Simona Halep fa sul serio a questi Australian Open. E, negli ultimi due anni, quando la rumena è arrivata in forma ad uno Slam, in pochissime sono riuscite a fermarla. Dall’inizio del torneo non ha concesso nemmeno un set alle sue avversarie. Ma se nei primi tre turni dall’altra parte della rete si era trovata di fronte tenniste ben meno attrezzate di lei, la sfida di ottavi di finale contro la belga Elise Mertens, testa di serie n.16 e capace di sorprenderla nella finale di Doha dello scorso anno, si presentava sulla carta come particolarmente insidiosa. E invece così non è stato, con Halep che con un periodico 6-4 ha liquidato la pratica in poco più di un’ora e mezza di gioco. La campionessa di Costanza ha così staccato il biglietto per i suoi quarti quarti (si perdoni la ripetizione) di finale a Melbourne. È dovuta stare in campo un’ora di più Anett Kontaveit, testa di serie n.28, per domare le velleità della giovane polacca Iga Swiatek. Kontaveit è venuta a capo di un’autentica battaglia conclusasi 6-7 7-5 7-5. Il modo migliore per raggiungere i primi quarti Slam, dove affronterà per l’appunto Halep.
HALEP-MERTENS – È Halep a fare il primo strappo nel match. Avanti per 2 a 1 nel primo set, la rumena sfrutta la terza palla break e mette la testa avanti. Mertens però la riaggancia subito sul 3 pari. La belga però soffre tanto sul suo turno di servizio ed è costretta di nuovo a cedere nel nono gioco. Con il servizio a disposizione, nonostante qualche patema, la due volte campionessa Slam chiude il parziale. Rincuorata dall’avvio positivo, Halep si porta sul 3 a 0 pesante nel secondo set. Mertens però continua a crederci e recupera entrambi i break, fino al 4 parti. È ancora il nono gioco ad essere fatale per lei però. Halep vince il suo quinto turno di risposta e poi va a portare a casa il match. A fronte di un maggior numero di vincenti (36 a 21), la fiamminga paga un numero molto più alto di gratuiti, ovvero 38, contro i soli 8 di Halep. A dimostrazione di una prova solida da parte della n.3 del mondo.
KONTAVEIT-HALEP – Match come detto pieno di emozioni quello tra Kontaveit e Swiatek. Primo set equilibratissimo con le due tenniste che si scambiano break e contro-break fino ad arrivare al tiebreak, dove a prevalere è la 18enne polacca per 7 punti a 4. Secondo parziale altrettanto tirato e apparentemente destinato a concludersi nuovamente al tiebreak. A scongiurare questa eventualità arriva un break decisivo nel dodicesimo gioco in favore della estone che riporta in parità il conto dei set. Sulle ali dell’entusiasmo, Kontaveit si invola sul 5 a 1 nel parziale decisivo. La partita sembra finita quando l’estone va servire per il match. Ma da lì inizia la risalita di Swiatek che, con uno scatto di orgoglio, conquista 4 giochi consecutivi. Il super tiebreak sembrerebbe il finale più giusto. Ma Kontaveit piazza sul 6-5 in suo favore il break che le permette di conquistare il match dopo oltre due ore e quaranta di gioco. A fare la differenza per lei è un pizzico in più di lucidità nelle palle break rispetto all’avversaria: 64% di trasformazione contro 37% di Swiatek.
L’estone, allenata da Kim Sears, suocero di Andy Murray, dovrà recuperare le energie in vista di un complicatissimo primo quarto Slam contro Halep. “Non vedo l’ora di giocare contro Simona. È una grande tennista e dovrò mettere in campo il mio miglior tennis. Questo è poco ma sicuro. È molto consistente. Dovrò essere aggressiva per metterla in difficoltà”, ha detto in conferenza stampa. Nelle uniche due occasioni in cui si sono affrontate, entrambe nella stagione 2017, a Roma e Miami, non c’era riuscita, rimediando nove game in due partite. Ma in questi due anni è migliorata tanto. Così come Halep d’altro canto si è trasformata da perdente di lusso in tennista di vertice, capace di travolgere le avversarie con il suo forsennato ritmo da fondocampo. Ci sono tutte le premesse perché riesca a farlo ancora.