[7] A. Zverev b. M. Cecchinato 6-4 7-6(4) 6-3 (da Melbourne, il nostro inviato Vanni Gibertini)
Sin dall’inizio si percepiva che la posta in palio fosse piuttosto pesante, questo nonostante il match fosse un primo turno. Entrambi i giocatori vengono da periodi piuttosto complicati: Zverev è in pieno tentativo di recupero, dopo una off season di fatto saltata a causa delle esibizioni giocate con Federer in Sud America e in Cina e di un’operazione agli occhi cui si era sottoposto in dicembre a New York, mentre Cecchinato è alla ricerca di un risultato di prestigio per lanciare la stagione 2020 dopo un 2019 estremamente deludente.
Il tedesco era reduce da sette ore di allenamenti giornalieri nel corso della settimana precedente per infilare tutta la preparazione invernale nel periodo pre-Australian Open e rimettere insieme il suo servizio così fragorosamente deflagratosi durante la ATP Cup. Un brutto doppio fallo sul 2-3 faceva riaffiorare sinistri presagi per Zverev, che concedeva il primo break dell’incontro, peraltro siglato da un magnifico passante di rovescio di Cecchinato. Ma anche Zverev è capace di tirare rovesci e il break rientrava subito facendo subito aumentare il nervosismo dell’azzurro, che quando commetteva l’errore gratuito per mandare il tedesco a palla break, si faceva ammonire per un lancio di racchetta molto simile a quello contestato da Shapovalov nella giornata precedente (e anche questo senza rottura). Il break arrivava pochi minuti più tardi, figlio di altri errori portati dalla poca lucidità: simbolico uno smash al volo su una palla difficilissima tirato sul gancio della rete.
Nonostante la delusione per un primo set pasticciato nel frangente decisivo, Cecchinato non si scomponeva, limitava gli errori, che peraltro arrivavano anche da parte di Zverev, e manteneva il comando del punteggio dopo aver iniziato a servire per primo. Con uno splendido game fatto di accelerazioni e slice a fil di rete allungava sul 5-3 e andava a servire per il set, ma subiva la reazione di Zverev che a specchio si riprendeva immediatamente il controbreak. La battaglia da fondocampo era entusiasmante: l’italiano aveva un colpo in più per finire il punto, la smorzata, ma non era sufficientemente incisivo negli affondi quando doveva avanzare. Il tie-break era la logica conclusione: due gratuiti da fondo mandavano Zverev sul 4-2, un punto più tardi Cecchinato evitava di andare sotto 2-6 con una magia in controsmorzata, ma sui suoi due servizi sul 5-4 Zverev non falliva e dopo 1 ora e 38 minuti si issava sul punteggio di due set a zero.
Nell’ intervallo tra i set atmosfera nella Margaret Court Arena veniva scaldata da una delle canzoni australiane più famose, “You’re The Voice” di John Farnham, anche se la temperatura era pressoché perfetta per giocare a tennis. Il terzo set cominciava come gli altri due, con Cecchinato a guadagnare un break di vantaggio e a cederlo appena dopo. E di nuovo, come negli altri set, era Zverev a trovare l’allungo vincente, sul 5-3, effettuando un paio di bei recuperi su altrettante smorzate di Cecchinato. Due ore e 23 minuti di tennis più che piacevole, ma che alla fine nonostante i vantaggi iniziali in tutti e tre i set di Marco, hanno premiato il giocatore con maggiore capacità di sfruttare la spinta da metà campo sulle palle più corte dell’avversario.
Per Zverev il secondo turno contro il vincente tra Ruud e Gerasimov (partita conclusa al quinto set), mentre per Cecchinato c’è l’inizio della tournée sudamericana nella quale difende la vittoria di Buenos Aires e per la quale passa la strada verso il ritorno alle posizioni di classifica cui è più abituato.
[17] A. Kerber b. [Q] E. Cocciaretto 6-2 6-2 (Michelangelo Sottili)
Diciottesima del ranking dopo aver iniziato il 2019 al secondo posto, con un incerto avvio di stagione e i deludenti risultati raccolti negli ultimi Slam, Angelique Kerber è ancora troppo forte per Elisabetta Cocciaretto, che resiste però un’ora e ventidue minuti prima di arrendersi con un doppio 6-2 alla campionessa di Melbourne 2016. Sconfitta che nulla toglie alla diciottenne (per qualche giorno ancora) e al suo splendido percorso nel tabellone cadetto che l’ha portata a ridosso delle prime 150.
Inizia subito in salita il match di Elisabetta, che cede il servizio in apertura dopo un game fiume. Resta in scia, ma di nuovo Angie le strappa la battuta. Cerca di tenere in campo un’altra percentuale di prime, la marchigiana, peraltro senza una gran percentuale di trasformazione, mentre sulla seconda va prevedibilmente in grande difficoltà. La differenza di categoria è evidente e, se Cocciaretto sembra spesso in grado di tenere lo scambio e piazza diverse buone accelerazioni, alla fine i giochi sono quasi tutti appannaggio di Kerber. Costretta a giocare sopra ritmo, la nostra commette inevitabilmente anche molti errori non forzati (36 contro i 14 di Angie), ma riesce spesso a sfondare il muro di Brema, con quei 32 vincenti che quasi doppiano quelli dell’avversaria. Il vero solco è scavato dagli errori forzati, tipico di quando si affronta un avversario di livello superiore che non fa della ricerca del winner a ogni costo la sua filosofia di gioco.
Tra i due set, c’è anche un MTO per Elisabetta che si fa trattare la coscia destra, già fasciata all’ingresso in campo – un problema che si amplifica contro una che muove bene la palla come la tedesca. Kerber si avvia inarrestabile verso la vittoria, fino ai due match point che significano anche il bagel, ma Elisabetta non ci sta: va bene la pluri-vincitrice Slam contro l’esordiente, passi l’ex numero 1 del mondo contro la giovanissima qualificata, ma quando è troppo è troppo, e “Coccia” muove il punteggio brekkando Angie per la prima volta, poi accorcia tenendo a zero la battuta. Kerber non è lì per (farsi) scherzare, torna a far valere il servizio mancino e chiude con un altro 6-2.
“Penso che avrà un grande futuro” dice Angelique con il sorriso della vittoria riguardo all’avversaria. “Ogni anno che torno mi sento sempre più vecchia con tutte queste nuove giocatrici” scherza la neo-trentaduenne che, al prossimo turno, è attesa dalla wild card di Brisbane Priscilla Hon.