Si è conlcusa con un lieto fine la brutta faccenda di doping che ha coinvolto il n.1 del mondo di doppio, il colombiano Robert Farah. Il tennista era stato trovato positivo ad un test fuori dalle competizioni cui è stato sottoposto lo scorso 17 ottobre. I laboratori WADA di Montreal avevano trovato nelle sue urine tracce di una sostanza chiamata Boldenone e dei suoi metaboliti.
Il Boldenone è uno steroide anabolizzante inserito nella lista delle sostanze proibite dalla WDA e quindi Farah era stato notificato di una violazione delle regole antidoping lo scorso 11 gennaio ed è stato oggetto di una sospensione cautelativa a partire dallo scorso 21 gennaio, sospensione che gli ha in questo modo impedito di partecipare allo scorso Australian Open.
La commissione dell’ITF ha accettato la spiegazione fornita da Farah su come la sostanza sia entrata nel suo organismo ed ha sancito che non ci sono state colpe o negligenze da parte del tennista, sollevando quindi la sospensione cautelativa e riammettendo Farah alle competizioni con effetto immediato.
Secondo quanto comunicato dal doppista attraverso i propri social media subito dopo la notifica della violazione, il Boldenone è comunemente utilizzato nell’allevamento del bestiame in Colombia, dove Farah si trovava quando i campioni di urine sono state prelevate, e la sera prima del test si era proprio recato in un ristorante nel quale aveva consumato una grossa bistecca di manzo, molto probabilmente contenente lo steroide anabolizzante in questione.
Nella pratica sportiva professionistica si riscontrano parecchi casi di positività ai testi antidoping indotti da sostanze vietate utilizzate nell’allevamento del bestiame. In particolar modo, sono piuttosto numerosi i casi di positività al Clenbuterolo (uno steroide anabolizzante) che viene comunemente somministrato a manzi, suini, agnelli e anche al pollame in Cina, Messico e Guatemala. Per questa specifica sostanza, infatti, la WADA ha introdotto una modifica alle norme antidoping a partire dal 1° giugno 2019 in base alla quale nel caso in cui vengano riscontrate quantità molto piccole (inferiori ai 5ng/ml) nei campioni di un atleta è possibile riportare immediatamente il risultato come un’anomalia ed essere investigato come caso di contaminazione alimentare.
Rimane comunque agli atti questa violazione delle norme anti-doping da parte di Robert Farah, il quale quindi in caso di una ulteriore positività non potrà più contare sugli sconti di pena riservati agli atleti che vengono trovati positivi per la prima volta. Non ci saranno comunque squalifiche, dal momento che è stato escluso qualunque tipo di dolo e anche di negligenza da parte di Farah, e quindi il 33enne residente a Bogotà potrà ricominciare a giocare in coppia con il suo compagno Juan Sebastian Cabal con il quale nel 2019 ha vinto il titolo a Wimbledon e allo US Open.