10. Anastasia Pavlyuchenkova
Grande colpitrice, Pavlyuchenkova sarebbe più in alto in classifica se avesse un po’ più di reattività nelle situazioni in cui non è lei a comandare il gioco. A dispetto del fisico non proprio leggerissimo, infatti, secondo me non si muove male né in avanti né in orizzontale, ma non è fra le più pronte quando occorre organizzare il colpo in pochi istanti.
D’altra parte quando ha il controllo dello scambio, il suo è uno di quei dritti che può facilmente trasformarsi in un vincente, grazie a una meccanica esecutiva che sfrutta al meglio la potenza delle gambe. Un colpo che funziona su ogni superficie e che spesso riesce a fare la differenza: le avversarie lo sanno, e infatti impostano i match contro Anastasia tenendo sempre conto che la sua parte destra è da affrontare con molta, molta circospezione.
9. Kiki Bertens
Prima che me lo dica qualcuno: probabilmente Bertens avrebbe anche meritato di stare più in alto in questa classifica, alla luce del fatto che ormai è diventata una stabile Top 10, e che tanti match li ha vinti proprio grazie alla forza del suo dritto. Non solo: Kiki riesce a articolare con efficacia parabole e potenze differenti, alternando palle tese a topponi difficili da controllare. Una dose di varietà che rende il suo dritto ancora più insidioso per le avversarie.
Però c’è un aspetto che apprezzo meno del suo modo di colpire. Lo si percepisce soprattutto dal vivo, ed è la tendenza a non avere un suono sempre pulito quando la palla esce dalle corde, come non fosse colpita perfettamente al centro dello sweet spot. Visti gli ottimi risultati, più che di un problema concreto si tratta di un difetto formale, di armonia sonora del gesto; anche perché gli attrezzi contemporanei perdonano piccole sbavature di questo genere. Ma quando si valuta il meglio del meglio, come nel caso di questa classifica, penso che ogni aspetto vada considerato, ed è per questo che Kiki non è andata oltre il nono posto.
8. Julia Goerges
Sul piano della velocità pura, il dritto di Julia Goerges è sicuramente uno dei primi cinque del circuito. Grazie alle leve lunghe, Julia può produrre accelerazioni quasi da zero, senza bisogno di appoggiarsi alla potenza avversaria. E quando riesce a caricare il colpo con il giusto equilibrio, la palla fila via incisiva come poche.
Anche se il suo dritto di non è carico di rotazioni “maschili” come quello di Stosur (Julia è più di stampo WTA per l’inferiore net clearance) Goerges ama posizionarsi nell’angolo sinistro e martellare le avversarie a colpi di dritti anomali, proprio come faceva Samantha nei suoi anni migliori. A questa dote Goerges aggiunge anche la capacità di colpire arretrando, perché riesce ad essere incisiva anche appoggiando tutto il peso del corpo sul piede destro: e davvero non è cosa da tutte.
Due piccole critiche, che sono la ragione per cui non sta più avanti in classifica: la minore capacità di trovare angoli stretti rispetto a tenniste come Osaka o Serena, e qualche piccolo imbarazzo esecutivo se invece che muoversi avanti o indietro deve agganciare la palla spostandosi in orizzontate.
7. Sloane Stephens
Ogni tennista di questa classifica dispone di punti forti e punti deboli, ma è difficile trovare in un’unica giocatrice gli estremi esecutivi che appartengono a Sloane Stephens Questo perché alla capacità di generare potenza (grazie a un fisico non altissimo ma esplosivo) aggiunge una mobilità e una reattività che le permettono di coprire il campo come poche. Forse Stephens non sforna vincenti con altissima frequenza, ma in compenso se si tratta di eseguire dritti difensivi su palle apparentemente irraggiungibili, nessuna delle altre nove giocatrici qui presenti riesce a eguagliarla.
In sintesi: Sloane sa coprire il campo come Simona Halep e contemporaneamente è capace di lasciare immobili le avversarie con botte al di sopra dei 140 km/h. Oggi probabilmente nessun’altra tennista in WTA sa fare queste due cose insieme. Se solo riuscisse a mostrare queste qualità in ogni match di ogni torneo, sicuramente in questa classifica sarebbe più in alto del settimo posto.
6. Naomi Osaka
Per Naomi Osaka vale in parte il discorso fatto per Kvitova nella introduzione: quando è in forma il suo dritto è devastante (come anche il rovescio), ma a volte va incontro a giornate-no, e allora crescono gli errori non forzati, rendendo meno positivo il bilancio complessivo del suo colpo.
Un peccato, perché in più, rispetto a molte giocatrici potenti, Naomi ha due doti rarissime. La prima è la notevole reattività in uscita dal servizio, del tutto sorprendente per una tennista della sua stazza; non arriva ai virtuosismi resi famosi da Radwanska e Kerber, ma l’efficacia non è molto lontana. La seconda è la facilità con cui trova angoli stretti, dote che le permette di ricavare vincenti quasi dal nulla, indirizzando la palla in zone di campo che le avversarie non possono presidiare. In questo aspetto è probabilmente quella che si avvicina di più al “braccio” di Serena Williams.
a pagina 3: Le posizioni dalla 5 alla 1