U. Humbert b. [5] B. Paire 7-6(2) 3-6 7-6(5)
Parte come meglio non potrebbe la nuova stagione per il giovane francese Ugo Humbert, uno degli otto partecipanti all’edizione 2019 delle Next Gen Finals. Dopo la deludente sconfitta al secondo turno nel Challenger di Bendigo, dove si presentava da n.1 del seeding, Humbert ha infatti colto il suo primo titolo in carriera sul circuito maggiore nel torneo ATP 250 di Auckland. In quello che è stato il suo battesimo in una finale di questo livello, il 21enne di Metz ha sconfitto dopo oltre due ore e mezza di battaglia il connazionale Benoit Paire, n.24 del ranking ATP, con il tiratissimo punteggio di 7-6 6-3 7-6. Insomma, Humbert non poteva immaginare un modo più faticoso ed emozionante di conquistare il suo primo trofeo sul tour. Grazie ai punti conquistati, ritoccherà il suo best ranking ottenuto lo scorso luglio, raggiungendo la 43esima posizione mondiale.
E se gli è proprio dovuti sudare questi 250 punti il transalpino. Dopo essere scappato sul 3 a 0 nel primo set, si fa riagganciare da Paire sul 4 pari al termine di tre game costellati da altrettanti break. Humbert ha tre set point in risposta nel dodicesimo gioco ma il bizzarro tennista di Avignone si rifugia nel tiebreak. Humbert riesce a rimuovere dalla mente le occasioni perse, vince sette punti lasciandone solo due all’avversario, e porta a casa il parziale. Nel secondo set per Paire è decisivo il break a zero nel quarto gioco. Humbert rischia di andare sotto anche 5 a 1 ma all’ultimo respiro avrebbe anche l’occasione di riportarsi sotto. Paire però chiude per 6 a 3 e rimanda l’esito della finale al terzo. Humbert va a servire per il match sul 5 a 3. Ma l’emozione gli gioca un brutto scherzo, facendogli perdere il gioco a 30. In risposta Humbert si guadagna un match point ma di nuovo si va al tiebreak. Il più giovane dei due francesi va sul 6 a 3 e al terzo match point ottiene la tanto agognata vittoria.
“È un torneo di vendette per me perché avevo perso contro quattro dei cinque giocatori che ho affrontato questa settimana”, scherza alla fine dell’incontro il francesino, dopo essersi ripreso da un momento di comprensibile commozione. In realtà erano tre, dato che Shapovalov lo aveva sconfitto a Lione, Isner nella semifinale di Newport e Paire a Winston-Salem. In Nuova Zelanda, con i suoi potenti colpi mancini, ha messo questi giocatori sulla carta più quotati di lui, tutti top 30, in fila. “È un segnale sto migliorando tanto. Non potevo immaginare un inizio migliore per questa stagione”, prosegue.
Nonostante una sconfitta bruciante, Paire non sembra molto amareggiato tanto da bersi una birra offertagli da uno spettatore a bordocampo. “Mi voglio congratulare con Ugo per la sua prima vittoria sul tour. Non sarà l’ultima di sicuro” sottolinea con grande sportività il più navigato dei due francesi. “Mi sono divertito un sacco questa settimana. Anche la finale è stata speciale. Ho perso ma va tutto bene. Ugo è stato bravo. Tutti si sono divertiti a guardare il match che è la cosa più importante”. Uno showman perfetto come al solito, capace di lasciare il giusto spazio al protagonista di giornata. E ha di che essere soddisfatto. Dopo le positive performance in ATP Cup e questa finale, Paire è infatti di nuovo a ridosso dei primi venti in classifica.
Se poi ci si somma anche la prima finale ATP a Doha del 20enne Corentin Moutet, salta fuori un primo scorcio di 2020 molto positivo per il tennis francese. A conferma di un movimento che tra alti e bassi si conferma di primissimo piano e capace di sfornare tanti giocatori di qualità.