Il CIO ha deciso di aspettare, almeno fino a inizio giugno. Una deadline comunque vicina, a questo punto, per capire il destino dei Giochi Olimpici di Tokyo. Il comunicato rivolto agli atleti – tendenzialmente rassicurante, nella forma – non riesce però a nascondere quanto siano difficili i giorni che si stanno vivendo nelle stanze del Comitato olimpico internazionale e in quelle degli organizzatori giapponesi. “Continuate a prepararvi come meglio potete. Siamo fiduciosi che i provvedimenti adottati nel mondo per combattere il Covid-19 aiuteranno a contenere la situazione. Faremo la nostra parte, ponendo la salute di tutti al primo posto, ma salvaguardando l’interesse degli sportivi olimpici. Sin da febbraio abbiamo affidato a una task force, composta anche dall’OMS, il compito di monitorare gli sviluppi: ne seguiremo le direttive“.
SFIDUCIA – L’ottimismo tende però a scricchiolare su più fronti. È di ieri l’annuncio della positività al coronavirus di Kozo Tashima, vicepresidente del Comitato olimpico giapponese, al lavoro in prima linea sul fronte olimpico. In Giappone, l’ultimo dato diffuso parla di 878 contagiati e 29 decessi. Nella percezione di un popolo che non ha la fama di chi si tira indietro, l’evento a cinque cerchi appare sempre più sfumato all’orizzonte. La Gazzetta dello Sport ha diffuso il risultato di alcuni sondaggi: in un range che va dal 60 al 70 per cento degli intervistati (da Kyodo News, dalla tv NHK e dal quotidiano Asahi), i Giochi non si terranno nei giorni previsti. Sullo slittamento – ipotesi ufficialmente mai discussa – ballano tre opzioni: da quella difficilmente praticabile dell’autunno, a quella del 2021 (complessa per varie sovrapposizioni), fino all’estate del 2022, lasciata “libera” dall’anomalia del Mondiale di calcio invernale in Qatar.
IL TENNIS – Il torneo olimpico è in programma sui 12 campi in cemento outdoor dell’Ariake Tennis Park di Tokyo dal 25 luglio al 2 agosto, con l’iter di qualificazione ai vari tabelloni ancora da perfezionare. Il tennis, al netto delle wild card, dovrebbe fare riferimento ai ranking del prossimo 8 giugno. Un meccanismo comunque più gestibile rispetto a quello di altre discipline, dove sono in piedi veri e proprio tornei che mettono in palio il pass olimpico. A oggi fermi. A più largo raggio, ben il 43 per cento degli atleti aventi diritto all’Olimpiade (4700 su 10900) deve ancora centrare la qualificazione. Come accennato, l’idea di attendere inizio giugno per una decisione sul futuro dei Giochi è stata comunicata ieri dal CIO in una riunione in videoconferenza con i rappresentanti delle federazioni degli sport olimpici estivi (28, tra cui l’ITF, sono riunite nell’ASOIF presieduta da Francesco Ricci Bitti).
EFFETTO DOMINO – La premessa è che, se la decisione definitiva su Tokyo dovesse arrivare realmente solo a giugno, sarebbe molto complicato intervenire sull’agenda. Ciò non toglie che un eventuale slittamento dell’Olimpiade al 2021 o al 2022 andrebbe a liberare date preziose per un calendario del tennis già devastato dall’emergenza coronavirus. Per vicinanza geografica – in estate si gioca già in nordamerica – si potrebbe recuperare un torneo tra Indian Wells e Miami. Più estemporanea sarebbe la collocazione tra luglio e agosto di uno dei tornei della stagione europea su terra, nel caso non si dovesse riuscire a recuperarli nelle settimane lasciate libere dal Roland Garros. Più defilata, rimarrebbe anche l’ipotesi di un margine di sicurezza per Wimbledon nel caso lo Slam londinese non dovesse riuscire a rispettare le date prefissate. Chiaramente, siamo alla pura teoria. L’augurio è che queste costruzioni possano rimanere soltanto sulla carta.