1 – LA RICONFERMA DEI BIG THREE
Nel maschile, a proposito di evenienza del preventivabile, la tematica è sempre la stessa: Big Three o novità? Il triumvirato Federer-Nadal-Djokovic (in ordine di Slam) ha vinto gli ultimi 12 Slam e 55 degli ultimi 66 (14/16 a Melbourne), con Rafa e Nole a fagocitare l’edizione dello scorso anno, quando il torneo era parso esistere solo in funzione dell’ultimo atto, con i due a dominare ogni singolo match (se si eccettua l’ottavo di Djokovic con Medvedev e il set perso per distrazione con Shapovalov nel turno precedente), prima di una finale francamente anti-climatica, data la forma debordante del serbo.
Se si dovesse argomentare su possibili deterrenti da una vittoria, bisognerebbe probabilmente iniziare da Nadal. L’impressione è che ora sul veloce Rafa soffra non solo chi anticipa bene di rovescio (suo storico ancorché minimo tallone d’Achille), ma più in generale chi può mettere tante risposte in campo, come testimoniato dall’enfasi sui miglioramenti al servizio e dai patemi sofferti in ATP Cup con Nishioka, Goffin, e De Minaur (che non si sarà per un infortunio addominale).
Inoltre, il maiorchino non batte gli altri due dioscuri dal 2014 sul veloce (vittoria su Federer in semi, proprio a Melbourne), incamerando 14 sconfitte consecutive sul cemento, l’ultima giusto domenica scorsa a Sydney. Per Nadal il sorteggio sembra molto abbordabile nei primi tre turni, prima di un potenziale ottavo da corrida con Kyrgios.
Federer, invece, è ormai una scatola chiusa, di difficile previsione, anche per la sua abitudine a non lasciar trasparire eventuali problemi fisici. Lo svizzero non ha ancora esordito in stagione, come da costume (gli anni scorsi giocava la Hopman Cup, che, per quanto competitiva, rimaneva pur sempre un’esibizione), saltando la ATP Cup per passare più tempo con la famiglia, e ha chiuso la scorsa su un grande punto di domanda.
Alle Finals, infatti, Roger è sembrato indietro di un battito nei match con Thiem e Tsitsipas (e per certi versi anche con Berrettini), steccando spesso sugli anticipi, salvo tirare fuori una prestazione monstre contro Djokovic nello spareggio per il secondo posto del girone, lasciando l’idea che a questo punto le motivazioni (e 8-7 40-15 era una motivazione bella grossa) viaggino di pari passo con le condizioni fisiche. Di sicuro Federer è quello dei tre che dipende maggiormente dal rendimento della prima, e la chiave per lui sarà proprio di mantenere alte le percentuali negli ultimi match del torneo, soprattutto visto che dovrebbe eventualmente passare su Djokovic in semi per poi affrontare Rafa nell’ultimo atto.
Infine, Nole veste indubbiamente i panni del favorito, non solo per i 7 titoli conquistati in carriera a Melbourne, ma anche per le prestazioni offerte in ATP Cup, con 6 vittorie su 6 che hanno letteralmente trascinato la Serbia al titolo (anche se Lajovic ha certamente sorpreso a sua volta), uscendo indenne da match estenuanti con Shapovalov e Medvedev (toh, gli stessi che gli avevano tolto un set lo scorso anno) prima ancora che dal tie di finale con Nadal. La sensazione è che un Djokovic al 100% difficilmente non porti a casa il trofeo, con possibile sorpasso su Rafa se lo spagnolo dovesse perdere prima delle semi.
Va anche detto però che negli ultimi mesi Nole ha avuto problemi alla spalla che l’hanno condizionato a New York, in Davis, e che hanno richiesto cure anche la scorsa settimana, e quindi potrebbe essere in qualche modo condizionato dal suo corpo, soprattutto visto lo sforzo fisico messo in campo per la competizione a squadre (lo stesso discorso vale per Rafa, ovviamente), il cui sbalzo di programmazione potrebbe presentare il conto. Il sorteggio ha riservato un avversario fra i più duri al primo turno, il tedesco Jan-Lennard Struff, ma non dovrebbe presentare altri ostacoli fino all’eventuale quarto di finale con Tsitsipas.
a pagina 3 per scoprire le credenziali di chi vuole spodestare i big three