[2] N. Djokovic b. J-L. Struff 7-6(5) 6-2 2-6 6-1
Sotto il tetto della Rod Laver Arena, Novak Djokovic lascia per strada un set contro Jan-Lennard Struff , 37° del ranking e già battuto nei due precedenti confronti. Lo scorso anno, ne aveva ceduti due in tutto il torneo (a Shapovalov e Medvedev), ma il n. 2 del mondo e primo favorito del torneo non solo per i bookmaker non ha mai dato l’impressione di non essere in controllo del match, con un leggero calo di tensione nel terzo parziale, dopo aver incamerato i primi due, che è coinciso con il miglior momento dell’avversario, costretto presto a rientrare nei ranghi. Che Nole si sarebbe presentato in forma a Melbourne non era in discussione; il dubbio può al limite riguardare se il picco finora mostrato non sia stato raggiunto troppo presto, ma questo sarà forse argomento della prossima settimana.
Tra i migliori nel circuito per punti vinti con la prima battuta che, tuttavia, piazza nel rettangolo giusto con eccessiva parsimonia, il tedesco vede tornare indietro quel suo fondamentale con allarmante frequenza e inusuale profondità, a prescindere da direzione e rotazione scelte. Vengono così ridotte drasticamente le sue possibilità di vincere il punto nello scambio breve, che sembrano poi le uniche di vincerlo in assoluto. Novak comincia pressoché inscalfibile nel palleggio e Jan-Lennard soffre tremendamente la posizione avanzata dell’avversario che gli rimanda la palla troppo in fretta. Non è neanche un fenomeno di reattività e difesa, Struff, che non muove i suoi 193 cm come ormai riescono a fare alcuni colleghi di quasi due metri, anche se oggi offre una prestazione migliore del previsto nei suoi reparti meno quotati.
Nel primo set, Djokovic raccoglie i frutti di questa disparità al sesto gioco, frustrando così anche troppo presto le speranze del ragazzone con il cappellino che fa molto meno male del previsto con il servizio e il secondo colpo – anche per merito di chi risponde, come dicevamo. Sul 5-2, Nole non si fa apprezzare per un tweener frontale di inutilità kyrgiosiana, peraltro con esito scadente, perdendo un punto che si rivelerà essenziale visto che in quel game arriverà comunque a set point, annullato dalla prima tedesca. Al momento di chiudere con la battuta, Djokovic si smarrisce, forse aspettandosi che non ci sia già più vita dall’altra parte delle rete. Invece, Struff risorge con un passante stretto di rovescio che gli lascia chissà come intatte le articolazione dei polsi e punisce una volée serba poco incisiva.
In piena fiducia, il ventinovenne di Warstein arriva al tie-break, dove però dimostra perché ne vince poco più del 40%, sbagliando il dritto piuttosto comodo che il servizio gli aveva procurato. Nole conquista a suo modo il successivo gran punto per il 3-0 e, nonostante l’altro salga di livello e gli eroda provvisoriamente il vantaggio in termini di mini-break, resta sempre avanti e chiude 7-5.
Il trionfatore dell’ATP Cup approfitta dell’inerzia favorevole e di una ripartenza tedesca costellata di errori per mettere subito la testa avanti nel secondo parziale. Struff pare aver perso quella scintilla che aveva invero vanamente brillato nelle fasi finali del primo set, anche perché Nole sta ben attento a non offrirgli alcun appiglio; anzi, veste i suoi panni migliori e la differenza tra i due si fa sentire enorme e dolorosa per lo sfavorito fino all’inevitabile 6-2.
Nel suo angolo, Craig O’Shannessy applaude il 2-0 con cui Gian-Leonardo apre quello che potrebbe essere il suo ultimo set. Al terzo gioco, però, per uscire senza dover pensare da una situazione di punteggio complicata, Struff si affida di nuovo alla tattica oggi perdente del serve&volley, la cui seconda parte rimane solo un’idea, una lampadina che non si accende perché fulminata dalla strepitosa risposta in allungo di Nole e il contro-break arriva puntuale al quindici successivo. È un set diverso dai precedenti, sicuramente condizionato dal solido vantaggio di quello ampiamente favorito e dall’ultima possibilità per la vittima di turno di uscire dal ruolo fin troppo facilmente affibbiatole. Struff torna avanti giocando finalmente il tennis dirompente come spesso riesce a fare per lunghi tratti con avversari più alla sua portata e difende il vantaggio con una volée strepitosa, applaudita dallo stesso Nole che, poi, lo solleva dal potenzialmente pauroso compito di servire per chiudere regalandogli il 6-2 con tre doppi falli.
Il momento di Struff si è tuttavia già esaurito e nel quarto parziale il sedici volte campione Slam diventa padrone assoluto del campo, infliggendo un 6-1 da 23 minuti. In definitiva, si è presentato a Melbourne il Djokovic visto all’ATP Cup contro un avversario che è riuscito a fare partita per un paio di set, incapace però di reggere il confronto sul piano mentale sui punti davvero pesanti nei momenti in cui il suo gioco funzionava meglio. Per Novak, un secondo turno molto più soft contro il vincente fra Tatsuma Ito e Prajnesh Gunneswaran.