Domenica 26 gennaio 2020, un giorno che gli appassionati di sport non dimenticheranno tanto facilmente. Kobe Bryant, straordinario asso dei Los Angeles Lakers della NBA ritiratosi dopo una sontuosa carriera ventennale dal 1996 al 2016, ha perso la vita a 41 anni per uno schianto in elicottero nei pressi di Los Angeles insieme alla sua secondogenita Gianna (13 anni).Insieme a loro hanno perso la vita il pilota e altre cinque persone che erano dirette all’Academy dello stesso Bryant per disputare una partita di basket femminile giovanile.
Bryant, uno degli sportivi più iconici della Storia e uno dei più importanti del XXI Secolo a livello globale lascia la moglie Vanessa e altre tre figlie: Natalia (17 anni), Bianka (3 anni) e Capri (appena 7 mesi). La carriera di Kobe è tra le più decorate dello sport americano e non solo del basket: cinque titoli NBA con i Lakers, quarto marcatore di tutti i tempi della NBA, due ori olimpici con la nazionale USA a Pechino 2008 e Londra 2012, oltre a ogni genere di premio individuale. Proprio Bryant era diventato il leader della nazionale in Cina dopo i fallimenti alle Olimpiadi di Atene 2004 e ai Mondiali 2006 in Giappone in cui la squadra americana non andò oltre la medaglia di bronzo in entrambe le occasioni.
Kobe, figlio di Joe, quattro volte consecutive capocannoniere della nostra Serie A2 di basket negli anni ’80, è cresciuto in Italia dai 6 ai 13 anni tra Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia seguendo gli spostamenti del padre. Padroneggiava perfettamente la nostra lingua anche a distanza di decenni dal suo addio al nostro Paese. Dopo il ritiro di Joe, la famiglia Bryant tornò negli Stati Uniti a Philadelphia, città natale di Kobe. Bryant portò il suo liceo, Lower Merion alla vittoria del campionato di Stato della Pennsylvania dopo 53 anni. Poi il salto diretto nella NBA senza passare dal college.
Kobe ha giocato tutta la carriera con una sola maglia e detiene la maggior parte dei record della Storia dei Lakers, la squadra più famosa e più ricca di campioni nella Storia della lega americana di basket. Dopo la conclusione della carriera aveva conquistato anche un Premio Oscar per un cortometraggio animato basato sulla sua lettera di addio al basket, scritta nel novembre 2015 e consegnata agli spettatori dello Staples Center di Los Angeles per annunciare il suo ritiro.
Nell’agosto scorso è stato in visita a Flushing Meadows durante lo US Open, partecipando al sorteggio di un match di Roger Federer e spendendo parole al miele per Coco Gauff oltre a sviluppare una profonda amicizia con Naomi Osaka che oggi sui social gli ha dedicato una bellissima lettera di addio che si è chiusa con queste parole: “Grazie per avermi insegnato così tanto nel poco tempo durante il quale ho avuto la fortuna di conoscerti. Grazie di essere esistito. Sarai per sempre il mio fratellone/mentore/ispirazione“.
Durante la visita di Bryant allo US Open, il direttore Ubaldo Scanagatta ha trovato il modo di fermarlo e fargli firmare un autografo con dedica per uno dei suoi collaboratori, Luca De Gaspari, suo grandissimo ammiratore da sempre.