Il tabellone del torneo maschile (con i risultati aggiornati)
[8] M. Berrettini b. [WC] A. Harris 6-3 6-1 6-3 (da Melbourne, il nostro inviato)
Un paio di categorie tecniche di differenza, come è lecito aspettarsi tra il numero 8 ATP Matteo Berrettini e Andrew Harris, australiano di 25 anni (quasi 26), 162 ATP, alla prima apparizione in un tabellone principale Slam grazie a una wild card. Questo è ciò che si vede in campo nell’esordio stagionale del nostro miglior giocatore.
In pochi minuti l’italiano vola 3-0, con due palle per il 4-0 e doppio break, ma sbaglia un paio di dritti e consente all’avversario di tenere il primo servizio. Non gioca male Harris, che onestamente non conoscevo, ha un bel rovescio a una mano, ma come detto a livello di intensità, pressione, pesantezza dei colpi e qualità agonistiche in generale non c’è partita. Nel quinto game Matteo si distrae, commette un doppio fallo e due errori di dritto e concede il 15-40, ma annulla lo svantaggio servendo bene e chiudendo in accelerazione.
Berrettini non è proprio brillantissimo fisicamente, la caviglia destra (da sempre suo punto debole) dà un poco di fastidio, comportando quindi un minimo di irrigidimento muscolare da quel lato del corpo, e in qualche caricamento del dritto si vede, ma per fortuna l’azzurro è semplicemente troppo più forte dell’avversario di oggi.
“Mi ero fatto male alla solita caviglia durante l’allenamento con Djokovic l’altro ieri, non pareva grave ma sentivo abbastanza male, e mi ero preoccupato”, racconterà Matteo in conferenza stampa. “Vincenzo Santopadre mi ha tranquillizzato, abbiamo fasciato per bene l’articolazione, e per fortuna oggi ho saputo sciogliermi abbastanza bene, senza permettere al mo avversario di entrare in lotta. Sono contento, il fatto di non aver giocato per tanto tempo mi dava qualche pensiero, mi sono concentrato al massimo. Il lavoro sul rovescio sta pagando, sentivo bene sia lo slice che il colpo in spinta a due mani, mi trovavo bene anche col lungolinea. Non avevo mai passato un turno qui prima, certo ora agli occhi degli avversari, e degli allenatori non sono più il giovane in crescita, mi guardano e mi considerano con occhi diversi. Ma credo di essermelo meritato. Certo, giocare nei campi importanti è bello. La superficie mi è sembrata lentina, piuttosto ruvida, le palle Dunlop all’inizio sono piccole e veloci ma si gonfiano e si rallentano dopo pochi game. Ora vediamo il prossimo turno, devono ancora giocare mi sembra, le condizioni fuori sono difficili, c’è vento“.
IL MATCH – Il pubblico sta riempiendo la Melbourne Arena (ex Hisense, è l’ultimo stadio in fondo al lato sud dell’impianto), il tempo è nuvoloso, non caldo, con minaccia di pioggia nelle prossime ore. L’aria è pulita, nessun problema da quel punto di vista. Nel frattempo, in 35 minuti Matteo chiude il set 6-3, tutto bene finora.
Si salva Harris a inizio secondo set, ma poi nel terzo game cede ancora la battuta, martellato dalle gran mazzate di dritto di Berrettini, che si auto-incita in modo evidente. Ha ragione a farlo, perchè potrà anche essere un match agevole sulla carta, ma quando non hai il 100% di fiducia nelle tue condizioni fisiche, portarla a casa presto e bene è fondamentale. Quando scocca l’ora di gioco, Matteo è in vantaggio di un set e di un break, non si vede come il pur combattivo ragazzo di casa (è di Melbourne) possa riuscire a impensierirlo. Arriva anche il secondo break, 4-1 e servizio per l’italiano, pure questo set è praticamente deciso. Poco dopo, è 6-1 e due set a zero Berrettini.
Nel sesto game del terzo parziale arriva il break potenzialmente decisivo in favore di Matteo, Andrew inizia comprensibilmente a lasciarsi prendere dallo sconforto, l’italiano scappa 5-2 e vede il traguardo. 3 minuti dopo, in un’ora e 54 minuti, è 6-3 e secondo turno per Berrettini, che attende il vincente fra Sandgren e Trungelliti. Ottimo esordio, il 2020 del numero uno azzurro inizia bene.
“Sono molto contento, non vedo l’ora di giocare la prossima partita. Che soddisfazione il premio di giocatore ‘più migliorato’ del 2019, grazie al mio team, eccoli là. Ora giocherò un po’, mi allenerò, e magari farò un giro in centro, spero di trovare dove bere un buon caffè!” dice un sorridente Matteo alla fine del match.