[17] A. Kerber b. C. Giorgi 6-2 6-7(4) 6-3(da Melbourne, il nostro inviato)
La Margaret Court Arena, in questo bel sabato mattina, è abbastanza affollata, come il resto dell’impianto di Melbourne Park. Il week-end dell’Australia Day, la festa nazionale che celebra la “scoperta” del continente, invoglia la gente a uscire. Tra gli spettatori che assistono insieme a noi alla prestazione di Camila Giorgi, nella prima parte della partita quella che ha il posto migliore è Angelique Kerber, e l’impressione è che lo svolgimento della vicenda non le dispiaccia affatto. Camila, come sempre, imposta il suo gioco fatto di accelerazioni anticipate entro i primissimi colpi dello scambio. Il problema è che oggi le percentuali tanto positive viste contro Kuznetsova sono scese in modo drammatico, almeno all’inizio.
Il primo set si risolve in 25 minuti, non ho modo di descriverlo tecnicamente, mi affido quindi ai numeri: per l’azzurra, 8 vincenti e 20 errori (Angie 4/1), un ace e 8 doppi falli, fondamentalmente fa tutto Giorgi. Kerber come detto fa la spettatrice privilegiata limitandosi a respingere le pallate di Camila (quelle che stanno dentro le righe, almeno), e incassa il 6-2 senza che sia necessario spingersi oltre un onesto palleggio difensivo. Da bordocampo, le cosa più evidente è la differenza di “net clearance” tra le due: i colpi di Angie passano un metro sopra il nastro, quelli di Giorgi una spanna. La cosa positiva è che nel momento in cui è l’azzurra a gestire il gioco (nel bene e nel male), basterebbe che le percentuali salissero e potrebbe cambiare tutto. Speriamo.
Il secondo set, infatti, vede un netto miglioramento delle statistiche per l’italiana, il che si traduce immediatamente in un punteggio che procede spalla a spalla, con le ragazze che tengono i servizi senza concedersi nessuna palla break a vicenda fino al 4-4. In questi 8 game, Camila sta a 14 vincenti e 16 errori, 3 ace e altrettanti doppi falli, una bella differenza. Nel gioco, il confronto di stili è chiaro, dal punto di vista tattico Giorgi deve stare attenta alle scelte di traiettoria per le sue accelerazioni. Tende infatti a spingere aprendo il gioco specialmente in lungolinea, e per una semplice ragione geometrica, in quei casi o fai punto o poi ti tocca correre, perchè il campo lo hai lasciato vuoto dal lato della diagonale. Tre vincenti di bella qualità portano Camila in vantaggio 5-4, ora Kerber se vuole salvare il set dovrà fare qualcosa in più che respingere la pressione dell’avversaria attendendo l’errore. Ed è brava a farlo.
Tecnicamente, è da apprezzare la capacità della tedesca di non arretrare davanti al bombardamento di Giorgi, è fenomenale nell’impattare palle che le arrivano nelle caviglie andando letteralmente accovacciata con le ginocchia per terra, spesso in controbalzo, rifiutandosi di cedere metri di campo. Lo faceva alla grandissima la mai abbastanza rimpianta Agnieszka Radwanska, quanto ci manca “Aga la Maga”.
Nel frattempo, finalmente continua nel suo gioco di aggressività totale, Camila sale 6-5, Angie senza tremare pareggia 6-6, e giustamente questo equilibratissimo parziale si risolverà al tie-break. E’ trascorsa esattamente un’ora e un quarto. Un passante da standing ovation manda la tedesca avanti 3-1, tre drittacci imprendibili di Giorgi rimediano e siamo 4-3 con mini-break per l’italiana. Poco dopo, un rovescio lungo di Kerber regala il 6-4 e due set point a Camila, un grandissimo scambio chiuso di dritto decreta il 7-4, ce la giochiamo al terzo set.
“Non ho notato se lei ha rallentato il servizio alla fine, ma credo stesse bene, sennò non corri su ogni palla, non stai giù. Io mi sento bene, il polso è a posto. Il servizio mio lo sentivo bene, andava a 180, 190, non si può dire nulla di quello. Il prossimo impegno sarà la Fed Cup”
Due palle break fallite con altrettanti errori per Giorgi nel terzo game del parziale decisivo fanno mettere le mani nei capelli (anzi, nella zazzera) a papà Sergio nel box giocatori. Effettivamente l’occasione era ghiotta, in questa fase la tedesca sembra piuttosto frastornata, e soprattutto ha abbastanza arretrato la sua posizione rispetto al campo. Altra palla break stavolta cancellata da un super-dritto e Angie si salva, 2-1 per lei. Nel game succesivo, una brutta sequenza di gratuiti di Camila le costa una palla break (stava 40-15), il dritto che le vola lungo consegna break e vantaggio di 3-1 all’avversaria, non ci voleva. Rinfrancata dall’omaggio, Kerber tiene il servizio con autorità, 4-1, si fa dura adesso purtroppo. In questi 5 game, i numeri dell’italiana sono ritornati deficitari, con 7 vincenti e 14 errori, a fronte del 4/3 di Angie.
“Ho fatto il mio gioco, sono stata aggressiva per tutta la partita, ho rischiato io, cercando sempre di andare avanti. Se stai a fondo e stai lì ad aspettare l’errore dell’avversaria è diverso, più facile. Io penso a me stessa, credo di aver fatto una bellissima partita”
Rendendosi conto di essere nei guai, Giorgi è bravissima a reagire immediatamente, con una striscia di 8 punti a 1, e contro-break annesso, siamo 4-3. Uno scatto di reni in un momento fondamentale come questo potrebbe essere una chiave decisiva del match, grande Camila. Purtroppo, però, forse pagando lo sforzo di un paio di scambi durissimi, l’azzurra stecca una palla nel game successivo, si trova sotto 15-40, e con un gratuito di rovescio cede ancora la battuta, 5-3 Kerber. Accidenti (e mi limito). Al servizio per chiudere, Angie difende a denti stretti le rabbiose pallate di Camila, va 40-15, e il 65esimo errore dell’italiana (a fronte di 49 vincenti) le dà la vittoria e gli ottavi di finale, dove attende Anastasia Pavlyuchenkova (precedenti 7-6 per Kerber), che ha eliminato Karolina Pliskova. Peccato per Giorgi, quell’ottavo game del set decisivo è stato pagato carissimo.
Soddisfatta Kerber a fine partita: “Ho cercato di muovermi meglio che potevo, e di tenere duro, lei tira fortissimo, è splendido essere agli ottavi qui. Grazie per tutto il sostegno ragazzi, l’Australian Open sarà sempre un torneo speciale per me. Ora devo prepararmi alla prossima battaglia, cercherò di godermi il tempo passato sia in campo che fuori dal campo! Nel primo set lei ha sbagliato tanto, poi però è venuta fuori bene, alla fine del secondo ha preso la partita in mano. Io sono stata un po’ troppo passiva, lei ha rischiato e si è presa il set. Nel terzo, è girato tutto su uno, due punti. All’inizio lei ha avuto le palle break, poi io ho servito bene per salire 4-1, poi lei è rientrata. E alla fine ho solo cercato di lottare e giocare punto a punto. Il suo gioco? Veloce, molto veloce, la avevo già affrontata, non è facile con lei, non sai mai cosa aspettarti. Devi stare attenta fino all’ultimo punto, perché lei continua sempre a giocare pesante e profondo”.