Il parziale ottimismo degli ultimi due giorni rispetto all’evoluzione dell’epidemia italiana di COVID-19 non sembra trovare riscontro negli ultimi dati comunicati nella conferenza stampa tenuta alle 18 dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.
Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati ufficializzati 5249 nuovi tamponi positivi, un dato che porta il totale dei contagi a 69176. Questo trend potrebbe portare l’Italia a diventare il paese con più persone colpite dall’infezione nel giro di un paio di giorni. Ieri c’erano stati 4789 nuovi contagi, quindi un aumento inferiore a quello di oggi.
Purtroppo è tornato a crescere anche il numero dei decessi. 743 pazienti affetti da COVID-19 sono deceduti nelle ultime 24 ore, un aggiornamento che porta il totale dei decessi a 6820. Crescono i decessi anche in Lombardia: sono 402 in più rispetto a ieri e il totale (drammatico) della regione sale a 4178. I pazienti attualmente positivi – si sottraggono quindi deceduti e guariti (8326) – sono 54030: di questi, 28697 sono in isolamento domiciliare con sintomi lievi e 3393 (circa il 6% del totale e +189 rispetto a ieri) sono ricoverati in terapia intensiva dove occupano il 57% della capienza totale.
Non è quindi scongiurato il rischio di saturare i reparti di emergenza, che pure sono stati svuotati il più possibile – e i posti totali ampliati, al momento sono 6266 – per fare spazio ai malati di COVID-19. Questo è il grafico aggiornato che riassume lo stress imposto dall’epidemia italiana sui reparti di terapia intensiva italiani. Ci sono tre regioni che hanno raggiunto la saturazione: Lombardia, Liguria e Marche.
Citando l’aggiornamento giornaliero del ricercatore Matteo Villa, che stima i casi attivi plausibili 10 volte maggiori rispetto ai dati dichiarati, il trend sembra essere ancora lineare: non è ancora possibile ipotizzare una decelerazione della diffusione dei contagi.
Nel frattempo, nelle ultime ore sono trapelate alcune bozze del nuovo decreto allo studio nell’ultimo consiglio dei ministri. A tal proposito, il direttore del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha voluto precisare: “Voglio dire a chiarissime lettere che la durata delle attuali misure di contenimento mirate soprattutto alle attività lavorative non essenziali è il 3 aprile, e nei giorni immediatamente precedenti verranno prese le decisioni del caso rispetto al prolungamento o meno in funzione dell’evoluzione epidemiologica“.