Sui sette game lasciati al malcapitato Pablo Carreno Busta non c’era molto da commentare o analizzare, per cui la conferenza stampa di Rafael Nadal si è concentrata su altri temi. Il primo, il più attuale per quanto riguarda strettamente il torneo, è Nick Kyrgios, possibile futuro avversario del maiorchino (Khachanov permettendo). Tra i due non sembra scorrere buon sangue, motivo per cui a Rafa è stata chiesta un opinione sul ragazzo australiano. Il giudizio è, al solito, misurato, ma senza mezze parole.
“Non lo so. Onestamente, non lo conosco personalmente per avere un’opinione chiara. È chiaro, ovviamente, che quando fa cose che secondo me non vanno bene, non mi piace. Quando gioca bene a tennis e mostra passione per questo gioco, è un giocatore positivo per il nostro tour e voglio che il mio tour sia migliore, non peggiore. Quindi i giocatori che migliorano il tour sono importanti. Quando è pronto a giocare al suo miglior tennis e giocare con passione, è uno di questi ragazzi. Quando fa le altre cose, ovviamente non mi piace”.
Inevitabilmente i giornalisti insistono per un punto di vista sulla partita di Roger Federer, che in extremis è riuscito a rimontare Millman nonostante uno svantaggio di 4-8 nel supertiebreak. Molto candidamente, come ha peraltro anche ammesso lo stesso Federer, Nadal cerca di ridimensionare un po’ i contorni dell’impresa e i meriti dello stesso svizzero. “Non voglio analizzare la partita per gli ultimi sei punti, onestamente. È stata una buona partita per Millman. Roger, penso, ha avuto un po’ di alti e bassi, ma nel quinto ha iniziato a spingere quando ha subito il break. Penso che abbia iniziato a giocare in modo molto aggressivo. Se analizziamo gli ultimi sei punti, penso che John abbia fatto un paio di errori onestamente. Non stava sbagliando niente e poi ha mandato due palle lunghe. Sull’8-7, penso che Roger abbia fatto uno slice corto e John ha avuto anche la possibilità di tirare il passante con il diritto. Anche quello è andato lungo. Poteva succedere di tutto, ma Federer è Federer“.
Mentre gli argomenti via via vanno esaurendosi, la mente ancora fresca di ATP Cup, ritorna alla vexata quaestio delle due competizioni gemelle e al delicato rapporto con la Coppa Davis. “La mia opinione è molto chiara. Due gare a squadre in meno di un mese non fanno bene al nostro sport. È buono per alcuni giocatori, ovviamente, perché sono in grado di ottenere un montepremi più alto, ma la mia sensazione è che non possiamo guardare il quadro ridotto. Dobbiamo guardare al quadro generale. Con un quadro più ampio, normalmente ci sono maggiori possibilità per tutti. Anche se in questo momento probabilmente due competizioni sono in grado di aiutare i giocatori a vincere più soldi, penso che in futuro avremo bisogno di uno scenario più ampio. In questo modo otterranno i soldi senza che siano necessarie due competizioni. È strano per gli spettatori guardare la Coppa Davis, che è una Coppa del Mondo, e poi la ATP Cup, una nuova competizione nel giro di un mese. Non penso sia positivo. Penso che dobbiamo stare insieme. Dobbiamo fare qualcosa di grande e un’unica Coppa del Mondo. Questo è il mio punto di vista. Non so se ho ragione o no, ma questa è la mia opinione ed è chiara: non esiste nessun altro sport che abbia due Mondiali in un mese“.