G.Muguruza b. [30] A.Pavlyuchenkova 7-5 6-3 (da Melbourne, il nostro inviato)
Uno degli aspetti interessanti dell’ultimo quarto di finale del tabellone femminile dell’Australian Open, è l’incrocio tra Garbine Muguruza e il suo ex allenatore Sam Sumyk, che ha seguito la giocatrice spagnola per 4 anni, e ora è il coach dell’avversaria odierna, la russa Anastasia Pavlyuchenkova (30 WTA). La prima metà della collaborazione tra Sumyk e Muguruza è stata assai fruttuosa, con i due titoli Slam conquistati da Garbine al Roland Garros 2016 e a Wimbledon 2017 (anche una finale a Londra nel 2015 per lei). Una curiosità, Muguruza è l’unica ad aver battuto entrambe le sorelle Williams in una finale major, Serena a Parigi e Venus ai Championships.
Dopo il trionfo sull’erba di Church Road, però, la spagnola (numero 1 WTA nel settembre di quell’anno), è entrata in una spirale negativa a livello di risultati che è durata davvero troppo per una campionessa delle sue qualità. Era scesa fino al numero 36. Il rapporto con il coach è apparso sempre più conflittuale, con episodi di autentici battibecchi anche in campo, finché, alla fine dell’anno scorso, Garbine ha detto basta, affidandosi alle cure dell’esperta Concita Martinez (che aveva già accompagnato Muguruza durante le due settimane della vittoria a Wimbledon, quando Sam era assente per problemi personali, e poi come consulente per un paio di mesi nel 2018). Sumyk, come detto, è passato nel team di Pavlyuchenkova, e i buoni risultati si sono visti da subito. Il cambio di panchina, insomma, pare aver giovato a entrambi.
I precedenti tra Garbine e Anastasia sono 4-1 per la spagnola, il confronto tecnico in campo vede una battaglia tra gran colpitrici, fisicamente molto dotate, con qualche pecca nella mobilità. Fanno a botte, insomma, vediamo un po’ chi la spunterà. C’è uno scambio di break dall’1-1 al 2-2, le ragazze stanno ancora scaldando i fucili (qualche errore di troppo per tutte e due). Ancora un momento delicato per chi è al servizio avviene nel quinto game, quando Muguruza annulla due palle break servendo bene. Per il resto, il prevedibile scontro a pallate da fondo procede in modo abbastanza standard, con forse qualche piccolo spunto di varietà in più da parte della russa. Sul 3-3, ecco uno 0-40 e tre palle break consecutive per Anastasia: un errore della spagnola consegna il vantaggio di 4-3 e battuta a Pavlyuchenkova, meritato, ha effettivamente avuto molte più occasioni.
Reagisce Garbine, con una bella volée si conquista una palla del contro-break, ma la spreca, ne ha un’altra ma le vola largo il dritto. Troppi gratuiti per lei, ben 13 a questo punto (7 per Anastasia), la russa però con un doppio fallo e una successiva seconda palla tremebonda aggredita e chiusa da Muguruza concede il game, siamo 4-4. Non una bella partita finora, va detto, anche il pubblico della Rod Laver Arena a volte mormora. Sotto 5-6, Anastasia viene tradita dal servizio: due doppi falli concedono un set-point a Garbine, un erroraccio di rovescio le è fatale, 7-5 Muguruza, qualche rimpianto per Pavlyuchenkova. 10 vincenti e 16 gratuiti per Garbine, 12/17 Anastasia.
Le protagoniste si scambiano un break anche all’inizio del secondo parziale: il servizio continua a non essere un fattore dominante nella partita, più che altro perché entrambe le giocatrici dispongono di una potenza di fuoco in risposta in grado di punire una messa in gioco più debole. La vittoria del primo set sembra aver aiutato Muguruza a distendersi e la spagnola preme sull’acceleratore senza trovare alcuna contromisura messa in atto dall’altra parte della rete: Pavlyuchenkova perde il game di servizio a zero sul 2-3 con tre gratuiti e un doppio fallo, Muguruza invece cresce nel rendimento alla battuta mettendo a segno tre ace in due turni di servizio.
Con una volée di rovescio smorzata, probabilmente la più bella messa a segno nella giornata, Garbine Muguruza chiude il match in due set dopo un’ora e 33 minuti di gioco. Dopo il primo set equilibrato, la resistenza di Pavlyuchenkova si è affievolita con il passare dei game e il match ha preso una piega irreversibile. “È stato un primo parziale molto duro, credo che sia durato un’ora – ha detto Muguruza subito dopo il match – e sono molto soddisfatta di averlo vinto. Credo sia bene per me giocare subito domani, senza dover aspettare un altro giorno. Studierò la mia avversaria Simona Halep con la mia allenatrice e sarò pronta a giocare la mia prima semifinale qui all’Australian Open“.
Muguruza ha mantenuto un bilancio neutro tra vincenti ed errori gratuiti (21 a 21) mentre Pavlyuchenkova è scivolata sempre più in territorio negativo, terminando con 18 colpi vincenti e 26 errori gratuiti. “È stato frustrante”, dirà Pavlyuchenkova a fine partita a proposito del servizio: “Puoi anche commettere un paio di doppi falli ma devi andare avanti, non pensarci e continuare a giocare. Invece mi sono rimasti nella testa. Ogni volta che giocavo un buon game e le strappavo la battuta, andavo a servire pensando ‘oh, di nuovo…’. Provavo a rischiare maggiormente con la seconda perché lei mi metteva sempre molta pressione con la risposta. Forse in alcuni casi ho esagerato. Ho perso il ritmo, non so perché“.
Ha collaborato Vanni Gibertini