2 – LA RINCORSA DEI GIOVANI
E proprio Tsitsipas è un elemento di quello che è in fondo il deterrente principale per una vittoria dei Big Three, e cioè l’avvento, ormai forse non più da Godot, delle nuove leve, stavolta anche a livello Slam. A settembre, per la prima volta, un giovane è veramente arrivato a un passo dalla meta, nelle fattezze di Daniil Medvedev, che infatti, dopo un finale di stagione boccheggiante, si presenta bellicoso al primo Slam stagionale, dopo una ottima ATP Cup terminata con una maratona contro Djokovic; per lui il nuovo Green Set del torneo è perfetto, dandogli l’alta velocità su cui appoggiare i colpi, trasformandolo in un muro. Subito dietro di lui il semifinalista dello scorso anno, Stefanos Tsitsipas, che si è sbloccato sui palcoscenici più importanti vincendo le ATP Finals, e che sembra aver trovato la quadra con gli anticipi di rovescio anche sulle superfici più rapide, e che deve solo stare attento a non cadere in uno spleen prolungato come quello che l’ha attanagliato da giugno a settembre.
Decisamente più indietro Dominic Thiem, che ha dimostrato di poter batter i big sul cemento, ma che soffre condizioni molto rapide a non è testato sulle lunghe distanze se non sulla terra (se si eccettua il quarto quasi vinto con Rafa a New York nel 2018), e Sascha Zverev, apparso in crisi nera anche per via del ciclo di esibizioni intrapreso con Federer al posto della preparazione. Infine, sono da tenere d’occhio anche giovani in ascesa quali Andrey Rublev, reduce dal doppio titolo di Doha e Adelaide con 8 vittorie su 8 in stagione (e 12 di fila includendo la Davis di novembre), e Denis Shapovalov, salito di colpi dall’avvento di Mikhail Youzhny nel suo boxe.
a Pagina 4 il solito ‘bailamme’ del torneo femminile