Fuori categoria: Serena Williams
Per ognuna delle sezioni che ho indicato prima, Serena Williams avrebbe dovuto trovare posto. Ecco perché alla fine ho deciso di individuare dieci nomi più uno: e quell’uno non poteva che essere Serena.
Potenza, varietà, precisione, capacità di mascherare la direzione: tutto nel servizio di Serena Williams è di livello superiore, frutto di una tecnica assolutamente esemplare. Più ancora della potenza, è proprio la tecnica eccezionale che fa di lei la migliore battitrice dell’era open. Ricordo che Williams non è nemmeno particolarmente alta; quindi, rispetto a chi supera il metro e 80, ha un angolo utile più limitato per indirizzare la palla oltre la rete.
Non solo. Anche sul piano estetico il suo gesto è semplicemente straordinario: super-composto e senza la minima sbavatura. In particolare la fase di caricamento e lancio di palla penso non abbiano eguali. Più la si studia, più la si esamina al rallentatore, più la si apprezza.
Anche se oggi non ha più la potenza incontenibile delle stagioni migliori, e qualche volta il servizio risente di alcune titubanze psicologiche, rimane comunque un colpo da autentica fuoriclasse. Su Youtube compaiono diversi filmati di approfondimento delle sue doti speciali in battuta (vedi QUI, per esempio).
Il video che preferisco è quello che trovate di seguito, in cui sono stati sovrapposti digitalmente due movimenti di servizio con direzione opposta: uno al centro, e uno a uscire. In questo modo si ha una prova inequivocabile: il movimento è del tutto identico ovunque indirizzi il colpo, tanto che nel video non sembra nemmeno ci sia una sovrapposizione. Fino a un istante prima del contatto con la palla, nulla cambia, il che rende illeggibile la traiettoria fino a quando la palla è ormai partita:
Le si può trovare un difetto? La risposta è no. L’unico minimo elemento a cui appigliarsi non lo si può considerare un difetto, è piuttosto una particolarità che emerge quando la si segue dal vivo: Serena striscia marcatamente il terreno con il piede destro nella fase di preparazione. Dalla TV non lo si percepisce, ma dalle tribune, stando attenti, si avverte il rumore.
Questa caratteristica mi fa tornare in mente un testo del 1966 di John McPhee, intitolato “Twynam of Wimbledon”. Robert Twynam è stato per molti anni il giardiniere capo di Wimbledon, e quindi, dalla sua particolare posizione, non valutava i giocatori per la loro forza o spettacolarità, ma per i danni che provocavano al manto erboso. Per cui, per esempio, diceva di un campione come Jean Borotra: “Era il peggiore di tutti. Lo triturava, il campo. Dio, come trascinava le punte. Spaventoso. Si muoveva malissimo. Con quegli scarponi immani strappava tutto, scavava certi buchi grossi così”.
Ecco, quando Serena sposta in avanti il piede destro sino ad affiancare il sinistro, tende a “segnare” i campi in erba. Fra le prime dell’attuale ranking WTA l’altra giocatrice che le si avvicina in questo dettaglio (con un trascinamento altrettanto rumoroso) è Garbiñe Muguruza. Immagino che la finale dei Championships 2015, con Serena e Garbiñe una di fronte all’altra, abbia fatto soffrire particolarmente gli attuali responsabili dei campi di Wimbledon…
Ma questi sono problemi dei giardinieri. Serena a Wimbledon ha dominato, ci ha vinto perfino le Olimpiadi ed è arrivata a servire oltre 100 ace in una sola edizione. È accaduto nel 2012, l’anno in cui il suo servizio è forse stato all’apice, sfiorando livelli di onnipotenza. E nella finale di quella stessa edizione era anche stata in grado di compiere questa prodezza:
Serve aggiungere altro?
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P.S. Ad articolo ormai completato, mentre cercavo su Youtube i filmati per accompagnare il testo, ho trovato questo video del 2018 (realizzato quindi prima delle vittorie Slam di Osaka), che fornisce pareri ben più autorevoli del mio. Assolutamente consigliato: