Jim Courier è stato un esempio di precocità. Anzi, per la precisione “è stato” la precocità, dominando il tennis a cavallo tra i 21 e i 23 anni. Poi la stella si è un po’ spenta, se è vero che ha vinto 14 titoli da inizio carriera al 1993 e soltanto 9 di lì al ritiro del 2000. Nel 1998, esattamente venti giorni prima di portare a casa l’ultimo titolo della carriera, si trova opposto al diciottenne russo Marat Safin nello scontro decisivo del primo round di Coppa Davis tra Stati Uniti e Russia. La Davis è competizione assai particolare e probabilmente lo è stata in passato ancor più di oggi, ma in pochi sembravano quel giorno dare credito al giovane russo (che in futuro ne avrebbe meritato).
E invece Marat, sciorinando una perfetta anteprima del repertorio con cui diventerà il secondo russo di sempre a sollevare uno Slam, inchioda Courier fuori dal campo per quasi due set. Come si evince da questo video di repertorio c’è un momento della partita in cui conduce 36 punti a 16, e nel punteggio arriva con assoluto agio a comandare 6-0 4-1. Prima del risveglio del Courier ferito.
Lo statunitense dichiarerà qualche giorno dopo aver concluso la grande rimonta (0-6 6-4 4-6 6-1 6-4) e aver portato agli USA il punto decisivo per il passaggio del turno, che quella sarebbe rimasta una delle partite più importanti della sua carriera. Courier l’aveva rimessa in piedi giocando d’astuzia, rompendo il ritmo a un Safin straripante nel palleggio da fondo campo grazie all’utilizzo di slice e palle corte.
“Ricorderò questa sfida per molto, molto tempo. Mi ero scavato una fossa da cui sembrava impossibile uscire, invece lottando e pensando ai colpi giusti da utilizzare ce l’ho fatta, ho vinto“. Forse è stata per Jim la spinta giusta per sollevare il 26 aprile ad Orlando il suo ultimo trofeo, per poi lentamente avvicinarsi al finale di carriera. E ritrovare le emozioni della Davis, da capitano non giocatore, nel 2010.