da Melbourne, il direttore
Era il match più atteso di questo lunedì ancora festivo in Australia (per via dell’Australia Day, celebrato come sempre il 26 gennaio). E non ha tradito le attese. Nessuno pensava, per la verità, che Rafa Nadal potesse tradirle, ma su Kyrgios, si sa, c’è sempre il dubbio.
Il risultato, vedi i casi della vita, è identico a quello del 4 luglio scorso, secondo turno di Wimbledon: 6-3 3-6 7-6 7-6, 3h e 38 minuti. Ciò significa che Nadal ha vinto quattro tie-break di fila contro Kyrgios, un avversario che pure lo aveva battuto 3 volte su 7. Un avversario che secondo Nadal “mi mette sempre grande pressione addosso perché serve molto bene e non solo… gioca bene anche da fondocampo”.
Dopo che ho registrato il video in inglese su Ubitennis.net con Ben Rothenberg del New York Times – e mi piacciono le sue analisi, so che a molti lettori fa fatica andare a vedere Ubitennis.net e i nostri video in inglese, ma invece mi permetto di consigliarveli – ho preso spunto dalla sua analisi per dire che se Nadal vince 4 tie-break su 4 contro Kyrgios non è tanto un caso. Nadal è notoriamente un campione che gioca con straordinaria attenzione e intensità i punti importanti, mentre Kyrgios è un tennista di straordinario talento e capacità creative ma se ha un difetto è che talvolta quell’intensità se la perde per strada.
Ho provato a suggerire un’ipotesi del genere a Rafa, con una domanda nella successiva conferenza stampa, ma Rafa ha svicolato, peraltro in maniera intelligente, da par suo: “Sì… ma ho perso il tie-break nel set finale di Acapulco, nel secondo turno. Sono solo dinamiche… Oggi tutto poteva accadere nei tie-break, sono stati entrambi molto ravvicinati. Non ho la capacità di analizzare perché o perché no accade una cosa oppure l’altra”.
Può essere che sia così, ma può essere anche che Rafa – che ha cercato per tutta l’intervista di essere “politically correct” nei confronti di Kyrgios dopo certe critiche piuttosto severe del passato, critiche che hanno fatto dire a tutti a ragione che fra i due non correva buon sangue – di fronte alla stampa australiana non volesse dire che Kyrgios è un giocatore che ha sempre avuto difficoltà di concentrazione e poi, nella sua imprevedibilità congenita, è capace di inventarsi una palla corta come quella che gli è venuta in mente di giocare sul 4-3 dell’ultimo tie-break che non aveva senso, a prescindere dal fatto che l’ha sbagliata (e può accadere). Fatto sta che quel dropshot sbagliato concettualmente è costato il tie-break, il set e il match a Nick.
In precedenza Rafa aveva cercato di smussare certi suoi apprezzamenti nei confronti di Kyrgios, pure tenendo fede alle idee più volte espresse. “Non cambio idea, quando vuole giocare a tennis ed è concentrato su quel che vuol fare è un giocatore molto importante per il nostro sport perché ha un grande talento. Sì, è uno di quei giocatori che può essere molto molto interessante per il pubblico. Non sono mai contrario al suo stile di gioco. Ma ha fatto alcune cose che non sono giuste, non rappresentano una buona immagine per il nostro sport, per i bambini…Ma se fa le cose giuste sono il primo a sostenerlo…L’ho visto giocare quasi tutti i match del torneo ed è stato grande. Un’attitudine molto positiva. E a me piace guardarlo quando è così. A tutti piace. È uno dei migliori talenti del mondo, non c’è dubbio, e ha chance di lottare per tutti i tornei”.
Rafa ha continuato intelligentemente a sottolineare le qualità di Kyrgios. Non è nato ieri. Con ciò non sto dicendo che abbia raccontato cose che non pensava. Solo che… sa quel che deve dire, lo dice bene, lo spiega meglio. E qui sui giornali australiani, ricordando le polemiche che c’erano stati dopo il match di Wimbledon, i giornali australiani avevano tutti sottolineato la scarsa simpatia fra i due, ricordato le proteste di Kyrgios per il tempo che Rafa si prendeva fra un punto e l’altro. Rafa stasera è stato attentissimo a non incappare nella time violation. È stato curioso soltanto l’episodio di chi gli ha portato via, insieme alla racchetta da raccordare, anche la racchetta con la quale stava giocando. Ci sono voluti 4 minuti prima che il gioco riprendesse dopo la fine di quel set.
Kyrgios diventerà mai un top 5? Non dico n.1, ma n.5. Beh, non lo so ma non credo, perché se Nick dovesse e potesse scegliere il suo percorso, più che mostrarsi un tennista solido e “focused” come tanti altri, mi pare che ci tenga a essere un personaggio che fa spettacolo, che fa vendere i biglietti, che piace alla gente perché capace di giocare i tweener nei momenti più impensabili, anche se ultimamente mi pare li tenti sul 40-0. Insomma non è un pazzo scatenato. È un po’ clown, un po’ istrionico, sembra che se ne freghi abbastanza di quel che la gente può pensare in superficie, ma forse invece, paradossalmente, se si comporta così è perché invece gli dà abbastanza importanza. Insomma, come dicono a Roma, non si sa fino in fondo… se ci è o ci fa. Ma non c’è dubbio che le sue partite, come quella di oggi, sono godibilissime. Con i grandissimi sono più quelle che perde, ma ci sta. È normale. Lui qualche regalo prima o poi lo fa. Anche se stasera perfino Rafa non è stato inappuntabile. Ha perso un break di vantaggio giocando male, ha commesso un doppio fallo nel tie-break del terzo set subito dopo che ne aveva fatto uno Nick. Insomma, qualche rischio inutile lo ha corso.
Ma il più per lui dovrebbe essere fatto. Ora ha Thiem, battuto due volte al Roland Garros. Anche se ci ha perso diverse volte, perfino a Madrid, tre su cinque vedo sempre favorito Rafa.
THE MAN – Mi sono soffermato a lungo sul match più atteso, ma onestamente nessuno pensava che Stan ‘The Man’ Wawrinka fosse ancora capace a 34 anni di giocare il match, davvero superbo, che ha giocato contro Medvedev. Stan ha ammesso, rispondendo a una mia esplicita domanda: “Sì, dacchè mi sono operato questo è stato il mio miglior match!”.
Medvedev è stato spiritoso quando poi gli ho riferito quel che aveva detto Stan: “Mi fa piacere per lui, ma avrebbe potuto aspettare un altro avversario e un altro torneo per farlo”. In russo Medvedev ha poi detto di essere rimasto sorpreso dalla consistenza del servizio di Stan: “L’efficacia del suo rovescio mi era nota, ma un servizio così incisivo non me lo aspettavo, non riuscivo a rispondere come avrei voluto…”. Mi piace molto Daniil, è intelligente, educato, simpatico.
Chi vincerà fra Wawrinka e Zverev? Sascha ha posto fine alla striscia vincente di Rublev, cominciata in Davis a Madrid con quattro vittorie e proseguita nei primi due tornei dell’anno, Doha e Adelaide: 14 successi filati con i primi tre turni superati qui. Il tedesco ha vinto tre set di fila e se batterà Wawrinka per la terza volta su tre (ma le prime due sono un po’ datate, risalgono al 2016 e al 2017) centrerà la prima semifinale in uno Slam. Dando così ragione a Rafa che due anni fa aveva predetto che nell’arco di due anni Zverev avrebbe fatto un buon torneo anche in uno Slam. “ E se non lo fa potrai venire a dirmi che non capisco molto di tennis…”.
Ok, ma Rafa, non capì che io gli chiedevo soltanto se lui avesse una spiegazione per le cattive performance di Zverev, fino a quel momento, negli Slam. Nemmeno io pensavo che Zverev non avrebbe mai sfondato negli Slam. Esattamente come Nadal. Ad ogni modo Sascha era perfettamente a conoscenza di quello scambio che avevo avuto con Nadal – avente lui per oggetto – tanto che quando gli ho detto che Nadal si aspettava che lui vincesse uno Slam in due anni, ha prontamente replicato: “No, no, non è esattamente così, Rafa aveva detto che avrei fatto bene in uno Slam, non che l’avrei necessariamente vinto”. Ha ragione lui, è così in effetti. Sascha ci ha messo, probabilmente, più tempo di quanto Rafa si attendesse, ma fin qui in questo torneo non ha perso un set, mentre in passato andava al quinto anche contro avversari improbabili e poi, nel prosieguo degli Slam, pagava la fatica. Stavolta dovrebbe essere fresco.
Se Wawrinka rigiocasse – e soprattutto servisse – come ha fatto con Medvedev, diventerebbe dura anche per Zverev che sulla diagonale dei rovesci – uno spettacolo nello spettacolo fra i due – può comunque difendersi più che bene. Zverev ha detto anche che ormai tutti gli otto possono vincere il torneo “perché sono i migliori del mondo”. Probabilmente non ha fatto caso che fra gli otto c’è anche Sandgren. Onestamente, anche se ora qualche lettore che vive di pregiudizi mi dirà che lo dico perché ha battuto Fognini e io “oggettivamente” ce l’avrei con Fabio!, Sandgren non appartiene alla categoria degli altri. Poi può succedere anche che in una cattiva giornata di Federer lo batta, ma di qui a considerarlo un potenziale vincitore del torneo come invece sulla carta – e vorrei vedere le quote dei bookmaker – sono tutti gli altri sette con varie differenze, ce ne corre. Prevengo una obiezione: eh ma se può battere Federer allora… No ragazzi, anche Millman è stato a due punti cinque volte dal battere Federer, ma non è che se lo avesse battuto avremmo potuto considerarlo uno dei favoriti del torneo. Please!
Visto che sono entrato, indirettamente parlando di Sandgren sul tema Fognini affrontato nel mio editoriale di ieri, poiché ho ricevuto diverse risposte che non mi hanno convinto… beh vorrei dire a chi non fosse più andato a vedere quei commenti, che per una buona parte mi sono dato da fare a rispondere. Ma solo fino alle vostre 9 del mattino, perché quando è cominciato il match di Nadal con Kyrgios non ho più avuto tempo di respirare. In mattinata ho fatto a tempo soltanto a vedere che Fognini in una storia Instagram mi aveva dato del gelataio.
Non ho capito perché gelataio e non… ad esempio, pizzaiolo. Avrei potuto portargli una pizza invece del gelato alla prima occasione. Temo che il gelato si possa squagliare nell’attesa. Di solito chi vuole offendere un giornalista gli dà del giornalaio. Come gli sia venuto in mente gelataio mi sfugge, ma non è ovviamente importante. Quel che ho scritto è ciò di cui sono convinto. E, come ho detto, ho rispettato anche chi era molto critico nei confronti di quel ho scritto prendendomi la briga di rispondergli sotto ai suoi commenti. Ma per tutti non ho fatto a tempo.
VERSO IL DAY 9 – Per quanto riguarda i quarti di martedì beh vedo Djokovic vincitore anche se Raonic sembra stare finalmente a posto fisicamente. Sebbene i loro ultimi loro duelli non sian recenti, Novak li ha vinti tutti, nove su nove e mi pare impensabile – nonostante il gran servizio del canadese che non ha concesso palle break a Tsitispas e che non ha mai perso il servizio con Cilic – che il decimo match possa avere un vincitore diverso. Vero che mi ricordo bene come qui a Melbourne Andreas Seppi rovesciò il pronostico con Federer dopo averci perso 10 volte su 10, però la capacità di Novak di “pescare” il rovescio di Raonic impedendogli di girare attorno alla palla per sparare i suoi dritti anomali, sarà probabilmente determinante.
Ugualmente, sebbene io abbia sempre sostenuto che a una certa età non sono le prestazioni di punta che possono venire a mancare, ma semmai la continuità, sarei davvero molto sorpreso se Federer perdesse con Sandgren. Roger non commetterà l’errore di mettersi a fare a pallate da fondocampo. Cambierà invece continuamente ritmo, tagli, angoli…come ha fatto con Fucsovics e come invece non ha fatto con Millman. Ma Sandgren, per la prima volta al cospetto di Federer, non avrà la fiducia che poteva avere Millman che Roger lo aveva già battuto una volta e un’altra c’era andato vicino. Un problemino potrebbe nascere per Federer per il fatto che per la seconda volta dopo l’esordio giocherà di giorno, dopo aver giocato tre volte in notturna. Dalla sua c’è il fato che in questi giorni non ha mai fatto caldo come tante volte negli anni scorsi, e che probabilmente in diurna le condizioni di gioco sono più veloci (lui stesso, dopo aver battuto Fucsovics, ha detto che in notturna il campo è lento).
TORNEO FEMMINILE – Due parole sul tennis femminile, per finire, sennò poi dite che non il dono della sintesi che mai come stasera vorrei avere perché alle 10,30 australiane sarò ospite di Channel 9, la TV australiana che ha comprato i diritti dell’Australian Open e che li trasmette in chiaro registrando grandi audience (che crolleranno certamente in contemporanea con la mia presenza) dovrò essere nei loro studi televisivi. Fra nove ore circa da questo momento…
Secondo me se Barty supera Kvitova ha un piede in finale. Non vedo come possa perdere poi con chi vincerà fra Kenin (che può diventare la n.1 americana se va avanti, scalzando Serena Williams) e la prima tennista di un paese arabo a qualificarsi per un quarto di finale di uno Slam, Ons Jabeur che – curiosamente- ha un fisico non troppo diverso da quello di Barty. Nemmeno la Kenin è un’amazzone statuaria. Del resto nella parte bassa del tabellone fatta eccezione per la risorta Muguruza (che conduce 4-1 i diretti con la Pavlyuchenkova trasformata dalla cura Sam Sumyk, per l’appunto precedente coach di Garbine…di certo le verrà detto tutto e di più sulla spagnola) non è che ci siano in gara le stangone di altre volte. Halep (1,68) e Kontaveit (la estone è un metro e 74…) non sono piccole ma neppure giganti vicine al metro e 90 come Sharapova, Venus, Davenport, Pliskova e altre.
Basta così, per oggi è tutto. Contenti?