uscire di casa perché le condizioni dell’aria erano ritenute a rischio per la salute. Tennis Australia però – riscontrando ora dopo ora qualche miglioramento – ha scelto soltanto di posticipare dalle 10 alle 11 l’inizio dei primi match.
“Ma non c’erano proprio le condizioni per giocare – ha proseguito Jakupovic in conferenza stampa -, sarebbe stato molto meglio posticipare di 24 ore. Non c’era motivo per affrettarsi così“. Le previsioni, tra l’altro, fanno sperare in un miglioramento nei prossimi due giorni. Ecco perché i dubbi sul mancato rinvio sono stati sostenuti anche da Mandy Minella, in attesa di esordire nel day 2. “Non capisco perché tutta questa fretta di giocare oggi – ha cinguettato la lussemburghese -, c’è l’intera giornata di sabato e domenica per finire le qualificazioni e, nella peggiore delle ipotesi, siamo comunque abituati a giocare due partite in un giorno, o si potrebbero ridurre i match maschili al meglio dei tre set. Ci sono soluzioni!“. Non contemplate, per il momento.
Su circa 70 partite, tre non sono arrivate a destinazione (ritiri anche per Sela e Kuhn nel tabellone maschile). Ma in molti casi il traguardo è stato tagliato a fatica. Nel primo pomeriggio – come raccontato dal collega Diego Barbiani – sono stati necessari ben otto interventi del fisioterapista quando erano in campo Eugenie Bouchard e Xiaodi You, con la canadese che ha vinto ma ha dovuto gestire evidenti problemi respiratori al cospetto di un’avversaria altrettanto devastata. Pubblicando il grafico sulla qualità dell’aria, Elina Svitolina si è chiesta: “Dobbiamo aspettare che accada qualcosa di brutto per prendere provvedimenti?”.
Va sottolineato come a pochi chilometri di distanza sia stato sospeso il match tra Maria Sharapova e Laura Siegemund, al torneo di esibizione di Kooyong. La russa, avanti 7-6 5-5 al momento dello stop, ha raccontato: “Da inizio secondo set ho iniziato a soffrire una tosse insistente. Non sono stata bene nelle scorse settimane quindi ho pensato potesse dipendere da quello, poi però anche Laura ha avvertito lo stesso problema e ne ha abbiamo parlato con l’arbitro“. L’ironia di Gilles Simon chiude una giornata fuori controllo, nella speranza di beneficiare delle previste evoluzioni positive. Ma senza alcuna certezza che ciò avvenga. “Quando ci sono medici che affermano la non pericolosità di giocare con 45 gradi all’Australian Open e arbitri che affermano che l’erba bagnata non è scivolosa a Wimbledon, non deve essere un problema trovare esperti che certificano come sufficiente la qualità dell’aria“.