[12] F. Fognini b. J. Thompson 7-6(4) 6-1 3-6 4-6 7-6(10-4)
Altro giorno, altra maratona per Fabio Fognini, che dopo la rimonta contro Opelka torna in campo 24 ore dopo e porta a casa una partita schizofrenica nella quale sembrava poter dominare il suo avversario, coriaceo ma chiaramente inferiore dal punto di vista tecnico, e invece si è fatto raggiungere dopo aver vinto i primi due parziali chiudendo solamente al quinto match point nel tie-break decisivo. “È troppo facile vincere in tre set” ha detto il ligure alla folla rimasta fin oltre la mezzanotte per vedere una partita piena di alti e bassi, nella quale Fognini ha comunque finito per far prevalere il suo maggiore tasso tecnico su un avversario che ha provato a giocare a trazione anteriore nei due set vinti, ma alla fine non ha avuto la forza per poter continuare ad attaccare fino alla fine.
L’inizio del match avviene con il tetto della Margaret Court Arena aperto ma soltanto di poco: le previsioni meteo sono piuttosto brutte per la serata, quindi gli organizzatori preferiscono tenere il tetto… “socchiuso” per poterlo chiudere in tempo molto breve senza necessariamente dover sospendere la partita. Fognini inizia in maniera quasi svogliata: corre rapido tra un punto e l’altro, commette errori che di solito non commette e sembra non trovare le opportune contromisure per i colpi a parabola alta di Thompson, specialmente sul diritto.
È proprio l’azzurro a concedere la prima palla break, sull’1-2, e il primo break sul 2-3. Il diritto funziona a corrente alternata a Fognini, e Thompson è velocissimo a rincorrere le palle corte. Sono proprio due brutti diritti in rete a concedere all’australiano due set point sul 4-5, peraltro annullati subito in maniera brillante con altrettanti vincenti. Il set arriva al tie break, che è una festa di minibreak (7 su 11 punti giocati), nel quale Fognini gioca come sa, si porta subito sul 5-1 e chiude al quarto set point sul 7-4 dopo un’ora di gioco.
Il secondo parziale è un monologo per Fabio, che sembra aver preso una delle nuvole che stanno riversando pioggia su Melbourne ed aver iniziato a giocarci sopra: da bordo campo il rumore della sua pallina che schiocca dalle sue corde è quasi una sinfonia e tutto sembra stargli dentro. Thompson non sa davvero che pesci pigliare, sullo 0-4 lancia la racchetta, sull’1-5 la frantuma prendendosi una sacrosanta ammonizione. In 32 minuti uno dei più bei set probabilmente giocati da Fognini da parecchio tempo a questa parte si perfeziona il 6-1 che manda Fognini avanti per due set a zero.
Mentre il DJ si impegna a far ballare il pubblico con il classico riempipista “YMCA” dei Village People, il ligure ne approfitta per andare negli spogliatoi a cambiarsi d’abito: l’aria condizionata impiega un po’ ad entrare in funzione quando il tetto si chiude, e la giornata è stata particolarmente umida. Al suo ritorno in campo però la nuvoletta sembra essersene andata e qualche colpo comincia ad uscire dalle righe. Thompson dal canto suo non ci sta ad essere sculacciato a questo modo davanti al suo pubblico e non molla di un millimetro: si conquista la prima palla break aggrappandosi a un punto nel quale rimanda due smash ed alla terza opportunità allunga sul 2-0 nel parziale. Fognini sembra aver smarrito la bacchetta magica, sullo 0-3 si salva per il rotto della cuffia da 0-40, poi sembra ritrovare il feeling con la palla, ma ormai è troppo tardi per raddrizzare il terzo et, anche se nel gioco finale ha una palla del contro break peraltro sprecata con un errore in corridoio.
Dopo due ore e 16 minuti si comincia il quarto set con i servizi più o meno dominanti. Con un paio di recuperi Thompson si procura una palla break e un errore gratuito di Fognini infiamma la folla per il 3-2. Il ritmo della partita tra un punto e l’altro è elevatissimo, entrambi impiegano non più di 15 secondi tra un punto e l’altro e sembra più una gara balistica che non un incontro di tennis. L’australiano è intrattabile con il servizio a disposizione: dopo il break ottenuto cede appena due “quindici” (di cui uno con un doppio fallo) in tre turni di battuta e porta il match al quinto set quando mancano sette minuti alle tre ore di gioco.
Si parte nel quinto parziale con Thompson che spinge sulle battute, tirando la prima di servizio sempre sopra i 200 all’ora e attingendo a piene mani dalla sorgente del serve&volley. Ha capito che sullo scambio Fognini ha troppe più armi e cerca di evitare lo scontro frontale sui fondamentali da fondo. Sull’1-2 il giocatore “aussie” viene fuori brillantemente da una situazione di 0-30 con quattro punti consecutivi. La prima palla break arriva a favore di Fognini, sul 4-3, ma un bel serve&volley. Due game più tardi l’australiano viene fuori da un game di 16 punti, nel quale annulla con grande coraggio due match point, uno con un ace ed un altro con un diritto vincente, e sigla il 5-5. Fognini si prende un’ammonizione per aver preso a pugni la racchetta, esattamente come aveva fatto il giorno prima contro Opelka infortunandosi la mano, ma tiene il servizio e si procura altri due match point sul 6-5, anche quelli però annullati da Thompson.
Si arriva dunque al tie break decisivo a 10 punti (che il giudice di sedia Carlos Ramos ricorda a tutti per evitare problemi di ogni sorta): a un errore di diritto di Thompson sull’1-1 risponde Fognini con un doppio fallo subito dopo. Ma sono due gratuiti durante il palleggio di Jordan che mandano l’italiano avanti fino al 7-3, con la partita che si chiude sul 10-4 e Fognini che lancia la racchetta in aria dopo 4 ore e 5 minuti.