Nota per i lettori: questo articolo è nato grazie all’idea e al paziente lavoro di un lettore. Ci è sembrata divertente e originale e per questa ragione abbiamo deciso di condividerla con voi. Saremo lieti di prestare ancora la nostra opera in veste di umili scribi a beneficio di chi invierà spunti e suggerimenti meritevoli di pubblicazione alla redazione (direttaubitennis@gmail.com). Per il momento un grazie di cuore a MZ.
“Beati gli ultimi perché saranno i primi” (Matteo 20,1-16).
Forse Luigi Malabrocca aveva in mente le parole pronunciate da Gesù nel Discorso della Montagna quando nel ’46 e nel ’47 concluse il Giro d’Italia indossando la maglia riservata all’ultimo classificato: quella nera. Oppure più semplicemente il ciclista lombardo desiderava incassare la somma che per tradizione gli spettatori raccoglievano mediante una colletta fatta sul campo per poi consegnarla a titolo di consolazione all’ultimo arrivato. Qualunque sia la risposta, Malabrocca con quelle catastrofi sportive – ottenute attraverso esilaranti stratagemmi escogitati per garantirsi l’ultimo posto – ha guadagnato qualche soldino e, soprattutto, si è ritagliato un posto nella storia del ciclismo italiano dimostrando così che anche la disfatta contiene una forma di grandezza.
Questa premessa ci serve per introdurre una domanda. Conosciamo i nomi dei tennisti vincitori dei tornei dello Slam; ma se volessimo conoscere anche quello dell’ultimo classificato? È possibile stabilire il nome del centoventottesimo su centoventotto tennisti che partecipano a un major? La risposta è negativa, dal momento che i tornei di tennis (con la sola parziale eccezione delle Finals) si disputano a eliminazione diretta. Per dare una risposta positiva bisognerebbe organizzare un gigantesco torneo all’italiana nel quale tutti affrontano tutti e, per evidenti ragioni temporali, non è possibile farlo.
Poiché il nostro scopo non è però quello di cambiare le regole del gioco ma semplicemente divertirci e divertire, abbiamo deciso di provare lo stesso a rispondere alla domanda sopra esposta, utilizzando il criterio di valutazione proposto dal nostro lettore che a nostro avviso ha il merito di essere oggettivo e ripetibile.
Per ragioni che saranno presto evidenti, lo abbiamo chiamato “metodo Branduardi” e funziona così: si prende il nome del giocatore sconfitto in finale e da lì si sale a ritroso di sconfitta in sconfitta sino a giungere al primo turno dove si incorona il “campione all’incontrario”. Detto in altre parole, l’ultimo classificato del torneo preso in esame è un tennista che è stato sconfitto al primo turno da un giocatore che successivamente ha perso al secondo turno contro un giocatore che a sua volta ha perso al terzo e così via sino alla finale. Un esempio ci aiuterà a chiarire meglio la logica sottostante il sistema.
Applicando il metodo Branduardi scopriamo che l’ultimo classificato a Wimbledon 2011 fu lo slovacco Lukas Lacko. Lacko perse al primo turno contro Zemija; Zemija fu battuto al secondo turno da Monfils; al terzo turno Gael cedette il passo a Kubot che a sua volta agli ottavi di finale si arrese a Lopez; Feliciano nei quarti di finale fu sconfitto da Murray che in semifinale perse contro Nadal; Rafa perse poi la finale contro Djokovic. Se questa catena non vi fa venire in mente la canzone “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi significa che siete molto giovani. Beati voi.
Allargando l’analisi da Wimbledon 2011 a tutti i major compresi tra AO 2010 e A0 2020 otteniamo il seguente risultato:
2020 | Australian Open | Gaston H. |
2019 | US Open | Vesely J. |
2019 | Wimbledon | Novak D. |
2019 | Roland Garros | Tomic B. |
2019 | Australian Open | Mmoh M. |
2018 | US Open | Querrey S. |
2018 | Wimbledon | Nishioka Y. |
2018 | Roland Garros | Jarry N. |
2018 | Australian Open | Tsitsipas S. |
2017 | US Open | Haider-Maurer A. |
2017 | Wimbledon | Jaziri M. |
2017 | Roland Garros | Dzuhmur D. |
2017 | Australian Open | Lopez F. |
2016 | US Open | Benneteau J. |
2016 | Wimbledon | Giraldo S. |
2016 | Roland Garros | Benneteau J. |
2016 | Australian Open | Nadal R. |
2015 | US Open | Mathieu P.H. |
2015 | Wimbledon | Bellucci T. |
2015 | Roland Garros | Hamou M. |
2015 | Australian Open | Kavcic B. |
2014 | US Open | Benneteau J. |
2014 | Wimbledon | Karlovic I. |
2014 | Roland Garros | Montanes A. |
2014 | Australian Open | Delbonis F. |
2013 | US Open | Lacko L. |
2013 | Wimbledon | Berlocq C. |
2013 | Roland Garros | Kudla D. |
2013 | Australian Open | Haas T. |
2012 | US Open | Kukushkin M. |
2012 | Wimbledon | Bogomolov A. Jr |
2012 | Roland Garros | Prodon E. |
2012 | Australian Open | Muller G. |
2011 | US Open | Beck K. |
2011 | Wimbledon | Lacko L. |
2011 | Roland Garros | Brands D. |
2011 | Australian Open | Gremelmayr D. |
2010 | US Open | Marchenko I. |
2010 | Wimbledon | Delgado R. |
2010 | Roland Garros | Schuttler R. |
2010 | Australian Open | Haase R. |
Nell’elenco crediamo spicchino due nomi. Il primo è quello di Rafael Nadal, maglia nera dell’Australian Open 2016. In quella edizione del torneo il maiorchino perse infatti al primo turno contro Verdasco dando così il via alla catena di sconfitte che giungerà sino a Murray. Il secondo ha il gusto amaro della beffa ed è il nome dell’unico plurivincitore al contrario presente nella lista: Julien Benneteau, capace di arrivare dieci volte in finale in un torneo ATP e di perdere altrettante volte. Il tennista francese ha indossato la maglia nera in tre occasioni: agli US Open del 2014 e del 2016 e al Roland Garros 2016.
Se può consolarlo, gli citiamo il caso dello sciatore austriaco Hubert Strolz che nel corso della carriera salì sul podio per 34 volte in coppa del Mondo senza mai cogliere una vittoria, ma seppe conquistare un oro ai Giochi Olimpici. Molto difficilmente Julien riuscirà a imitare il successo olimpico dell’austriaco, visto il ritiro avvenuto nel 2018; ma se davvero un giorno gli ultimi saranno i primi, per lui un posto nell’alto dei cieli è garantito.