dal nostro inviato a Rotterdam
Per gli organizzatori si configura sempre più come non fortunata questa quarantasettesima edizione dell’ABN AMRO World tennis Tournament. Lo scorso lunedì ai nastri di partenza c’erano quattro top 10 e ben sei giocatori che lo erano stati (Khachanov, Simon, Fognini, Carreno Busta, Bautista Agut, Dimitrov), ma i risultati di questo giovedì, in attesa di Monfils contro Simon, impoveriscono ancora di più il programma dei quarti di finale, nei quali i soli Rublev e Monfils tra le teste di serie sono riusciti a rispettare classifica e pronostici.
RUBLEV – Il ventiduenne tennista russo, autore di una buonissimo inizio di stagione – prima di venire a Rotterdam aveva già vinto ben undici match –ha impiegato poca più fatica per avere la meglio su Alexander Bublik, 56 ATP. Un avversario, tra l’altro, contro il quale in passato aveva sofferto non poco, vincendo solo al termine di lunghe battaglie al terzo set i due precedenti confronti diretti nel circuito maggiore (e Bublik aveva vinto il primo scontro, giocato a livello Challenger).
Dopo aver sprecato una palla break nel gioco d’apertura dell’incontro, gestendo con tranquillità i propri turni di battuta (non si è mai arrivati ai vantaggi) Rublev ha aspettato l’occasione buona, arrivata nell’undicesimo gioco, quando ha convertito la seconda delle due chance guadagnate per andare a servire per il set, operazione poi brillantemente compiuta nel game successivo. Allungando in apertura del nuovo parziale a quattro i giochi consecutivi vinti, il russo segnava definitivamente l’incontro, chiuso senza concedere palle break. Rublev nel nono gioco strappava nuovamente la battuta a Bublik e chiudeva in meno di settanta minuti col punteggio di 7-5 6-3, riuscendo a conquistare per la seconda volta in carriera il pass per i quarti di finale (due anni fa perse contro Dimitrov) dell’ATP 500 olandese.
BYE TSITSI – Se in mattinata era stata eliminata da Sinner la quarta testa di serie (e uno dei quattro top ten in tabellone), David Goffin, la vera brutta notizia per la visibilità del torneo è però arrivata dalla sfida che chiudeva il programma diurno sul Centrale della Ahoy Rotterdam, quella tra Stefanos Tsitsipas e Aljaz Bedene, 52 ATP. Arrivato a Rotterdam con alle spalle due sole partite vinte in questo 2020 tra ATP Cup e Australian Open, già nel suo esordio contro Hurkacz il greco aveva fatto vedere di non essere in piena confidenza col suo tennis, profondendosi in una prova per buone parti mediocre, nella quale aveva riacciuffato la vittoria più con la determinazione che con un buon tennis.
Contro Bedene la fame di successo non è bastata: e dire che lo sloveno nel primo set è stato in ben due circostanze sul punto di perdere il servizio e in generale era apparso piuttosto succube del suo avversario. Nel secondo gioco dell’incontro il 52 ATP ha salvato due palle break, per poi cavarsi d’impaccio dalla medesima situazione anche nell’infinito ottavo game- durato diciotto punti- nel quale ha salvato altre tre palle che, qualora convertite, avrebbero mandato Tsitsipas a servire per il set sul 5-3. La partita del numero 6 del mondo, però, è finita in pratica in quel momento, piuttosto inspiegabilmente. Dopo aver concesso appena tre punti nei suoi primi cinque turni di servizio, il greco ha perso a 0 la battuta nel corso dell’undicesimo gioco, permettendo a Bedene di chiudere sul 7-5 poco dopo.
Un’altro passaggio a vuoto nel corso del terzo gioco è costato in pratica la partita al greco: sulla palla break Stefanos scendeva a rete ma il passante di dritto dello sloveno, deviato da un nastro beffardo, mandava sul 2-1 e servizio Bedene. Anche martedì sera contro Hurkacz Tsitsipas era indietro di un set e di un break ma le rimonte a questi livelli sono complesse anche per il ‘maestro’ in carica. Bedene ha concesso, da quel momento, al massimo due punti per ogni turno di servizio e dopo novanta minuti di partita, al termine di un lungo scambio un bel dritto lungolinea gli ha regalato l’accesso ai quarti dove domani lo attende, in uno scontro inedito, Auger-Aliassime.
IL CAMPIONE IN CARICA – Nel programma serale – finalmente accompagnato da una discreta presenza di pubblico, per la prima volta in questa parte iniziale del torneo, durante la quale abbiamo visto le tribune sempre in buonissima parte vuote – il campione in carica del torneo e testa di serie numero 3, Gael Monfils, non ha tradito le attese, divenendo la seconda e ultima testa di ad accedere ai quarti di finale. Il nono giocatore al mondo era atteso da un avversario insidioso, il connazionale Gilles Simon, 57 ATP, che lo aveva sconfitto in sette delle nove partite nelle quali si erano affrontati (il tennista di Nizza conduceva per due a uno anche i confronti diretti giocati sul duro indoor). Il primo set è stato equilibrato e per buoni tratti piacevole, caratterizzato da scambi lunghi e accelerazioni improvvise: dalla maggioranza di questi ne usciva vincitore Monfils. Avanti 3-1, Gael si è fatto riprendere nel sesto gioco, conferendo incertezza al primo parziale. Simon però non ha avuto sufficiente benzina per continuare a lottare e in pratica la sua partita è finita lì: persi i successivi cinque turni di servizio, ha permesso al connazionale di conservare energie preziose per il quarto di finale che domani sera lo vedrà affrontare Daniel Evans, già sconfitto nell’unico precedente, risalente a tre anni fa e giocato sul cemento all’aperto di Dubai.
Risultati:
[7] A. Rublev b. A. Bublik 7-5 6-3
[WC] J. Sinner b. [4] D. Goffin 7-6(7) 7-5
A. Bedene b. [2] S. Tsitsipas 7-5 6-4
[3] G. Monfils b. G. Simon 6-4 6-1
F. Krajinovic b. [SE] V. Pospisil 6-4 7-6(7)