5. Serena Williams
Potenza, controllo precisione, varietà. Nell’intera carriera forse il dritto di Serena Williams non è stato a livello del rovescio, per la tendenza a compiere qualche errore non forzato in più, ma per il resto rimane un fondamentale straordinario. Se in questa classifica Williams non è più ai vertici assoluti è perché oggi sconta il declino nella mobilità che ha subito dopo lo stop per la gravidanza; vale a dire all’incirca il periodo preso in considerazione per stabilire i valori di questo articolo.
Ma quando Serena raggiunge la palla per tempo, il dritto è ancora un colpo che può ampiamente fare la differenza. Perché se le gambe non sono più efficienti quanto alcuni anni fa, il braccio resta quello di una fuoriclasse, e le permette di modulare gli spin (caricandoli più o meno a seconda delle esigenze) oltre che trovare quei famosi angoli stretti che rimangono una prerogativa riservata a pochissime giocatrici.
4. Karolina Pliskova
Visto che mi sono permesso di avanzare un critica formale al gesto di Kiki Bertens, nel caso di Pliskova faccio il contrario: aggiungo un bonus per la facilità e l’eleganza del suo movimento. Leve lunghe e grande pulizia tecnica producono un risultato di straordinaria compostezza esecutiva, rendendo il suo colpo un piacere per chi ama il tennis giocato “bene”.
Il suo punto forte, a mio avviso, è il perfetto mix tra timing e precisione di cui dispone quando può colpire in avanzamento, mettendo i piedi ben dentro il campo. Le malcapitate che sono costrette ad accorciare le parabole sul lato destro di Pliskova, hanno la quasi certezza di non avere scampo, perché Karolina farà un paio di passi avanti e piazzerà senza problemi un vincente (lungolinea o incrociato, non fa differenza).
In più Pliskova è molto dotata nel controllare le parabole e rimbalzo alto, che mettono in difficoltà tante giocatrici più di quanto si possa immaginare. Il suo limite sta nella relativa mobilità, solo in parte bilanciata dall’allungo; e proprio il deficit difensivo non le permette, a mio avviso, di conquistare il podio in questa classifica.
3. Bianca Andreescu
Dopo i match di Pechino 2019, alla ricerca di una possibili somiglianze, ho scritto che Bianca Andreescu mi ricordava Kim Clijsters, per il raro equilibrio nel suo tennis tra fase offensiva e fase difensiva; fra le giocatrici più giovani citerei invece Sloane Stephens. Magari non sarete d’accordo, ma aggiungo che a me sembra che Kim (da giovane), Sloane e Bianca, abbiano un altro punto in comune: l’elasticità di gambe; danno quasi la sensazione di muoversi sulla gomma.
Concentriamoci sul dritto. Sia Stephens che Andreescu sono compatte e scattanti. E molto complete tecnicamente. Bianca è un po’ meno esplosiva, e questo le costa in punte di velocità massima, ma può vantare una “cattiveria” e una aggressività in campo superiori.
Quali sono le migliori caratteristiche tecniche del dritto di Andreescu? Ne cito tre: la prima è l’estrema facilità che possiede nel cambio di direzione fra incrociato e lungolinea; segno di totale padronanza tecnica del colpo. La seconda è l’abilità nel mascherare fino all’ultimo l’esecuzione del colpo, che può risolversi in una botta potente come in un drop-shot. La terza specialità di Andreescu è quella che ho appena citato per Karolina Pliskova: la capacità di colpire in controbalzo, avanzando con i piedi dentro il campo per aggredire le parabole e togliere tempo all’avversaria.
Ultima nota sulla posizione in questa classifica: Andreescu è stata penalizzata dall’avere giocato poco a causa degli infortuni, e questo mi ha lasciato un piccolo dubbio sulla costanza di prestazione nel lungo periodo. Se avesse avuto la possibilità di confermare il suo rendimento con maggiore continuità, non so chi avrebbe potuto toglierle il primo posto.
2. Madison Keys
Nel 2016 gli statistici avevano divulgato nel dettaglio le velocità medie dei singoli colpi di tutti i giocatori (maschi e femmine) registrate nei tornei australiani del periodo 2014-16. In quel momento si ebbe la certificazione ufficiale di una sensazione molto diffusa: nessuna tirava il dritto forte quanto Madison Keys. Con 81 miglia orarie (130,3 km/h), il suo colpo risultava circa dieci chilometri orari più rapido di qualsiasi altra giocatrice; ma anche leggermente più rapido di quelli di Nadal, Djokovic e Federer. Il giocatore maschile con velocità simile era un “tiralavandini” come Wawrinka. Attenzione: sappiamo che negli uomini le rotazioni impresse sono molto superiori, per cui la palla, anche se viaggia più lenta, risulta in ogni caso molto più pesante da gestire dopo il rimbalzo; ma il dato di per sé era comunque clamoroso.
Sarebbero poi arrivate giocatrici (Ostapenko, Osaka) capaci di avvicinarsi alla velocità di Madison, ma di fatto Keys ha aperto nuovi orizzonti nella interpretazione del colpo. All’apparenza non sembra la giocatrice muscolarmente più forte del circuito, ma il suo dritto è un mix di forza, timing e sfruttamento ottimale della lunghezza delle sue leve; grazie all’ampiezza dello swing, Madison imprime una potenza che può risultare semplicemente ingestibile per molte avversarie.
Molto brava anche a colpire in corsa (alla Lendl dei bei tempi), a causa dell’ampiezza della swing Keys tende invece a faticare quando si tratta di organizzare il dritto in tempi molto ristretti; per questo le sue esecuzioni difensive non sono allo stesso livello di quelle offensive. Malgrado questi piccoli limiti, sono convinto che con un dritto del genere, unito all’efficacia del servizio, Keys abbia a disposizione un arsenale tale da permetterle di raggiungere qualsiasi traguardo (Slam inclusi). Fortissima sul piano fisico-tecnico, purtroppo Madison non si è ancora dimostrata alla stessa altezza nella tenuta mentale e nella interpretazione dei match. Riuscisse a compiere un salto di qualità in questi aspetti, potrebbe drasticamente migliorare il suo palmarès.
Non ho trovato un video specificatamente riservato al dritto, ma anche da questa selezione “generica” si capisce quanto conti nell’equilibrio del suo tennis:
1. Ashleigh Barty
Madison Keys non ha ancora vinto uno Slam, ma chi invece il Major lo ha già conquistato è Ashleigh Barty (Roland Garros 2019); e per raggiungere un traguardo del genere ha utilizzato come principale arma offensiva la combinazione servizio+dritto. Con il servizio destabilizza l’avversaria e con il dritto riesce a trovare la soluzione migliore per chiudere il punto (nello spazio vuoto o con il contropiede).
A mio avviso ciò che rende il dritto di Barty un grandissimo colpo è innanzitutto la speciale capacità di modulazione: grazie a una rara combinazione di sagacia tattica e di controllo tecnico, Barty dà impressione di sapere sempre quando è il momento di giocare dritti interlocutori e quando invece è il momento di aumentare la velocità per mettere fine allo scambio. Davvero nel suo caso braccio e mente sono perfettamente collegati. E siccome le variabili di gioco sono tante, Barty è in grado di rispondere alle differenti esigenze con dritti di natura diversa, senza andare in difficoltà fisica o tecnica. Colpi tesi, colpi più carichi di topspin, chop difensivi, colpi da ferma o in corsa: un intero repertorio di esecuzioni nei quali è sempre vicinissima all’eccellenza, anche se nella velocità massima non ha le caratteristiche atletiche per raggiungere i picchi di Keys o Williams.
Il dritto è sicuramente il colpo al rimbalzo più naturale del suo repertorio e lo si era intuito sin dagli esordi in WTA, da giovane wild card di appena quindici anni: ancora non era matura fisicamente, ma già mostrava un totale controllo del corpo, specie quando poteva colpire dalla parte destra. Oggi il suo dritto è probabilmente il più affidabile tra quelli di alto livello del circuito, e questa dote si riverbera sui risultati: numero 1 del mondo con un margine di oltre 2600 punti sulla seconda (Barty 8717, Halep 6076).
Le puntate precedenti:
1. I migliori colpi in WTA: il servizio
2. I migliori colpi in WTA: la risposta