Il Coronavirus non fa sconti, l’Italia è quasi in ginocchio ma ho fiducia che si rialzerà. Però le maglie del blocco governativo alla circolazione degli italiani sono troppo larghe: mi riferisco in particolare alla possibilità di consentire allenamenti agli atleti di cosiddetto interesse nazionale. Se mi si parla di atleti che si stiano preparando per le Olimpiadi (anche se chissà se a Tokyo si svolgeranno davvero…) beh saranno sei, sette, dieci fra uomini e donne. E non 165! Con ragazzini e ragazzine che mettiamo a rischio di corona virus – loro e le loro famiglie …e non solo i nonni! – come se due settimane di allenamento fossero assolutamente imprescindibili.
Per il solo tennis la FIT, rifacendosi al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 marzo 2020, art. 1 punto 3 (esso autorizza lo svolgimento a porte chiuse delle sedute di allenamento per atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni e dalle rispettive Federazioni) ha autorizzato 165 tennisti a proseguire gli allenamenti. Ma dove? In circoli che allora devono aprirsi per consentire quegli allenamenti? Ma allora che razza di chiusura è? Certo un tennista non ha il campo da tennis in casa, come uno sciatore non ha pista in casa, chi fa volteggio al cavallo non ce l’ha in casa, chi gioca a golf idem (e allora vanno aperti i club di golf), e lo stesso discorso vale per le migliaia di squadre di calcio, basket, volley… E chi fa ciclismo correrà in giardino se ce l’ha?
Allora questo significa che tutti gli sportivi di cosiddetto interesse nazionale – migliaia, forse una decina di migliaia, se si pensa che le discipline sportive sono oltre 40 – sono esentati dallo “io resto a casa” e possono contagiare tutti quelli che sport non fanno?
“Se faccio sport, e anche sport di contatto, io il coronavirus non lo becco? Oppure io faccio sport e allora sono libero di contagiare gli altri?”. Inutile illudersi con il fatto che anziché stringersi le mani a fine match, e a darla all’arbitro, ci scambiamo i pugnetti. E le palle allora? Quelle che, con o senza raccattapalle, prendiamo in mano all’atto di servire, siano esse state infilate in tasca? Per carità, va già bene che i “pro” debbano servirsi da soli per il rito dell’asciugamano, ma è un palliativo, se poi le occasioni di contatto con materiali “contagiabili” sono tantissime altre nel corso di una sola partita e prima di andare negli spogliatoi (che non sono tutti quelli di Wimbledon) a farsi una doccia. Ricordo, quando c’erano le doghe di legno dove si poggiavano i piedi, che era facilissima la trasmissione di funghi…
Apro un inciso su questa mania dell’asciugamano che viene utilizzato dopo ogni punto. Prassi ridicola davvero a prescindere dagli aspetti igienici e direi anche morali: ma il raccattapalle deve diventare anche un “servo” dei tennisti? Tennisti che, abituati a servirsene anche dopo un ace sul 15-0 del primo punto del primo game, lo tirano spesso di malagrazia, figurarsi se ringraziano (questo è anche inevitabile se lo puoi fare punto dopo punto…)! Si prendano un fazzoletto, si mettano una pezzolina che pende dai pantaloni (sebbene non elegantissima) come facevano i tennisti americani degli anni Cinquanta-Sessanta, si mettano la segatura in tasca come faceva Ivan Lendl cospargendo tutto il campo, e molto più modestamente anche il sottoscritto che aveva anche il problema degli occhiali e, prima che inventassero gocce antisudore aveva con sé sempre una sequela di fazzoletti per combattere l’appannamento… Sulle reti di recinzione del campo dove giocavo… stendevo il bucato! Ma perché debbano essere i raccattapalle a fare i lacchè ai tennisti iper-viziati proprio non capisco.
Chiuso il lungo inciso, vi dico che ho pubblicato un estratto di quanto ho scritto sopra sul mio Facebook e su quello di Ubitennis, e ho letto anche alcune obiezioni. Tipo uno che ricordava come deve essere consentito di lavorare a chi deve lavorare. Beh, un vero professionista del tennis effettivamente non può fermarsi per 3 settimane – una magari sì però eh, può sempre fare ginnastica… – ma mica mi vorrete persuadere che i 160 (circa) dell’elenco siano tutti professionisti aspiranti alle Olimpiadi?
Qui di seguito vi copio la mail che, dopo una telefonata di un amico, mi ha scritto uno dei 50 firmatari di un’altra missiva che mi è arrivata in Jpeg (una fotografia) e che vedrete ancora più in basso. Chi mi ha mandato la mail mi chiede alla fine e prima della firma, come potete constatare, di restare anonimo. Voi non potete immaginare quante volte ricevo mail che… gettano il sasso ma nascondono il braccio. Così alla fine non resta che Ubaldo Scanagatta e Ubitennis a non aver paura di lanciare quei sassi che altri vorrebbero lanciare ma non se la sentono.Evidentemente la paura, il timore di possibili vendettine personali, per non chiamarle ritorsioni (sarebbe eccessivo!), è il segnale di un clima che in un ambiente sportivo non dovrebbe albergare. Ma alberga.
Sapeste quanti circoli mi segnalano anche cose di modestissima gravità, per esempio su come viene organizzata (o disorganizzata) la Serie A, ma poi si affrettano a raccomandarsi: ”Oh Ubaldo ma non dire che te l’ho detto io eh! Sai, non vorrei danneggiare il mio circolo, i miei giocatori…”. Succede molto più spesso di quanto possiate immaginare. Del resto basta però pensare a quanto mi accadde nel maggio scorso con il ritiro del mio pass-stampa (l’accredito) agli ultimi Internazionali d’Italia, per far capire a chi ci legge, il clima che si respira per chiunque non resti allineato e coperto. La mail… anonima (per voi, ma non per me):
Gentile Ubaldo
Le scrivo poiché non so se lei è già a conoscenza del fatto che la FIT ha stilato una lista di giocatori che possono allenarsi prendendo le dovute precauzioni nonostante le misure governative. Questa lista include alcuni giocatori junior e giocatori che sono nei primi 600 ATP. Molti di noi crediamo che ciò sia inaccettabile poiché il problema è molto serio e così facendo si mette in pericolo diversi giocatori, allenatori, genitori dei junior e via dicendo e si fa sì che il virus possa proliferare ancora dato che la maggior parte delle persone è asintomatica. E poi è stata fatta una distinzione abbastanza discutibile: il numero 599 può allenarsi mentre il numero 601 no.
A tal proposito è stata scritta una lettera che le invio qui di seguito. È stata firmata col nome “racchette italiane” poiché crediamo che quelle parole racchiudono il pensiero di giocatori, genitori, gestori di circoli, manutentori e via dicendo. Se la sua testata crede che sia un buon motivo pubblicare tale documento, bene che venga fatto. La prego solamente di fare in modo che resti anonima. Un caro saluto e grazie.
Elenco di tutti i giocatori, grandi e piccini, famosi e non, che possono correre (e far correre) rischi anche per questi 15/20 giorni di coprifuoco: Alvisi Eleonora, Andaloro Fabrizio, Arnaboldi Andrea, Arnaboldi Federico, Arnaldi Matteo, Baldi Filippo, Balzerani Riccardo, Basiletti Noemi, Basso Andrea, Battiston Alessandro, Bega Alessandro, Bellucci Mattia, Berrettini Jacopo, Berrettini Matteo, Biagianti Martina, Bilardo Jacopo, Bolelli Simone, Bonadio Riccardo, Bondioli Federico, Bortolotti Marco, Brancaccio Nuria, Brancaccio Raul, Bronzetti Lucia, Buldorini Peter, Cappelletti Monica, Carboni Lorenzo, Caregaro Martina, Caruana Liam, Caruso Salvatore, Cecchinato Marco, Chiesa Deborah, Ciavarella Niccolo’, Cina’ Federico, Cobolli Flavio, Cocciaretto Elisabetta, Colmegna Martina, D’agostino Stefano, Dal Pozzo Giulia, Dalla Valle Enrico, Dambrosi Giacomo, Darderi Luciano, De Marchi Andrea, De Matteo Francesca, Delai Melania, Dessi’ Niccolo’, Dessolis Barbara, Di Giuseppe Martina, Di Muzio Erika, Di Sarra Federica, Donati Matteo, Ercoli Matilde, Errani Sara, Fabbiano Thomas, Ferrando Cristiana, Ferrara Virginia, Ferri Lorenzo, Fognini Fabio, Fonio Giovanni, Forti Francesco, Frinzi Mattia, Furlanetto Marco, Gaio Federico, Gandolfi Gianmarco, Gatto Giorgio, Gatto Monticone Giulia, Giannessi Alessandro, Gigante Matteo, Giorgi Camila, Giovine Claudia, Giustino Lorenzo, Gramaticopolo Biagio, Guerrieri Andrea, Iannaccone Federico, Iaquinto Antonio Matteo, Jevtovic Milena, Lorenzi Paolo, Maestrelli Francesco, Mager Gianluca, Maggioli Emiliano, Malgaroli Leonardo, Marcora Roberto, Mariani Matilde, Martinelli Giulia, Massacri Benito, Mazzola Filippo, Meduri Andrea, Meliss Verena, Miceli Marco, Minighini Daniele, Moratelli Angelica, Moroni Filippo, Moroni Gian Marco, Musetti Lorenzo, Napolitano Stefano, Nardi Luca, N’gantha Lliso Yannick, Nosei Aurora, Nosei Giacomo, Ocleppo Julian, Ornago Fabrizio, Orso Alberto, Paganetti Vittoria, Pampanin Pietro, Paoletti Matilde, Paolini Jasmine, Paradisi Anna, Parenti Luca, Passaro Francesco, Pedone Giorgia, Pellegrino Andrea, Perego Giulio, Perez Wilson Yaima, Petrillo Greta, Pieri Jessica, Pieri Tatiana, Pigato Lisa, Piraino Gabriele, Quinzi Gianluigi, Rapagnetta Daniele, Ricci Beatrice, Ricci Mattia, Rocchetti Sofia, Romano Filippo, Rosatello Camilla, Rossi Federica, Rottoli Lorenzo, Rubini Stefania, Ruggeri Jennifer, Sacco Federica, Sanesi Gaia, Scala Camilla, Sciahbasi Lorenzo, Scotuzzi Federico, Sensi Benedetta, Seppi Andreas, Serafini Asia, Serafini Marcello, Silvi Arianna, Simone Alessandra, Sinner Jannik, Sonego Lorenzo, Stefanini Lucrezia, Tabacco Fausto, Tabacco Giorgio, Tammaro Mariano, Teodosescu Alessandra, Tramontin Alessio, Travaglia Stefano, Trevisan Martina, Trione Riccardo, Turati Bianca, Urgesi Federica, Valente Denise, Valletta Emma, Vanni Luca, Vasami’ Jacopo, Vavassori Andrea, Versteegh Alessandro, Vincent Ruggeri Samuel, Viola Matteo, Zanolini Camilla, Zeppieri Giulio, Ziodato Sara, Zucchini Arianna.