Come tutte le emittenti sportive in questo periodo, anche Tennis Channel si è trovata a dover risolvere il problema di riempire il proprio palinsesto giornaliero senza avere partite fresche di giornata da trasmettere. E così ha deciso di estendere la propria fascia quotidiana in diretta, “Tennis Channel Live”, coinvolgendo alcuni dei propri talent come l’ex n.1 del mondo Lindsay Davenport e Paul Annacone, coach con un passato all’angolo di Pete Sampras prima e Roger Federer poi.
Questa settimana il programma ha visto la propria squadra di ospiti arricchirsi di un’importante presenza: l’ultimo campione Slam americano del singolare maschile Andy Roddick, che dopo aver visto alcuni episodi di “Tennis Channel Live” ha mandato un tweet per poter avere un “colloquio” e intervenire al programma.
Mercoledì scorso Roddick ha eseguito il suo debutto via Skype dalla sua casa di montagna in North Carolina dalla quale si è collegato utilizzando il computer di sua moglie Brooklyn, dato che lui non possiede un PC. “Ci ho messo un po’ perché ogni tanto il computer si spegneva e non avevo la password. Ora le cose vanno meglio, ho imparato la password e sono pronto”.
Durante il suo primo intervento è stato coinvolto nella discussione relativa al titolo di “GOAT”, il più grande di tutti i tempi, che viene conteso dai tre campioni che hanno dominato la scena negli ultimi 15 anni ovvero Novak Djokovic, Roger Federer e Rafael Nadal: “La questione mi sembra piuttosto sciocca al momento – ha detto Roddick – è troppo presto per giudicare, bisogna attendere che le loro carriere si siano concluse. Assegnare il titolo adesso è come dare l’Oscar a un film prima di vedere la fine di tutti i candidati, non ha davvero senso. Nominare uno dei tre vorrebbe dire mancare di rispetto agli altri due”.
“Questi tre campioni sono davvero straordinari – ha continuato l’ex n.1 del mondo – anche Sampras ha ottenuto risultati incredibili nella sua carriera, ma ogni tanto perdeva anche al secondo, terzo turno. Questi arrivano sempre in semifinale, è incredibile”.
Il livello raggiunto dai Djokovic, Federer e Nadal ha cambiato faccia al tennis maschile: “Ricordo alle Olimpiadi del 2012 a Wimbledon, sono sceso in campo contro Djokovic al secondo turno sentendomi piuttosto bene, venivo dalla vittoria ad Atlanta. Mi ha suonato come un tamburo [perdendo solamente tre game], e mi ricordo di aver pensato che lo sport che giocavano quei tre non era lo sport cui ero abituato, era un altro pianeta”.